Marco PoloMarco Polo
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Così non va

Il Mestre ci prova, il Bassano sta a guardare e porta a casa la terza sconfitta consecutiva. Partita di una pochezza cosmica.

Pubblicato il 05-11-2017
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MESTRE - BASSANO 1-0

AC Mestre (3-5-2): Gagno 6; Gritti 7, Perna 6,5, Politti 6; Fabbri 7 (29’ st Lavagnoli sv), Casarotto 5,5 (12’ st Beccaro 6,5), Boscolo Papo 6, Rubbo 6, Kirwan 6,5; Spagnoli 6 (38’ Neto Pereira sv), Bussi 5 (12’ st Sottovia 6).

(immagine Eleven Sports)

A disp.: Favaro, Ayoub, Zanetti, Boffelli, Stefanelli, Sodinha, Bonaldi, Zecchin. All. Zironelli.

Bassano Virtus (4-3-2-1): Grandi 7; Bonetto 5,5, Barison 6, Bizzotto 6,5, Karkalis 6; Bianchi 3 (19’ st Proia 7), Botta 4,5, Laurenti 5,5 (44’ st Stevanin sv); Minesso 5 (31’ st Gashi 6,5), Venitucci 5 (19’ st Fabbro 5,5); Grandolfo 6 (19’ st Diop 5,5).
A disp. Falcone, Piras, Pasini, Salvi, Bortot, Tronco. All. Magi

ARBITRO: Guida di Salerno
RETI: pt 18’ Beccaro rig (M)
NOTE: -
SPETTATORI: 1300
AMMONITI: Laurenti, Gritti, Rubbo, Karkalis, Barison, Boscolo Papo
ESPULSI: Salvi (dalla panchina)
ANGOLI: 5-4
RECUPERO: pt 1’; st 0’

Portogruaro. La prima impressione è che se avessero tutti la voglia di Proia e Gashi probabilmente il Soccer Team non sarebbe stato protagonista al Mecchia di una prestazione inguardabile. I giallorossi a Portogruaro non hanno saputo creare un minimo sindacale di gioco, il centrocampo non partorisce un’idea neanche sotto tortura, un piattume depressivo prolungato. Non c’è stata reazione se non dai giovani citati in apertura, non si salva nessuno, un naufragio. Non ci sono certezze da cui ripartire, l’unica certezza è la cavolata bestiale di Bianchi a spingere a terra un avversario che sta uscendo dall’area dopo che Grandi, bontà sua, compie un miracolo per mantenere la porta inviolata. Da mani nei capelli. Non si sono visti voglia, ardore, convinzione, peggio di così non si poteva giocare. Il Bassano non è obbligato a vincere ma nemmeno costretto a (non)giocare in maniera così straziante. In confronto a questa indecifrabile squadra, che un giorno gioca novanta minuti palla a terra e la volta dopo sta a guardare gli altri, il dottor Jakyll ha sofferto solamente di qualche sbalzo d’umore. I giallorossi o sfolgorano per velocità e brillantezza, primo tempo con Pordenone, Triestina e Renate per esempio, oppure fanno trascorrere la partita con l’unico intento di irretire la manovra avversaria. Contro gli arancioneri i minuti si sprecano in una noiosamente infinita fase di studio che termina circa alla mezz’ora. È solo dopo il gol mestrino su rigore al 18’ della ripresa che si percepisce un minimo di reazione. Per fortuna entrano Proia e Gashi ad infondere un minimo di speranza in un pomeriggio di una tristezza disarmante.

Le scelte. “Qualcosa cambieremo” disse Giuseppe Magi alla vigilia della trasferta contro il Mestre. E quel qualcosa, principalmente, è l’ingresso dal primo minuto di Grandolfo come terminale offensivo davanti a Minesso e Venitucci. In cabina di regia rientra Botta mentre Andreoni dà forfai all’ultimo minuto e al suo posto gioca l’ex di turno Bonetto. Visto l’impegno infrasettimanale contro il Padova mister Zironelli cambia diverse pedina dell’undici titolare. In altre parole fa turnover.

Pesantezza. I primi trenta minuti del Mecchia non passeranno eufemisticamente alla storia. Il Mestre è in partita sicuramente di più del Bassano. Bisogna aspettare mezz’ora affinché, improvvisamente, i ritmi si alzano, il Mestre sembra più determinato, più cattivo e di certo è un minimo incisivo. Il BV pungolato è almeno pronto a reagire con Grandolfo che per poco non induce Politti all’autogol, fortunosa e miracolosa la respinta di Gagno. Salvi viene espulso direttamente dalla panchina, al duplice fischio lo zero a zero è scolpito nel marmo.

Se non lo vedi non ci credi. Alla ripresa delle ostilità il Mestre si getta con maggior convinzione nella metà campo giallorossa. I padroni di casa mostrano una manovra avvolgente ma anche veloce che mette per alcuni minuti alle corde la retroguardia bassanese. Al 17’ momento chiave. Fabbri lascia sul posto due giallorossi e Grandi è costretto a compiere una parata prodigiosa. La palla non viene allontanata e Bianchi pensa bene di commettere un fallo da rigore che più osceno e allo stesso tempo inutile non si può. Beccaro dal dischetto non sbaglia. Da piangere. Il gol permette a Magi di far entrare tre giocatori che da diversi minuti aspettavano a bordo campo. Si tratta di Fabbro, Diop e Proia, fuori Bianchi, Grandolfo e Venitucci. E proprio Proia scalda subito le mani a Gagno per provare a dare un senso ad un pomeriggio inutile. In contropiede il Mestre è pericoloso: al 25’ Sottovia sfiora il raddoppio con un bel tiro in diagonale. Al 39’ è ancora Proia a provare a riprendere la contesa: colpo di testa interessante su imbeccata di Laurenti. Il problema è che la palla è sempre tra i piedi dei giocatori del Mestre, in pratica un’agonia lenta.

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