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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Calcio

Solo il destino contro un Soccer Team positivo

Il super Barletta tiene il possesso ma il Bassano è pericoloso. Due espulsioni, Longobardi sbaglia (2 volte), Schetter indovina il gol della domenica

Pubblicato il 09-10-2011
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Brassaï. L’occhio di Parigi

BASSANO – BARLETTA 0-1

Bassano Virtus (4-4-2): Grillo 6,5; Basso 6,5, Scaglia 5, Porchia 7, Ghosheh 6,5; Ferretti 7, Mateos 6,5, Proietti 6 (st 28’ Drudi 6), Bonetto 6; Gasparello 5,5 (st 23’ Fracaro sv), Longobardi 6.

I due capitani portano un mazzo di fiori sotto lo striscione che ricorda le vittime di via Roma a Barletta (foto Roberto Bosca)

A disp.: Poli, Martina, Morosini, Barrichello, Iocolano. All.: Jaconi 6,5

SS Barletta Calcio (4-2-3-1): Pane 7; Mazzarini 6,5, Mengoni 6,5, Migliaccio 6,5, Angioletti 6; Zappacosta 6,5 (st 27’ Menicozzo 6), Guerri 6,5; Schetter 7 (st 37’ Pisani sv), Cerone 6, Mazzeo 7; Infantino 6,5.
A disp.: Sicignano, Caggianelli, Di Cecco, Franchini, Masiero. All.: Cari 6,5

ARBITRO: Ripa di Nocera Inferiore 5,5
RETI: pt 11’ Schetter (BA)
NOTE: 1100 spettatori.
Ammoniti: Bonetto, Zappacosta, Ferretti, Infantino
Espulsi: Cerone, Scaglia
Angoli: 2-1
Recupero: pt 1’; st. 4’.

Bassano del Grappa. Il Barletta pesca il jolly della domenica e supera il Bassano Virtus. È incredibile commentare questa sconfitta della formazione giallorossa considerando che le occasioni migliori sono di marca bassanese mentre Grillo ha dovuto compiere una sola grande parata, e per giunta al 5’. Ma non basta il mero computo delle occasioni da gol per far stringere il cordone dai rimpianti. Sul piatto c’è anche una prestazione molto positiva, il Soccer Team si è dimostrato quadrato e organizzato pur dovendo affrontare una squadra nettamente più forte e giustamente accreditata tra le favorite del torneo. Decide l’eurogol di Schetter all’11’ della ripresa dopo che Gasparello e due volte Longobardi non inquadrano lo specchio della porta per pochissimo. L’autore del gol: “Il Bassano mi ha fatto un’impressione positiva, meglio sicuramente di altre concorrenti per la salvezza quali Prato e Latina con cui abbiamo già giocato. A noi oggi è proprio andata bene”. Già.

Le scelte. Avanti con la strada del 4-4-2, avanti con gli esterni di centrocampo dalla gran resistenza fisica, importanti dunque a recuperare la posizione difensiva una volta perso il possesso della palla, e dalla spiccate doti offensive. Giocatori completi, magari non fenomeni come Ferretti ma gente di gamba e carattere. Gente come Riccardo Bonetto che dalla serie A con la Lazio si è tuffato anima e corpo nell’avventura a pochi km da casa sua. Ebbene i risultati sono ancor più interessanti e soddisfacenti che quelli dell’esordio del nuovo modulo a Bolzano. I progressi sono evidenti nel supporto tempestivo al recupero della palla dove sia Bonetto che Ferretti accorciano verso il centro, avvicinandosi a Proietti ed al vulcanico Mateos. Idem in fase di ripartenza dove, soprattutto il Ferretti della ripresa è una vera e propria cellula impazzita che smazza assist, vedi al 19’ il cross per Longobardi, e va alla conclusione come al 1’ della ripresa quando il suo tiro a giro sfiora il palo alla destra di Pane. Se fosse un episodio di Holly e Benji potremmo intitolarlo “La fisarmonica dei gemelli Derrik”.

Uno per tutti e tutti per uno. A dir la verità i primi nuvoloni neri iniziano ad addensarsi sullo stadio di Bassano del Grappa già al 5’ del primo tempo. C’è una punizione da posizione favorevolissima per il Barletta, Ghosheh e Bonetto non riescono a tenere Migliaccio, grosso come un toro, che riesce ad infilarsi nel cuore dell’area e dettare il passaggio al compagno. La palla è proprio diretta a lui, Porchia gli mette un gomito sulla spalla ma non è ancora abbastanza tanto che Migliaccio di testa spizzica per Mengoni. Il difensore ha lo specchio della porta spalancato di fronte a sé ed è strepitoso Grillo a sventare la sua conclusione. Ma i nuvoloni vengono spazzati via, anche se lentamente. Questo perché non è che il Bassano restituisca subito pan per focaccia ma perché, nonostante il terreno del “Mercante” sia come scosso da vibrazioni sismiche, tanta è la vibrante prorompenza fisica e agonistica degli ospiti, i padroni di casa si assestano e con il passare dei minuti Grillo passa da primo attore a spettatore interessato. Il Barletta è un team che unisce mirabilmente forza fisica e tecnica. Temperamento e organizzazione di gioco. Ed in più sembrano sospinti da forti motivazioni. È pertanto evidente che per resistere a tale potenza bisogna che si metta in campo altrettanta energia. Ed è proprio quello che fa il Soccer Team. Indossare l’elmo e la corazza da guerra, sguainare la spada e gettarsi nella mischia con l’agonismo di un’orda barbarica. Ma sempre sui binari tracciati da Jaconi di un’importante organizzazione di gioco: data la netta inferiorità tecnica e fisica (sottolineiamo pure che il Barletta non schiera gli under) l’unico modo per venirne fuori illesi è giocare ciascuno per il proprio compagno, senza mollare un centimetro, e sempre al limite del regolamento. E se fino al 45’ il Barletta procura un solo pericolo, e da calcio da fermo, vuol dire che la preparazione alla partita di Jaconi e l’esecuzione dei suoi è stata esemplare. Anzi, se il possesso palla dei pugliesi porta a poco, il contropiede del Bassano può portare a tantissimo. Al 33’ Bonetto s’invola sulla sinistra e serve con un lancio Longobardi. Il Bomber la gira nel mezzo, Migliaccio colpisce con un braccio dentro l’area ma il direttore di gara lascia proseguire per il vantaggio. Eh si Gasparello è lì, ben appostato e lesto come un serpente che s’avventa sulla preda. Il tiro dell’ex San Marino è potente, fa urlare al gol ma solo questo perchè in realtà la conclusione si perde sul fondo. Sgomento, trattasi di rigore in movimento. Ancora sgomento.

