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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
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Come ti cambio il Bassano
Qual è la differenza tra il Soccer Team bicampione e quello che ha superato il Pordenone portandosi al secondo posto solitario? Come fa questo gruppo che ha perso le migliori individualità d’attacco essere ancora lì in alto (altissimo)?
Pubblicato il 14-03-2016
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A parità di tutte le altre componenti che hanno reso immortale questo Gruppo e che andiamo ad elencare, sperando di non dimenticarne qualcuna, quali mentalità, comunione d’intenti, coraggio, due palle enormi, rispetto reciproco, incommensurabile cultura del lavoro che è alla base dei continui progressi individuali e di una condizione atletica sempre invidiabile, straordinaria capacità di farsi scivolare addosso le tensioni derivanti dai grandi appuntamenti o i contraccolpi psicologici patiti a seguito di partite beffarde o a gara in corso… lo spartiacque è facilmente individuabile. Il bicampione disponeva di un attacco irrefrenabile, questo non ancora. Petrone ha avuto il compito più difficile, allora fu costruito un gruppo giovane, da amalgamare, da forgiare che doveva cercare di salvarsi dalla mannaia delle nove retrocessioni, con la prospettiva che la Diesel mollasse tutto. Se finì in trionfo (campionato e Supercoppa) fu merito di una crescita non scontata e preventivabile di giocatori che si sono rivelati valere la categoria superiore (pensiamo a cos’erano Iocolano e Maistrello ma anche lo stesso Furlan prima di Mario). Grazie a questi compagni Pietribiasi, autore comunque di una lievitazione personale notevole, ha toccato livelli mai assaporati prima. Antonino Asta ha ereditato quel Gruppo e ha costruito le più grandi imprese della storia della formazione di Bassano del Grappa avendo come punto di forza un attacco atomico, devastante (Nolè e Cattaneo arrivarono a sostituire Berrettoni nello scacchiere d’attacco). Non così è invece stato per Stefano Sottili, inizialmente catalizzatore di qualche critica proprio per aver cambiato una natura, quasi un dna, che era stato vincente. Non ci eravamo accorti che lì davanti era cambiato praticamente tutto. Dopo il mercato di gennaio il cambiamento è stato totale.
Gran lavoro. E allora, a otto partite dalla fine della regular season va dato atto alla lungimiranza del tecnico toscano: se non avesse cambiato il Soccer Team come ha fatto ora i giallorossi occuperebbero una posizione di classifica ben diversa (senza contare i punti meritati ma lasciati per strada…!). Se il Bassano di Asta giocava praticamente sempre allo stesso modo «dritto per dritto, preoccupatevi vuoi» (non aveva senso cambiare), quello di Sottili avendo meno forza nelle individualità, ha dovuto evolversi, imparare ad essere più compatto (terza miglior difesa del campionato, impensabile l’anno scorso) anche grazie al diverso contributo di Misuraca rispetto a Berrettoni/Nolé, a gestire il gioco palla a terra fin dalla difesa, ad adattarsi alle varie fasi della partita, a portare a casa punti che muovono la graduatoria anche in giornate non brillanti, a far tesoro delle palle inattive, a mettere in campo un pizzico di malizia in più, in generale a curare maggiormente i dettagli. Il tutto senza snaturare il modo di stare in campo e gettando le basi per un futuro interessante grazie al lancio di numerosi giovani che sono delle realtà, partendo da Stevanin, Barison, Candido e Fabbro.
Proietti, Candido e Semenzato confabulano prima di un calcio di punizione (foto Claudia Casarotto)
In questo quadro ci permettiamo, però, di trovare il pelo nell’uovo: senza il rigore conquistato da Bizzotto (secondo incontro consecutivo da matchwinner per lui) il rischio che la superiorità giallorossa non si concretizzasse con i tre punti c’è stato. Il nuovo salto di qualità la compagine giallorossa lo farà quando riuscirà ad elevare la propria efficacia negli ultimi 16 metri (non è un caso se il capocannoniere della squadra con 5 gol sia un centrocampista adattato alla trequarti come Misuraca). In questi ultimi due mesi gli sforzi maggiori in sede di allenamento dovranno essere rivolti a questo aspetto, l’impegno non manca di certo, e va data fiducia e tempo a chi può ripercorrere le orme dei Iocolano e dei Furlan, avendone il potenziale ma non ancora il sufficiente grado di maturazione (Candido e Piscitella per esempio hanno quattro anni in meno dell’ex capitano) e continuità. Nel frattempo c’è curiosità nel toccare con mano cosa potranno apportare Momentè, Piscitella (gran debutto al Mercante per lui, probabilmente utilizzato con un timing perfetto) e Laurenti. Il timone, questo è ormai un dato assodato, è in buone mani.
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