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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Stefania ZilioStefania Zilio
Giornalista
Bassanonet.it

Manifestazioni

Madame si racconta nel bene nel male

Il prossimo 26 luglio al Parco Ragazzi del ’99 per Bassano Music Park si terrà il concerto molto atteso della cantautrice vicentina Madame.

Pubblicato il 21-07-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Bassano Music Park è promosso da DuePunti Eventi in collaborazione con il Comune di Bassano del
Grappa, che ha fortemente voluto l’artista più ascoltata negli ultimi dieci anni. La vicentina Francesca Calearo, in arte Madame, porterà in scena l’amore e le sue svariate sfaccettature.
L’ultimo album “L’amore” contiene il brano “Il bene nel male” hit multiplatino presentato a Sanremo 2023 che le è valso il settimo posto della classifica generale.

Madame. Foto Ivan Sokolov

Alla domanda cos’è per te l’amore risponde che è
una brezza sottile che aleggia tra gli esseri umani, viventi e non, proprio come l’aria, se non ci fosse, non ci
sarebbe modo di esistere.
Tante sono le donne di Madame nelle sue canzoni e tra una ninfomane e una prostituta, trovano posto la potente, la sottomessa, l’amica Matilde, una bimba e lei stessa. “Queste donne che racconto sono solo alcune e come tutte vivono l’amore, il sesso, l’intimità, l’intensità, il dolore, la mancanza, l’ossessione, la privazione, la dipendenza, la gioia, l’energia e le forti emozioni” riferisce l’artista.
Ben due Targhe Tenco per il miglior album d’esordio e per la miglior canzone “Voce”, che ha vinto anche il Premio Lunezia e il Premio Bardotti entrambi per il miglior testo, premi che la confermano cantautrice d’eccezione.

Energica, spontanea, coinvolgente, la cantautrice ha condiviso uno spazio libero in cui essere al sicuro per essere veramente se stessi.

Ci presenti la tua band?
Sono molto felice di avere con me sul palco Dalila Murano alla batteria, Karme Caruso alle tastiere, Estremo alla consolle e Nazzaro al basso. Cito anche Luca Faraone che ha lavorato a tutti gli arrangiamenti ed è stato in studio durante le prove con noi, per armonizzare la scaletta.
Con la mia band ci siamo preparati riarrangiando i brani, sia quelli del disco precedente che quelli dell’ultimo progetto, in una scaletta che possa accompagnare chi ascolta in un
viaggio dentro la mia musica.

Come vivrai il live nella tua terra natia?
Il live ha più momenti, sia energici che intimisti. É uno spettacolo molto versatile. Qualche anno fa mi preoccupavo di più volendo fare bene “in casa”, adesso invece sono veramente felice quando suono “in casa”.

Sembra sentirti vibrare per ogni emozione. Sei la stessa anche nelle relazioni personali?
Mi pongo in maniera molto intensa e diretta con chi mi segue. L’ho sempre fatto. Vale anche per i rapporti interpersonali, per restare in tema amore, visto che il disco nuovo di questo parla: se io e te ci incontriamo una sera, ci conosciamo, e io sento che ci sono cose in comune, che c’è un legame, beh, sappi che io posso finire col raccontarti anche il mio segreto più nascosto, non me ne frega niente di tenerlo per me. In quel momento mi sento di farlo. E allora lo faccio.

Parliamo di amore con A maiuscola
L’album si intitola “L’Amore” con la a maiuscola, perché nel medioevo era quasi un personaggio nei racconti amorosi e come tale lo tratto in questo disco. Sono poi le persone a declinarlo a modo loro ma sempre amore è. C’è una grande luce che arriva all’interno di tutto.
Voglio mettere in luce l’amore in tutti i modi in cui può essere declinato, ma se devo dire come vivo io l’amore, è nel modo più sano possibile, perché voglio tenere un equilibrio psicologico buono. Quando ho vissuto momenti tossici ho sempre frequentato la terapia con molto piacere.

Per capire l’album dovremmo studiarne i testi?
L’album richiede diversi ascolti, non è immediato: i temi scorrono come frutti proibiti da assaggiare, fino al finale. Sesso, carne, pregiudizi, ma non solo, in una delle tracce finali, ‘Avatar’, dico ‘l’amore non esiste’. Sembra una visione pessimista, ma non è così. Il pezzo nasce da un fatto: una sera, a un certo punto, ci siamo trovati con delle persone a ballare bendati. Una donna, spruzzando dell’acqua profumata, ha iniziato a sfiorarmi e mi sono immaginata una luce che usciva dal mio petto e che mi collegava a lei. Era amore puro. E così è nato il mantra ‘tu non esisti, ma io ti sento’. L’amore per me è anche quella connessione.

Troviamo una parte di Francesca nel disco?
C’è molto di me in questo disco. A livello di scrittura, ho iniziato ad avere un’esigenza più comunicativa e diretta. Prima era più un esercizio di stile, invece ora no. Ho qualcosa da dire, lo voglio dire. Con il primo disco ci ho provato, mi sono presentata, ho fatto vedere le
mie possibilità, mentre reputo questo il mio primo vero progetto, in cui ho un’idea, c’è un concept e tutto. È molto diretto. Ho scritto molto meno, come quantitativo di parole, però secondo me ho detto molto di più.

Cosa è cambiato?
Questo secondo me è stato il cambiamento artistico
grande. E poi l’altra cosa è la musica. Ho fatto più musica in questo disco, nel primo c’erano più basi urban.
Ho dato voce ad altri personaggi, ma è tutto frutto della mia fantasia e del mio vissuto.
Durante il percorso di scrittura di questo disco, non ho trovato nessun’altra persona che potesse rappresentare quello che volevo dire come avrei voluto. È un progetto personale, un mio delirio.

Che ricordi hai di Sanremo?
A Sanremo mi sono divertita, per me divertirsi non vuol dire necessariamente essere felici.
Anche qualche cosa da affrontare, di difficile, può essere divertente. E Sanremo lo è stato.
Possibile che nessuno abbia paura del palco di Sanremo?
Io, prima di andare a Sanremo, ho avuto paura di non godermelo, di non fare bene, di sbagliare. Ha lasciato parlare la musica e le performance creando una storia nella storia grazie alla cover di “Via del Campo” di De
André e al brano in gara “Il bene nel male”.

Tu sei una donna tosta?
Mi piacciono le sfide e mi diverto quando c’è qualcosa di difficile da affrontare. Farò degli errori, sono una donna che cresce e chi mi seguirà lo capirà, altrimenti vuol dire che non eravamo poi così amici.

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