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Il ricercatore bassanese Matteo Bordignon ha messo a segno un altro colpo contro la vitiligine e le sue recentissime scoperte scientifiche sono state pubblicate su “Frontiers in Medicine”, prestigiosa rivista del settore che può contare su milioni di visualizzazioni qualificate. Dermatologo, “figlio d’arte”, il padre è il noto allergologo Vasco Bordignon, dal punto di vista accademico il dottor Bordignon coordina un gruppo multidisciplinare di ricerca dell’Università degli Studi di Padova proprio sulla vitiligine. Una malattia che solo in Italia colpisce quasi 1 milione di persone e che si manifesta, come noto, con la formazione di macchie cutanee in varie parti del corpo. Si stima che nel mondo siano affetti da vitiligine circa 100 milioni di persone: non si tratta, come spiegano gli esperti, di una malattia solo di “impatto estetico” visto che causa anche importanti danni psicologi nei pazienti, con difficoltà sociali che si riversano nella vita professionale e privata.
Dopo la prima pubblicazione sul tema della vitiligine nel “Journal of Dermatological Science”, in cui si identificava per la prima volta una particolare proteina denominata MIA (acronimo per Melanoma Inhibitory Activity) come possibile causa dell’espressione clinica della patologia, lo studio del gruppo di ricerca guidato da Matteo Bordignon compie un ulteriore fondamentale passo in avanti per giungere ad una cura.
Tale proteina agisce tramite la rottura delle molecole di adesione tra i melanociti (le cosiddette integrine) e la membrana basale (la struttura che separa l’epidermide dal derma e su cui si appoggiano i melanociti) e provoca il distacco completo delle cellule pigmentate, le quali, senza attivare le sentinelle immunitarie dell’organismo, abbandonano la parte di pelle interessata, privandola del tutto della melanina e creando di conseguenza le macchie bianche», spiega il dottor Bordignon, che è anche direttore scientifico dell’Associazione Difesa Pazienti con Vitiligine (ADIVIT). Molti sono anche i personaggi famosi affetti da vitiligine, come Mara Maionchi, Kasia Smutniak e Luca Onestini. Anche Michael Jackson soffriva di vitiligine, così come l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, che si narra avesse manifestato i primi segni della malattia dopo il terribile stress psico-fisico seguito al sequestro e all’uccisione di Aldo Moro.

Il ricercatore bassanese Matteo Bordignon
«Questo nuovo studio dimostra in modo inequivocabile, e per la prima volta al mondo, il ruolo chiave di tale proteina nella genesi della malattia poiché siamo riusciti a riprodurre un modello animale di vitiligine mediante l’iniezione di tale proteina nella coda di topo. Nel dettaglio dello studio sperimentale, venti topi pigmentati sono stati scelti per gli esperimenti e hanno ricevuto iniezioni nella coda di soluzione salina (gruppo di controllo) o di soluzione salina + proteina MIA in concentrazione 1% (gruppo trattato). Il gruppo di controllo non ha mostrato alcun segno di depigmentazione. Il gruppo trattato ha mostrato, invece, zone nette di depigmentazione completa nelle aree interessate dall’iniezione, con la comparsa di macchie bianche e sbiancamento del pelo. L'esame istologico della coda nella zona trattata ha evidenziato l'assenza di melanociti, senza alcun coinvolgimento del sistema immunitario, confermando il distacco del melanocita ad opera della sola proteina MIA».
Per la città di Bassano del Grappa è senza dubbio un grande orgoglio avere come concittadino uno studioso e un medico che con le sue ricerche potrebbe trovare finalmente una cura per mitigare gli effetti di una malattia che, specie nelle forme più avanzate, crea danni psicologici devastanti.
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