Jaconi cambia marcia. Il primo tempo termina con l’impressione di un Bassano sicuro di sé, capacissimo di portare a casa punti ma poco propenso a mettere il naso fuori dalla propria area. Invece l’arbitro non fa tempo a fischiare l’inizio della ripresa che Scaglia sbroglia una delicata situazione dentro l’area di rigore e rilancia per Ferretti. L’esterno fortemente voluto da Jaconi s’invola verso la porta di Pane, punta il diretto controllore e dal limite dell’area fa partire un sinistro a giro che si perde a lato di un soffio! Ma è tutto il Bassano, evidentemente caricato dalle parole del mister, ad essere convinto di poter far male. Il Barletta, infatti, avanza senza troppe difficoltà fino alla trequarti ma lì scatta la trappola: grande aggressività per rubar palla sotto la regia di Mateos e via in contropiede sulle fasce. L’aria che tira sul match è limpida e fresca per i colori giallorossi. La dimostrazione di organizzazione, compattezza ma anche capacità di pungere con efficacia e costanza è chiara. Ma ecco che ci mette lo zampino la sciagurata malasorte. All’11 Schetter, sulla trequarti, si gira su sé stesso e fa partire una bomba imprendibile, imparabile. Forse qualcuno avrebbe dovuto essergli più vicino ma rimane il fatto di un capolavoro venuto dal nulla e figlio di uno straordinario gesto tecnico. Che il Barletta disponesse di questo genere di colpi lo si sapeva. Ma dal saperlo al digerirlo, proprio nel momento migliore del Bassano, ce ne passa.

Espulsioni e occasioni. Lo shock sembra intimorire meno del giusto il Soccer Team. In questi casi, contro un avversario superiore, la mossa peggiore sarebbe quella di scoprirsi e prestare il fianco alle ripartenze. Molto meglio tenere in vita l’incontro e sfruttare la condizione psicologica che via via si delinea: la squadra in vantaggio che inizia a sentire il peso di ciò che potrebbe perdere e quella in svantaggio che da perdere non ha più niente. Così il possesso palla ospite da sterile diventa pericoloso…per loro stessi! Già al 19’ Ferretti scodella per Longobardi ma il colpo di testa dell’attaccante si perde a lato di pochissimo a portiere battuto. Un minuto dopo sempre longobardi, partito in posizione regolare, entra in area dal lato corto, in mezzo non c’è nessuno così va all’uno contro uno. L’avversario è disorientato e ciò consente al Longo di calciare: la conclusione è una rasoiata ma si perde proprio a filo del palo opposto rispetto al punto di battuta con il portiere immobile a guardare la palla! Il silenzio istantaneo rotto da sbraiti di rabbia sono la colonna sonora indicativa di quegli istanti. Si sta materializzando una beffa atroce, una punizione eccessiva per una squadra che sta buttando il cuore oltre l’ostacolo ma senza mai perdere la testa. Al 23’ Jaconi deve cambiare Gasparello che ha speso molto per inserire Fracaro, centrocampista offensivo proveniente dal vivaio giallorosso. Poi succede di tutto: al 26’ viene espulso Cerone per una gomitata a Basso in mezzo al campo. Jaconi lancia Drudi, per dare qualità in mezzo al campo, al posto di per Proietti con la quota degli under salvaguardata dal 20enne Fracaro. Sembra giunto il momento buono per versare vagonate di voglia di segnare addosso a Pane, agevolati dalla superiorità numerica. Invece no. Dove non ci si mette la sfortuna ci pensano gli errori. Non appena la squadra di Jaconi trova slancio e forza, anche nervosa, per andare a cercare il pareggio ecco la stupidaggine (ma chiamatela come meglio pensate) mostruosa. Un lungo lancio dalle retrovie è controllato con una mano da Scaglia, dopo un ribalzo. Il tutto è abbastanza inspiegabile ma la decisione dell’arbitro, seconda ammonizione a Scaglia, è tutto sommato corretta. L’assalto giallorosso comunque c’è, Bonetto è quasi sempre nella metà campo biancorossa nonostante Jaconi l’abbia piazzato terzino destro con Basso in mezzo. Di fatto un’inedita difesa a tre che porta palloni in area avversaria ma anche una potenzialmente letale ripartenza 2 giallorossi contro 4 avversari sventata solo da un provvidenziale ripiegamento difensivo di Fracaro. Finisce dopo quattro minuti di recupero, finisce con l’autore del gol che commenta “ci è proprio andata bene oggi”.

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