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Salute

I danni del fumo occasionale

Sigarette: alterazioni genetiche anche con pochi tiri. I risultati di una ricerca negli USA. Il dr. Valeriano Squasi (Pneumologia Territoriale Ulss 3): “Per il fumo non esiste un'ipotetica soglia di pericolosità”

Pubblicato il 12-01-2011
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Si fa presto a dire che una sigaretta fumata ogni tanto non faccia male. Perché chi pensa che il fumo occasionale sia una pratica innocente si sbaglia di grosso
Non serve infatti essere fumatori abituali per rischiare gravi conseguenze ai polmoni e alle vie aeree nel nostro organismo: anche un tiro di sigaretta, fumata di tanto in tanto, provoca danni potenzialmente molto seri al Dna delle cellule delle vie respiratorie. E lo stesso vale per l'esposizione saltuaria al fumo passivo.
E' il risultato di un'indagine condotta da un team di ricercatori americani della Cornell University e del Presbyterian Hospital/Weill Cornell Medical Center di New York.

Anche una sigaretta ogni tanto altera il Dna delle cellule dell'apparato respiratorio

Gli studiosi hanno esaminato 121 persone - tra fumatori abituali, fumatori moderati e non fumatori - confrontando i livelli di nicotina e di un suo metabolita, la cotinina, nelle urine dei partecipanti alla ricerca. Hanno quindi ricostruito la mappa genetica di ciascun soggetto esaminato, per individuare eventuali geni alterati.
La ricerca ha rilevato che alcuni geni, particolarmente sensibili al fumo da sigaretta, mostravano alterazioni delle loro attività anche in chi fumava poco o in chi era rimasto casualmente esposto al fumo passivo.
Secondo l'indagine, il fumo produce quindi effetti, anche in basse concentrazioni, contro il Dna - in particolare - delle cellule di gola, bronchi e polmoni: ovvero le cellule deputate a regolare l'attività dell'apparato respiratorio.
Chi è un fumatore abituale, ovviamente, va incontro a un rischio ben maggiore di alterazioni delle cellule e di contrarre serie patologie causate dal fumo - nel breve e medio termine - rispetto a chi si accende “qualche cicca” saltuariamente.
Ma anche chi fuma in modica quantità non è immune da possibili conseguenze genetiche che rappresentano l'anticamera di una futura malattia.
“L’effetto genetico nei fumatori occasionali è molto più lieve rispetto ai fumatori regolari, ma ciò non significa che non ci siano conseguenze sulla salute - hanno specificato gli autori della ricerca in un articolo apparso sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine -. Le funzioni alterate di quei geni altro non sono se non i primi segni di “malattia biologica” nel polmone o nell’individuo”.
Un'indagine dai risultati importanti, ma che non sorprendono più di tanto il dr. Valeriano Squasi, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale “Cure Domiciliari - Pneumologia Territoriale” dell'Ulss n.3.
“Era già nota una certa alterazione delle caratteristiche di tipo genico che riguarda in generale il paziente fumatore e la sua difficoltà di non poter smettere di fumare - ci dice il dr. Squasi -. Per il fumo non esiste un'ipotetica soglia di pericolosità. L'OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dice che nemmeno una sigaretta al giorno è permessa. Le conseguenze negative ci sono sempre, non esiste una quantità di sigarette sotto la quale si può stare tranquilli.”
A fronte di questi dati, cosa bisogna dunque fare? “Non bisogna fumare - conclude il dr. Squasi -. Nemmeno una sigaretta.”

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