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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
No Bassano, così non va
I giallorossi non riescono ad andare oltre ad uno smorto zero a zero contro una modestissima Sangiustese. Preoccupano le difficoltà a creare chiare occasioni da rete.
Pubblicato il 16-11-2009
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BASSANO VIRTUS – SANGIUSTESE 0-0
Bassano Virtus (4-4-2): Grillo 5,5; Basso 6, Zanetti 6,5, Pavesi 6,5, Veronese 6 (33’ st Graziani sv); Iocolano 6,5 (19’ st Turetta 6), Favret 6, Vecchio 6 (24’ st Anaclerio sv), Beccia 7; Fabiano 6,5, Guariniello 6,5.
Fabiano è ingabbiato da tre giocatori della Sangiustese. L'attacco è stato servito poco e male (foto Andrea Martinello)
A disp.: Zattin, Pellizzer, Martina, Buelli. All.: Beghetto 5.
Sangiustese (4-1-4-1): Fanti 7; Carboni 5, Aquino 6,5, Arcolai 6,5, Polinesi 6,5; Vitali 6; Monti 5 (34’ st De March sv), Pigni 6, Iazzetta 5,5 (17’ st Carelli 6,5), De Marco 5,5; Fanesi 6.
A disp.: Pandolfi, Di Emma, Scarsella, Voinea, Lorini. All.: Giudici 6,5.
ARBITRO: Moretti di Bari 5,5.
RETI: -
NOTE: spettatori 700
Ammoniti: Arcolai, Turetta
Espulsi: -.
Angoli: 12- 2
Recupero: pt 1’; st. 6’.
Per parlare di Bassano Virtus - Sangiustese partiamo da alcune considerazioni significative: per la seconda partita consecutiva (per giunta in casa) la formazione di Bassano del Grappa non riesce a sviluppare un gioco che consenta di produrre con continuità chiare occasioni da rete contro un avversario inferiore sotto tanti punti di vista e che gli sta dietro in classifica. Di più. Per la seconda domenica di fila non si riesce ad assistere nemmeno a qualcosa che possa essere assimilabile ad un assalto finale alla porta degli ospiti. Se la gara con il Bellaria poteva essere un indizio e venir catalogata come episodio, con la Sangiustese possiamo apertamente parlare di prova: il Soccer Team fatica troppo a produrre un gioco che gli consenta di portare grandi pericoli all’estremo difensore altrui con avversari che pensano prevalentemente a difendersi. Cercare di migliorare l’aspetto della concretezza sottorete è quanto mai indispensabile ma questo tipo di alibi reggerebbe se gli attaccati avessero fallito diverse buone opportunità. Quando, invece, in tutta la partita si impegna il portiere avversario solo in tre occasioni nemmeno troppo limpide (a parte il colpo di testa di Guariniello sul quale Fanti ha compiuto un miracolo 7’ della seconda frazione di gioco) allora il problema si sposta qualche metro più indietro e in particolare sulla capacità di centrocampisti e terzini di sviluppare trame offensive che consentano di mettere le punte nelle condizioni di battere a rete. Le similitudini con la scialba partita contro la Sacilese si sprecano ma la situazione è ancora più allarmante alla luce della scarsa consistenza della formazione marchigiana che, al contrario delle stesse Bellaria e Sacilese, denuncia evidentissimi limiti sia in costruzione che nelle ripartenze. Insomma al “Mercante” va in scena un nulla cosmico eccezion fatta per volontà e abnegazione. Pregi questi che se abbinati ad una buone dose di qualità possono creare una miscela esplosiva, altrimenti non c’è destino diverso da quello di soffrire costantemente e aspettare l’episodio favorevole per andare in rete per vincere contro chiunque scenda in campo rifiutandosi di giocare a viso aperto.
Le scelte. Grosse sorprese alla lettura della distinta. La prima riguarda il cuore della retroguardia dove bisogna annotare il rientro di Zanetti, evidentemente recuperato dall’influenza che l’aveva costretto a letto giovedì, al posto di Pellizzer. La seconda e ancor più sostanziosa riguarda l’attacco dove, per sopperire all’indisponibilità di La Grotteria, Beghetto dirotta Fabiano. Al posto del talentuoso esterno milanese fa la sua ricomparsa dal primo minuto, dopo cinque gare, Alessandro Beccia.
