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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Ecco Massimo Beghetto. Il nuovo tecnico si presenta.
“Voglio una reazione prima mentale che tecnico-tattica. Le qualità di questa squadra non sono in discussione. Sono convinto che sapremo riemergere”
Pubblicato il 06-10-2009
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Il cambio in panchina negli ultimi anni ha portato bene in casa Bassano Virtus. L’avvicendamento tra Dal Bianco e Sandri nell’autunno 2004 ha portato alla grande vittoria del campionato di serie D e il balzo nel calcio professionistico, oltre allo scudetto dilettanti. Ezio Glerean, subentrato a Bobi Sandri nel gennaio del 2006, ha ottenuto una preziosa salvezza eppoi ha guidato il Bassano Virtus alle più esaltanti stagioni della sua storia con una squadra che esprimeva un calcio unico (e irripetibile) e mettendo in bacheca una Coppa Italia di serie C. Il resto è storia recentissima con l’esonero del tecnico di Romano a favore di Giorgio Roselli che ha guidato i giallorossi ad un’incredibile rimonta dal penultimo al quarto posto in campionato. Ora il testimone passa a Massimo Beghetto. Non è un mistero che, con l’avallo incondizionato di Stefano Braghin, sia stata la proprietà, e Renzo Rosso in particolare, a puntare forte sul giovane tecnico cresciuto in casa. Beghetto non ha esperienze alla guida di formazioni al livello di prima squadra ma ha ottenuto prestigiosi risultati nel settore giovanile bassanese alla guida degli Allievi prima e della Berretti nell’ultimo triennio. Inoltre in carriera è stato un grande calciatore vestendo le maglie di Bologna, Chievo, Perugia e Vicenza nella massima serie. Un tecnico che possiamo definire emergente e con il quale la proprietà vuole ricalcare le orme di Sandri, altro tecnico proveniente dalla Berretti.
A Massimo Beghetto viene quindi concessa una grande opportunità ma deve farsi carico, da un altro punto di vista, di una enorme responsabilità: - “Per me è stato come un fulmine a ciel sereno, non me l’aspettavo assolutamente. Mi rendo conto di quello a cui vado incontro, so che subentrare in corsa non è mai facile ma ho vagliato tutto con estrema attenzione e alla fine ha prevalso la convinzione che ci siano tutte le possibilità per riemergere e fare bene. Questa idea è scaturita dalla conoscenza diretta della squadra e le qualità che sono presenti al suo interno, non solo sotto il profilo tecnico e tattico ma anche dal punto di vista delle qualità umane”. Alcuni giocatori presenti attualmente in rosa sono stati ex compagni del neo tecnico. Con Pavesi e Beccia ha vinto la serie D, con Basso ha disputato la prima stagione in C2: -“Infatti mi riferivo proprio a quello quando parlo di conoscenza delle qualità dal punto di vista umano. Questo mi consente di partire con un piccolo vantaggio, che non può essere determinante, però è molto funzionale perché parto conoscendo già l’ambiente, la mentalità della società, le ambizioni e la piazza. Comunque alla fine quello che conta è il campo, le chiacchiere lasciano il tempo che trovano”. L’altro lato della medaglia può essere la mancanza d’esperienza a livello di prime squadre (anche se in questo periodo va di moda l’allenatore debuttante alla Guardiola o, fermandoci all’interno dei confini nazionali, Ferrara e Leonardo). Beghetto, comunque, è stato allenato in carriera da allenatori di primissimo piano: -“Sicuramente da calciatore ho avuto il privilegio di aver avuto allenatori importanti dai quali ho sempre cercato di assimilare il massimo. Ricordo come grandi maestri Guidolin, Novellino, Reja ognuno con il proprio modo di fare e di agire per far rendere la squadra al 100%”. Il modulo tattico prediletto da Beghetto è il 4-4-2, dà li si ripartirà fin da domani in Coppa Italia a Ferrara con la Spal: -“Esatto, specialmente all’inizio preferisco partire con delle cose semplici, concrete e facilmente assimilabili. Solo successivamente, se ci sarà la possibilità e ci saremmo tirati fuori dalle secche, potrò provare il 4-3-1-2 che è un sistema di gioco che mi piace molto”. Per quanto riguarda la situazione attuale Beghetto ha colto principalmente un problema mentale: -“Ho visto giocare il Bassano un paio di volte e non mi posso permettere di esprimere giudizi, spero di individuare al più presto le zavorre che impediscono il decollo e porvi rimedio. L’unica cosa su cui mi sbilancio è che ho visto una squadra che parte con tanto entusiasmo e voglia ma che alla prima difficoltà ci si ”piange addosso” invece di reagire. Per questo la prima cosa che pretendo è una reazione dal punto di vista mentale, ritrovare autostima e fiducia. Peccato avere l’intralcio della Coppa proprio questa settimana, andremo a Ferrara con lo spirito giusto ma è scontato che ci teniamo molto di più a far bene domenica con la Giacomense”. Un grosso equivoco con il quale Roselli si è dovuto scontrare è stato il modulo ideale per far rendere Anaclerio. Il regista, che tecnicamente non si discute, può essere adatto al 4-4-2? Per Beghetto si: -“ Adesso è presto e analizzeremopiù avanti tale situazione, però credo che Anaclerio sia un grande giocatore e non avrà problemi a giocare anche col centrocampo a quattro in linea”.
Massimo Beghetto, a sinistra, con Michele Nicolin, responsabile del settore giovanile giallorosso
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