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Marco PoloMarco Polo
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Nuovo modulo, nuove certezze

Col 4-4-2 spazio a Iocolano, Ferretti e soprattutto Bonetto. Salta però un cardine come Caciagli

Pubblicato il 03-10-2011
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E l’agognata rincorsa s’interruppe in un soleggiato e caldo pomeriggio bolzanino. Bisognava assolutamente riuscire a tirare la leva del paracadute per arrestare la pericolosissima caduta nel baratro. L’impresa mancata solo per questione di dettagli con il Latina riesce contro l’Alto Adige ed è tutto merito della ferocia messa in campo dai ragazzi di Jaconi. I giallorossi hanno fatto ricorso sistematico a tutta la tempra di cui disponevano per sopperire agli attuali limiti di gioco e soprattutto tranquillità. Non è un caso se in questa particolarissima partita nella partita ad uscire trionfatore è Marcelo Mateos. Il centrocampista, riposizionato nell’ambiente a lui più congeniale, in mezzo al campo, offre un rendimento semplicemente pauroso eruttando in campo, contrasto dopo contrasto, spallata dopo spallata, vagonate di contagiosa adrenalina. Contagiosa per i compagni che proprio riuscendo a fare quadrato sono riusciti a mantenere inviolata la porta di Grillo, per la prima volta in questo campionato. “Quando ti trovi a giocare condizionato dalla paura di essere beffato da un momento all’altro la cosa migliore che puoi cercare di fare è quella di sputare sangue come squadra per potare a casa la pelle – attacca Osvaldo Jaconi – e credo che il Bassano visto con l’Alto Adige abbia dato una grande dimostrazione di attaccamento alla maglia. Anzi per poco non riusciva anche a vincere”. Per tornare a far punti e per favorire la rinascita psicologica della squadra, Jaconi ha impostato i suoi secondo un quadrato 4-4-2. D’altra parte se in rosa, ora come ora,e in attesa dell’eventuale esplosione di Drudi, non c’è un trequartista importante il modo più semplice per coprire bene il campo e sfruttare il contropiede è proprio il modulo base per eccellenza: “La scelta del 4-4-2 è venuta dopo aver maturato la riflessione che dovevamo fare non uno bensì due passi indietro. Vi faccio una confidenza: questo sistema di gioco non piace neanche a me, anzi mi crea addirittura un pizzico di ribrezzo, tanto che non lo applico dai tempi del Castel di Sangro (1997 ndr) perché potendo scegliere voglio che le mie squadre siano propositive. Però con zero punti in classifica, meno responsabilità e difficoltà affidi ai ragazzi per le giocate e le coperture meglio è. Con questo schieramento, infatti, i centrocampisti sono più vicini agli altri reparti per aiutarsi nei raddoppi ecc. Lo stesso Proietti, che deve crescere, è facilitato. Poi scegliendo un modulo va di conseguenza che si vanno a pescare i ragazzi più idonei per interpretarlo, come Iocolano o Ferretti. E non appena sarà disponibile anche Bonetto che altrimenti avrebbe avuto qualche problema di collocazione, vi pare poco?”.

Il nodo Caciagli. Il cambio di modulo ha però avuto anche ripercussioni dolorose. Ogni riferimento non può che essere a Matteo Caciagli che è passato da giocatore cardine e inamovibile a non essere addirittura nemmeno convocato: “Lo staff tecnico e la società devono badare alle esigenze della squadra e prestare grande attenzione all’atteggiamento dei vari giocatori. Quindi non c’è nessuna preclusione a mettere in discussione alcune decisioni se queste possono portare benefici al gruppo. L’esempio di Martina è lampante di come il sottoscritto metta il gruppo davanti alle esigenze del singolo. In questo caso nel pensare ad una panchina ho privilegiato un giocatore che potesse giostrare sull’esterno e capace di entrare subito in partita. Sta ai miei giocatori farsi trovare pronti. Il problema è che i ragazzi lo devono accettare, se qualcuno inizia a pensare in maniera individuale diventa un problema. Poi è altrettanto evidente che questa normativa che impone l’utilizzo di almeno due under costringe delle scelte dolorose che vanno al di là delle considerazioni tecniche. Tornando a Caciagli, giocando con due giocatori in mezzo al campo le scelte sono obbligate perché uno non può che non essere Mateos, che per noi è un leader non solo per il modo in cui gioca ma anche per come sprona e indirizza i compagni, mentre l’altro posto siamo costretti a riservarlo ad un under”. Tirare le conclusioni dello Jaconi pensiero alla fine di queste dichiarazioni non pare così difficile: se Mateos è imprescindibile, e non verrà mai sostituito salvo problemi, meglio portarsi in panchina un giocatore da utilizzare in un altro ruolo. Tale lettura appare comunque una forzatura, il ragazzo resta uno dei giocatori più importanti della squadra, dettata, forse, da un atteggiamento non proprio entusiasta dello stesso Caciagli di fronte all’evoluzione dei fatti. Non ci vuole un fenomeno per capire come il centrocampista pisano non possa aver preso bene una situazione che lo penalizza oltremodo, per quanto dimostrato dal gennaio 2009 quando fu prelevato dal Poggibonsi. La preoccupazione, legittima, al di là delle dichiarazioni di facciata, è che possa riproporsi un altro caso Crocetti anche se Matteo non è tipo che getta facilmente la spugna.

Simone Iocolano, 22, in primo piano, e Caciagli, 25, alle sue spalle


Felicità Iocolano. A far da contraltare alle comprensibili perplessità sul caso Caciagli c’è la gioia irrefrenabile di Simone Iocolano e un Giovanni Martina che ha riassaporato il terreno di gioco dopo tanta anticamera. E proprio l’esterno torinese spiega le sue sensazioni per il ritorno in campo: “Un intero anno di anticamera mi ha veramente stremato. Non ne potevo più. Colgo l’occasione per ringraziare di tutto cuore i compagni che mi sono stati vicini anche nei momenti più bui e mi hanno sempre fatto sentire parte integrante dei successi della squadra. Non essermi mai sentito in disparte è stato qualcosa di straordinario. Il pareggio con l’Alto Adige ci dà morale, dovremmo essere pronti a tradurlo in allenamenti ancor più proficui. Importante non aver preso gol ma ora lavoreremo anche per farli”.

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