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Marco Polo
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Mateos torna ad esultare sul velodromo
“Era da tanto che ci volevo tornare”. Poi punge: “Mi davano per finito”. Brucato: “Abbiamo vinto con il cuore”
Pubblicato il 25-04-2012
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La cosa più importante da sottolineare al temine della seconda vittoria consecutiva che tiene sempre più aggrappato il Bassano alla zona salvezza è la seguente: è emerso il gruppo. Quando, quasi, tutto pareva compromesso la squadra ha fatto quadrato e messo in campo tanto di quell’orgoglio da sommergere anche un avversario quotato come il Frosinone. Chiaro che in questa vittoria c’è anche un pizzico di fortuna, quando si mettono a segno due gol oltre al 90’ c’è anche questa componente. Ma è altrettanto vero che per l’ennesima volta la sfortuna ci aveva visto benissimo: prima azzoppando Ghosheh poi dando alla possibilità ad un remissivo Frosinone di passare in vantaggio: “Sono fondamentalmente d’accordo – spiega mister Brucato – perché senza una grande risposta da parte del gruppo, degli uomini, oggi non saremo qui a commentare questi due risultati. Su questo tasto ho battuto moltissimo, fin dal mio primo allenamento. I risultati non vengono per caso, la prestazione questa squadra l’ha sempre fatta, escluso lo scivolone con l’Andria, e pian piano siamo migliorati anche nell’organizzazione di gioco. Con il Frosinone siamo stati meno fluidi anche a causa di qualche assenza che ci ha tolto un po’ di dinamicità ma credo che abbiamo compensato a tutte le lacune con la forza del gruppo, il cuore, la generosità”. Fino ad un certo punto sembrava di assistere alla solita maledetta domenica condita e condizionata da episodi sfortunati tanto estemporanei quanto decisivi: “Si in effetti la prima impressione è stata quella, dopo un primo tempo ottimo quel gol poteva cambiare le cose. Però stavolta siamo riusciti a ribaltare un destino avverso anche grazie alla miglior capacità realizzativa che ci contraddistingue ultimamente (tre gol a Siracusa di cui uno annullato, tre gol a Trieste di cui uno annullato, due gol a Prato, due gol col Frosinone ndr). Durante l’intervallo ho rassicurato i ragazzi raccomandandomi di non perdere la testa (anche patròn Renzo Rosso ha fatto un salto negli spogliatoi per rincuorare la squadra ndr), di restare in partita perché altrimenti si rischiava di compromettere tutto. Martina? Quest’anno è stato penalizzato dalla regola degli under ma è un bravo ragazzo che meritava di giocarsi le sue carte. Ghosheh? Per lui una leggera distorsione alla caviglia ma col Piacenza torna a disposizione anche Bonetto”. Le energie fisiche ma soprattutto mentali per affrontare due partite così toste in pochi giorni sono notevoli. Ma i successi cancellano tante fatiche e contro il Piacenza saranno disponibili quattro possibili titolari che sono Saglia, Bonetto, Proietti e Ferretti: “Fino a stasera mi prendo un piccolo break mentale anch’io, da domattina ne riparliamo. In ogni caso si, rientreranno forze fresche che ci potranno dare una grossa mano”.
Non smette di correre neanche in sala stampa Marcelo Mateos. Il centrocampista ha fretta in tutti i sensi. Ha fretta di risalire la classifica, di lasciarsi alle spalle una stagione travagliata sia da un punto di vista personale che da quello della squadra. Ha fretta di buttarsi anima e corpo sulla sfida col Piacenza ma anche di far capire di avere il dente avvelenato, probabilmente in maniera un po’ troppo frettolosa appunto: “Siamo ancora vivi, i tre punti col Frosinone erano fondamentali per rimanere in corsa anche alla luce dei risultati per noi non favorevoli che sono maturati sugli altri campi. Voltiamo pagina in fretta perché il Piacenza incombe già. Se giochiamo concentrati e da squadra come abbiamo fatto oggi i punti non ci sfuggiranno”. Mateos ha visto un ottimo Bassano sia nel primo tempo, dove ha tenuto quasi costantemente il pallino del gioco in maniera propositiva, sia nella ripresa, dove al contrario la squadra ha un po’ patito gli episodi sfavorevoli: “E’ stata una buona partita da parte nostra. Loro arrivavano da un ottimo momento di forma e risultati. Non ho visto un calo nel secondo tempo anche se avevamo speso tanto nella prima frazione e prendere gol in quel modo, prima di rientrare nello spogliatoio, è dura. Siamo stati bravi a crederci fino alla fine e quando ci credi con tutte le tue forze poi può starci che un pizzico di fortuna ti possa dare una mano”. Domenica è di nuovo tempo di spareggi, la stanchezza può farsi sentire alla terza partita in 8 giorni ma le vittorie rendono più leggero qualsiasi sforzo: “Quando c’è entusiasmo è più facile recuperare. La vittoria di oggi, unita a quella di domenica a Prato, ci può dare quella fiducia che è mancata durante l’anno a causa di tante partite sfortunate”. Tornado sula situazione particolare Mateos, in seguito a domanda precisa, rimarca le difficoltà vissute in questa stagione e coglie l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Più di qualcuno mi dava per finito. Capisco che da fuori non sia facile capire gli sforzi che fa un giocatore quando non si può allenare con continuità. Ma è giusto che un professionista lavori col capo chino che poi le sue rivincete se le può prendere in campo. Come sto? Male, sono stanco, è tutta la stagione che tiro la carretta…”. Lo aspettavamo tutti ad esultare sul velodromo come ai vecchi tempi della serie D dove con Manuel Rizzi spesso e volentieri si prodigava in lunghe corse a due passi dal pubblico: “Era ora, era tanto che ci volevo tornare lì sotto”.
Grande gioia al fischio finale del match (foto Roberto Bosca)
Laconico il match winner Guerrino Gasparello: “Sono venuto in sala stampa solo per educazione. Adesso infatti non mi va di parlare, voglio che a risaltare siano i risultati e noi non abbiamo ancora ottenuto niente. Io per caratteristiche sono uno che non molla mai, anche se la fiducia quest’anno non l’ho mai avvertita fino in fondo e non è sempre facile ripartire. Adesso c’è solo da concentrarci e prepararsi per l’ennesima finale, quella contro il Piacenza. Ci sentiamo responsabili di quello che è successo fino adesso, abbiamo tanta voglia di gridare al mondo che non valiamo l’ultimo posto. Il nostro maggiore problema finora è stato mentale e questi due successi consecutivi sono delle belle medicine”.
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