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Io non ci sto è la petizione che da circa una settimana circola sul web. Una campagna promossa da grandi e piccole associazioni no profit ed indirizzata al Parlamento, al Presidente del Senato e al Presidente della Camera per “salvare il 5 x 1000” e ribadire il loro disappunto nei confronti della legge sulla stabilità che, se approvata, metterà un tetto ai fondi da destinare al 5 x 1000 per l’anno 2011.
L’iter legislativo della manovra finanziaria per il 2011 ed il testo della nuova legge per la stabilità prevede, infatti, una riduzione del 75% delle quote del 5 x 1000 che con la dichiarazione dei redditi vengono destinate alle associazioni. Il tetto massimo corrisponderebbe a circa 100 milioni di euro rispetto ai 400 milioni dello scorso anno mentre la differenza verrebbe trattenuta dallo Stato.
In tempi di vacche magre tutti sono chiamati a fare la loro parte. Questo le associazioni lo sanno bene. Ma perché, si chiede, tagliare su chi sostiene ogni giorno la parte debole del paese, già colpita dai tagli ai servizi? Un taglio, dai 400 milioni dello scorso anno, ai 100 previsti per quest’anno, che è facile immaginare metterà in ginocchio tutto il terzo settore, fatto da piccole e piccolissime realtà.

La petizione, raggiungibile all’indirizzo www.iononcisto.org, chiede la cancellazione del tetto di 100 milioni di euro da destinare al 5 x 1000 per il 2011, ripristinando almeno l’importo dei fondi previsti nell’anno 2010. Finora l’appello è stato sottoscritto da quasi 147.000 persone, operatori del settore ma, soprattutto, privati cittadini che non vogliono vedersi limitare la propria libertà nella scelta su chi devolvere il 5×1000.
www.iononcisto.org
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