Poche idee, scarsa lucidità. La vigilia degli ultimi due incontri è stata contraddistinta da un unico concetto chiave: crescere e sviluppare la manovra. Prima sono stati rintracciati carattere, spirito di sacrificio, umiltà e determinazione, che unite alla conclamata solidità difensiva di questo Bassano, hanno consentito di distruggere la Nocerina e di mettere in mostra belle prestazioni contro Lucchese e Itala San Marco. Il passo successivo è quello più difficile da raggiungere perché “occorre tanto tempo, lavoro e possibilità di sbagliare” dichiarava mister Beghetto. Il guaio è che ancor prima di queste componenti vengono i giocatori. Pretendere che una squadra sviluppi un gioco veloce e fluido priva di centrocampisti con un determinato tipo di caratteristiche potrebbe essere un’utopia. Senza Anaclerio nel cuore del centrocampo e con La Grotteria, in grado di dispensare qualità sulla trequarti, fuori uso il Soccer Team si trova composto da tanti gregari di lusso. Beccia, Favret e Vecchio sono molto più bravi a distruggere che costruire e far girare velocemente la sfera. Se poi Fabiano, che in questo momento è l’unico che ha nei piedi delle giocate fuori dal comune, viene dirottato in attacco a causa delle suddette assenze, il reparto nevralgico del campo si trova sguarnito di qualcuno che sia in grado di accendere la luce. Il risultato? Tanti i lanci lunghi sistematicamente preda dei difensori rossoblù, che hanno vita facile nel gioco aereo contro Guariniello e Fabiano che si sbattono e sono sì vispi, ma che necessiterebbero di suggerimenti palla a terra per poter esprimere tutto il loro potenziale. A questo punto non si comprende perché un tipo come Graziani che si nutre di scontri fisici e duelli aerei venga tenuto seduto comodamente in panchina fino dodici minuti dal fischio finale. Tantopiù se si contano i calci d’angolo, ben dodici, record stagionale, nei quali un centravanti d’area avrebbe sicuramente fatto molto comodo. Ci sarebbe un calcio di rigore su Guariniello al 7’ della ripresa e, siamo certi, un eventuale vantaggio avrebbe aperto ai padroni di casa le porte di una comoda vittoria. Però attaccarsi agli episodi sarebbe riduttivo se è vero come è vero che nel secondo tempo va messo a referto solamente una conclusione di Beccia e se l’ultimo tiro nello specchio va attribuito a Fabiano su calcio da fermo al 31’. Troppo poco per vincere insomma. Le giornate al termine sono sempre meno, davanti continuano a vincere e la forbice dall’ultima posizione buona per centrare i playoff si è allargata a cinque punti: se non si inverte al più presto la tendenza si rischia seriamente di rimanere fuori da qualsiasi discorso qualificazione. Adesso la palla passa a tecnico che, almeno fino al mercato di gennaio, deve far di necessità virtù magari con il determinante reintegro a tempo pieno di Anaclerio e Chiopris Gori. D’altra parte non è tutto da buttare via, non siamo di fronte ad una squadra allo sbando, ma ad una formazione che deve trovare la sua identità. Speriamo solo non la trovi fuori tempo massimo.
Le pagelle
Beccia 7. Di fronte a sé ha un Carboni debilitato dall’influenza e con caratteristiche non proprio difensive. Aggiungiamoci che Alessandro vuole spaccare il mondo per la tanta panchina riservatagli ultimamente e ne vien fuori un partitone.
Iocolano 6,5. E’ vivace, va poche volte sul fondo a crossare ma in compenso ha il merito di battere sempre molto bene i calci da fermo. E in giornate come queste poteva risultare determinante.
Fabiano 6,5. Spegnete lui e spegnete il Bassano. Si può sintetizzare così l’importanza di Gianni in questa squadra. Quando la palla è tra i suoi piedi le tribune sono scosse da un fremito. Gioca in attacco ma non viene quasi mai servito adeguatamente.
Favret 6. Fisicamente sta benissimo, macina chilometri su chilometri, contrasta e riparte palla al piede. Peccato che giunto al limite dell’area, per scarsa lucidità e scarse idee, non riesca ad effettuare l’ultimo passaggio o andare pericolosamente alla conclusione. Ma non sarebbe nemmeno compito suo.
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