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Marco PoloMarco Polo
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Il male del Bassano è una manovra povera di sbocchi

Anche il centrocampo supporta poco la manovra. Vanno trovate nuove soluzioni. Braghin: “Durante la sosta lavorare a testa bassa”

Pubblicato il 13-02-2012
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Una sconfitta che fa male perché il Bassano ha estremo bisogno di punti. Anche se, onestamente, far punti contro questo Barletta sarebbe stata una vera impresa: “Se dovessi pensare che il calcio di rigore non realizzato abbia determinato l’esito della partita sarei offensivo nei confronti dei tifosi e di quanti ascoltano le mie dichiarazioni – non cerca scuse e non vuole dar adito ad interpretazioni Osvaldo Jaconi - nel calcio sono episodio che succedono. Una squadra, se vuole ritenersi tale, deve essere in grado di metterci una pezza e ripartire per tornare a fare quello di cui è capace. Invece ho visto una preoccupazione e una tensione eccessiva, sarà la posizione in classifica, sarà quello che si vuole. Rimane il fatto che non è accettabile. Detto questo sottolineo che la partita è stata avvincente, si è cercato di vincere da una parte e dall’altra. Le qualità del Barletta non le scopro certo io (effettivamente un grande squadra ndr), probabilmente noi non siamo stati sufficientemente cattivi nella fase d’attacco. Ci siamo battuti al meglio di quello che potevamo fare e gli abbiamo tenuto testa”. La partita si è incanalata nei binari dell’intensità e la maggior personalità e tecnica del Barletta, una volta pareggiata la dimensione podistica, è emersa. Il Bassano è venuto fuori quando i padroni di casa hanno calato un po’ i ritmi ma senza essere molto pericoloso: “Nella seconda fase noi abbiamo cercato di spingere per recuperare e il Barletta ha prestato qualche attenzione in più a coprirsi. Era difficile trovare spazi per vie centrali, per questo incitavo i miei ad allargare il gioco sugli esterni. Il guaio è che poi bisogna farle certe cose e noi non sempre ci riusciamo. L’abbiamo ribadito più volte di andare al traversone. Galabinov poco cercato? Per noi è un importante punto di rifermento, tiene impegnati costantemente almeno due difensori, ma non dev’essere chiamato in causa sistematicamente. Dobbiamo riuscire a innescarlo con cross dal fondo o quantomeno più taglienti di quello che stiamo facendo”.

La difesa tiene ma soffre il gioco sugli esterni. Presentarsi con la difesa decimata nella tana di un Barletta assatanato e di gran qualità era di per sé una situazione problematica. E guarda caso i biancorossi hanno affondato spesso il colpo sulle corsie laterali per poi convergere al centro. Tutto sommato bene Tabacco, da rivedere il povero Maniero che si è trovato, senza grandi protezioni dal centrocampo, ad un continuo uno contro uno contro il più temibile degli avversari: il capitano Antonio Schetter. Situazione questa già verificatasi, anche se con altri interpreti - Martina e Ghosheh contro Piacenza e Trapani tanto da confermare una certa vulnerabilità del Soccer Team contro formazioni che sfruttano tutta l’ampiezza del campo. Tutto sommato con il rientro dei titolari ed un miglioramento nelle condizioni fisiche degli interni di centrocampo, tocca a loro raddoppiare gli attacchi avversari lungo le fasce, il problema può venir in gran parte risolto. Anche perché non saranno Barletta e Trapani gli avversari di ogni domenica.

Stefano Braghin, direttore generale del Bassano Calcio


Fase offensiva: bisogna cambiare qualcosa. Qualcosina in più andrà rivisto per quanto concerne la fase offensiva. Nella trasferta pugliese, salvo l’occasione del rigore ed un’altra situazione estemporanea a metà ripresa, l’attacco del Bassano ha denotato una preoccupante pochezza in termini di incisività. In questo caso non è una questione di uomini e/o assenze: tolto Correa in mezzo al campo e Bonetto a sinistra (ma l’assenza di quest’ultimo non è stato un male visto che sarebbe stato costretto sulla difensiva per larghi tratti) i giocatori offensivi di maggior qualità a disposizione c’erano tutti. A partire da De Gasperi e Galabinov.

Sfruttare il centravanti. Nel mercato di gennaio il Bassano ha acquistato Anderj Galabinov. Si tratta di un giocatore assolutamente importante, questo non può essere messo in discussione. Ma bisogna trovare un modo efficace di far fruttare le sue importanti caratteristiche. L’attaccante ha dimostrato di essere abbastanza completo ma, soprattutto quando centralmente non ci sono spazi, il ricorso quasi sistematico al traversone sarebbe un ottimo chiavistello per aprire qualsiasi difesa: sui palloni aerei Galabinov può essere devastante. Sterilità offensiva che continua e un centrocampo che appare poco lucido ed energetico sono le principali emergenza da risolvere in questa sosta.

Amarezza Braghin. “E’ difficile raccontare quanto è successo a Barletta perché abbiamo spesso tenuto la palla ma alla fine loro sono stati molto più pericolosi. L’episodio del rigore non lo commento perché poi c’erano ancora 70 minuti da giocare, anche se, chiaramente, se avessimo segnato sarebbe stata un’altra partita. Dobbiamo cercare trasformare di più questa iniziativa sterile che teniamo in situazioni più importanti. Il Barletta con molto meno possesso palla di noi è andato molto spesso vicino al gol”. Ora di mezzo c’è una sosta che dovrà essere impiegata al meglio perché ci si gioca tutta la stagione: “Dovremmo essere bravi a riordinare le idee e lavorare a testa bassa. Ci mancherà Mateos quindi dovremmo reinventare un’altra volta il centrocampo. Potrà aiutarci un maggior affiatamento tra i nuovi arrivi. Poi toccherà al mister individuare delle soluzioni, compattare il vecchio gruppo con i nuovi. Siamo alla 23 giornata e abbiamo dovuto fare 23 formazioni diverse: evidentemente non abbiamo trovato gli automatismi che hanno gli altri. Ma è inutile recriminare”. Il Latina ha pareggiato, la classifica è ancora corta. Ma non è più rinviabile il fatto di dover cambiare passo. “Quando una squadra per 23 domeniche tiene un certo ritmo non è facile che in 10 giorni possa cambiare radicalmente. Conviene non guardare la classifica, per un po’ non ci piacerà. Stilare tabelle adesso suonerebbe più come una condanna. Cerchiamo di lavorare per tirare fuori il meglio da questo gruppo e il 6 maggio vediamo dove siamo arrivati.

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