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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
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Varato il nuovo corso
È il giorno di Stefano «il duro» Sottili. La prima impressione è davvero convincete, il tecnico emana sicurezza nelle proprie capacità, sana ironia, idee chiare e tanta voglia di iniziare a lavorare:«Prima di tutto viene la cultura del lavoro»
Pubblicato il 02-07-2015
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Alla presentazione del nuovo mister sono presenti il presidente Stefano Rosso, il vice presidente Roberto Masiero e il dg Werner Seeber. Da tutti traspare un’assoluta convinzione nella scelta fatta affidando la panchina a Stefano Sottili: «Siamo reduci da due annate straordinarie – spiega il pres – sia sul piano sportivo per quanto fatto sul rettangolo verde, sia fuori dove siamo cresciuti moltissimo. Noi siamo una società ambiziosa e come tale saremmo portati ad alzare sempre un po’ l’asticella. D’altra parte, però, siamo convinti della strada che abbiamo intrapreso, una strada che punta sulle motivazioni e voglia di rilancio dei giocatori, contenendo i costi e le spese che stanno massacrando un numero sempre maggiore di squadre anno dopo anno. È una politica dei piccoli passi, dell’equilibrio che permette una solidità nel tempo. Dimentichiamoci il campionato vinto e la finale playoff: ripartiremo per fare bene, con le idee chiare ponendo la salvezza come traguardo minimo. Perché Sottili? Ci è piaciuto da subito. È una persona tenace, competente, con alle spalle due promozioni e che poteva fornirci garanzie anche in ottica di ripescaggio. Attenzione, dico ripescaggio ma sappiamo che non abbiamo quasi nessuna possibilità, noi ci stiamo preparando assolutamente alla LegaPro».
Il tecnico. Il primo approccio di Sottili con la nuova realtà non riguarda il calcio: «Innanzitutto devo dire che Bassano del Grappa è proprio una bellissima città. C’ero già stato di passaggio e son davvero felice di poterci vivere, almeno per un po’». L’allenatore esprime poi le sue aspettative: «Sono qui con l’intento di far crescere il gruppo che mi verrà messo a disposizione. Il Bassano ha vinto gli ultimi due campionati, in due categorie diverse, partendo ogni volta con l’obiettivo di salvarsi. Questi risultati meravigliosi e inaspettati stanno a significare che il gruppo, i singoli, sono cresciuti sempre di più e anche in maniera consistente. Ecco mi piacerebbe accadesse la stessa cosa. E per farlo conosco una sola ricetta: il lavoro, la dedizione alla causa durante la settimana e non solo nelle due ore di allenamento. Voglio che i ragazzi siano ambiziosi, l’ambizione personale che poi si esalta nel collettivo. La gestione del gruppo è una questione sacra, il più bel complimento da parte di un giocatore l’ho ricevuto proprio da un ragazzo che giocava meno». Da un punto di vista tecnico Sottili non si sofferma a parlare di moduli prima di conoscere la rosa che avrà a disposizione (il raduno sarà il 13 luglio): «Le caratteristiche dei giocatori sono quelle che dettano il modulo, non viceversa. In generale chiedo alla squadra di essere propositiva quando è in possesso della palla e con la bava alla bocca quando, invece, bisogna recuperarla. In ordine reputo essenziali lo spirito di squadra, l’atteggiamento collettivo, il saper gestire i momenti difficili, sapersi prendere le proprie responsabilità. I tifosi? Io sono dell’idea che dev’essere la squadra a trascinarli e deve farlo più con il cuore che con le giocate ad effetto».
Il direttore generale. L’attenzione si sposta poi su Werner Seeber. O meglio, è lo stesso Sottili a spostare l’attenzione sul suo principale referente quando si pone la questione del momento: il Bassano ripartirà dallo zoccolo duro che in due anni ha vinto due campionati o vi sarà una mezza rivoluzione? Inconfutabilmente la prima ipotesi meglio si sposa con il concetto di «progetto» e consentirebbe a Sottili di ripartire da una formazione collaudata, proprio come è successo quando Asta ha raccolto il testimone di Petrone, nonché da un gruppo che a livello emotivo ha dimostrato di essere superiore praticamente a tutte le avversarie incontrate in due differenti categorie. Tuttavia gli elementi in scadenza di contratto sono numerosi, alcuni sono veri e proprio totem dell’ultimo biennio a partire dall’intero pacchetto arretrato (Rossi, Toninelli, Bizzotto, Priola, Semenzato eppoi Furlan, Pietribiasi, Cattaneo) mentre altri sono ambiti da altre società (Iocolano, Proietti, Davì). Il rischio è di dover ripartire da zero o quasi: «La nostra volontà evidentemente è di mantenere un’ossatura collaudata. D’altra parte però una formazione vincente arriva ad un punto in cui ha bisogno di nuovi stimoli, perciò ben venga l’allenatore e gli altri innesti nuovi che andremo a fare. Infine dobbiamo fare i conti con il budget». In buona sostanze il massimo dirigente sostiene di non poter trovare un accordo con quei giocatori che facciano delle richieste non in linea con l’attuale politica giallorossa dei salari. Siano essi tra gli eroi passati alla storia del Soccer Team o provenienti da altri lidi.
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