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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

Calcio

Intervista all'ex giallorosso Paolo Minardi

L’indimenticato difensore sarà di scena, con la sua Giacomense, domenica al “Mercante”. “Le regole sono fondamentali per la gestione di un gruppo, spero che la questione tra Glerean e Cesca si risolva”

Pubblicato il 25-09-2008
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Paolo Minardi è attualmente un giocatore della neo promossa Giacomense. Fino a giugno, però, era un importante giocatore del Bassano Virtus e domenica scenderà in campo contro il suo recente passato: -“Sarà un’emozione – attacca il difensore faentino – perché a Bassano ho lasciato tanti amici e bellissimi ricordi. Qui ho trascorso un periodo molto bello sia dentro che fuori dal campo”. Anche il pubblico bassanese lo ricorda con affetto ed è pronto a tributargli il benvenuto che merita.

Paolo, che bilancio tracci di questi primi mesi con la nuova squadra?

Paolo Minardi, in giallorosso per due stagioni e mezzo (foto Andrea Martinello)

“È una valutazione estremamente positiva sebbene si tratti di una realtà abbastanza piccola. Sono stato accolto molto bene. Ho trovato grande voglia di imparare, di migliorarsi, di fare bene da parte di tutti. Io faccio del mio meglio mettendo a disposizione l’esperienza maturata di tanti anni nei campi della serie C”.

Per il Bassano la gara di domenica è molto delicata. Potrebbe trattarsi di un crocevia importante della stagione. Che Giacomense bisognerà attendersi?
“Il nostro team arriva all’incontro in discrete condizioni. Anche noi abbiamo avuto qualche problema, giocando maluccio e perdendo la seconda e la terza di campionato. Già domenica, però, ci siamo rifatti battendo il Cuoiopelli in casa nostra e portandoci a quota sei in classifica. La nostra è una squadra abbastanza giovane che fa dell’umiltà, dell’aiuto reciproco e dell’entusiasmo le proprie armi vincenti”.

Il Bassano, al contrario, non sta passando un periodo molto sereno. E’ partito con il freno a mano tirato e perso le ultime due gare. In settimana inoltre è scoppiato il caso con protagonista Alessandro Cesca.
“Non voglio scendere nel merito perché mi sembrerebbe irrispettoso nei confronti delle parti in causa. Inoltre non sarebbe giusto che io esprimessi una giustificazione nei confronti di uno o dell’altro. Posso dire che mi dispiace, questo sì, e che spero che la situazione si risolva nel migliore dei modi per entrambi”.

Questo sfogo di Cesca è interpretabile come un’opinione isolata oppure è l’indice di un malumore che serpeggia tra i giocatori? Lo spogliatoio del Bassano è unito?
“Io penso proprio di sì. Almeno finché ho vissuto in prima persona lo spogliatoio c’è sempre stata grande armonia e comunione d’intenti. Poi, vabbè, quando un gruppo di lavoro è composto di oltre venticinque persone è chiaro che non si può sempre e comunque andare d’accordo con tutti. È una cosa normale e logica. L’importante è che le critiche siano costruttive e che ci sia uno scambio di opinioni per cercare di migliorarsi a vicenda. E a Bassano è sempre accaduto così”.

La tesi di Glerean è che la squadra viene prima dei singoli e, perché un gruppo lavori in armonia, è indispensabile che ci siano delle regole che non possono essere trasgredite. Tali precetti, in relazione agli altri tecnici che ti hanno allenato, sono così ferrei o rientrano nella normalità?
“Sono anch’io convinto che le regole nella gestione di un gruppo siano fondamentali, a prescindere. Questo perché tutti i componenti devono avere pari dignità e nessuno possa permettersi di fare il bello e cattivo tempo o comunque avere privilegi. Nella mia personale esperienza non ho mai sofferto per regole particolarmente improbe e quelle di mister Glerean non fanno assolutamente eccezione. A parte tutto resto convinto di una cosa…”

Cioè?
“Il Bassano è, e resta, una squadra molto forte. Sicuramente stanno passando una leggera fase che definirei di assestamento più che di difficoltà. Il gruppo, lo staff e la società hanno tutte le carte in regole per centrare l’obiettivo che abbiamo mancato per un soffio la scorsa stagione. Dategli solo un po’ di tempo, vedrete…”.

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