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Marco PoloMarco Polo
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Attesa per il verdetto del vertice societario

Il “Mercante” nei panni di una tonnara trapanese va dimenticato. Concentrare gli sforzi sul futuro: primo obiettivo un fantasista/attaccante

Pubblicato il 19-12-2011
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Nel mentre vi scriviamo il summit societario che tutti stanno attendendo è in corso e non è ancora dato sapere l’esito. Il faccia a faccia tra la proprietà rappresentata dal presidente Stefano Rosso e dal vice Masiero con il direttore generale Stefano Braghin, coadiuvato da Christian La Grotteria, dovrà dare delle risposte. Inutile negare che una riunione tecnica di questo tipo si sarebbe tenuta in ogni caso per discutere delle linee programmatiche in vista del girone di ritorno. Ma il brusco e terribilmente storico ko casalingo (!) contro il Trapani ha fatto precipitare le cose fino a rendere indispensabile un immediato chiarimento. Con tanti saluti alla programmata cena di fine anno, buona per scambiarsi quantomeno gli auguri natalizi e guardare agli obiettivi da porsi con il nuovo anno. Lo 0 a 7 è terrificante soprattutto, come già ribadito da Braghin a caldo, perché indicatore di uno scadimento di valori umani ancor prima che calcistici: “Siamo venuti meno a dei principi cardi come la dignità, abbiamo assistito ad un’umiliazione senza precedenti. In un caso del genere diventa superfluo parlare di calcio”.

L’analisi. La prima analisi spetta ai protagonisti. Per capire cosa può essere passato per la testa non di uno o due ma di quasi tutti i giocatori impiegati contro il Trapani, subentrati compresi, è compito da psicologi o mestieranti di spogliatoi. Francamente non siamo in grado di trovare una spiegazione plausibile ma ci permettiamo di dissentire, pur con il massimo rispetto, da un paio di ipotesi circolate con insistenza in questi giorni. Nessun contraccolpo psicologico per la sconfitta di Piacenza, nessuna zavorrante paura figlia di una classifica tremenda. No, perché un attento osservatore di “pagina 215 del televideo” si accorge che prima della “grande mattanza”, con il “Mercante” nei disonorevoli panni di una tonnara (quale esempio più calzante parlando di Trapani), il Soccer Team veleggiava ad un solo punto dalla salvezza diretta. Anzi al duplice fischio del “Garilli” i giallorossi erano appunto salvi. La paura, quella vera, i giallorossi l’hanno palesata con il Latina e anche nel primo tempo con la Triestina. In quelle occasioni si che la palla scottava. Fino al vantaggio del Trapani i ragazzi di Jaconi sono rimasti in partita, rischiando pure di passare in vantaggio (seppur immeritatamente) e inseguendo anche un gioco piacevole palla a terra. Certamente non sintomi di paura o di gambe bloccate.

Riccardo Bonetto in azione. La sua posizione al Bassano potrebbe venir ridefinita (foto Roberto Bosca)

I freddi numeri, che mai come stavolta celano un importante disagio, raccontano che da quel momento una delle migliori difese del torneo, capace di non subire un gol su azione per quasi 3 mesi, si è fatta infilare per ben 10 volte! 10 gol in una partita e mezza per l’esattezza. Il disagio si cela anche dietro ai numeri dei cartellini: tolta l’assurda ammonizione a Grillo, conseguente all’assurdo penalty del 3 a 0, nel tabellino dell’arbitro sono finiti Guariniello, contatto veniale, e Christian Lucca. Ok che Scaglia, Caciagli, Longobardi e Ghosheh in diffida non potevano incorrere in gialli stupidi, ma tutti gli altri? A nessuno son ribollite le budella al pensiero del risultato che stava maturando? Eppure al Bassano in questo biennio se una cosa non è mai mancata è stata l’umiltà di affrontare gli avversari e una grinta selvaggia che l’hanno portato ad una salvezza più difficile di quella in corso. Che qualcuno si sia montato la testa, tanto da persuadersi di poter fare a meno della ferocia agonistica, unica arma di cui dispone una squadra questo Soccer Team per salvare la pelle? Il doppio vantaggio sul Piacenza che stava coronando una rimonta spettacolare hanno fatto calare tensione e concentrazione? Jaconi parla anche di carenze nel gestire le fasi in cui gli avversari attaccano a spron battuto. Sarà. Rimane il fatto che i numeri e le prestazioni fino alla ripresa del “Garilli”, dove peraltro mancava Grillo, parlavano di una retroguardia vicina alla perfezione. Con il rientro di Porchia, a nostro giudizio la difesa è qualitativamente più che coperta.

Cosa succederà? L’unico aspetto positivo della disfatta contro i granata (colore che evidentemente non porta bene a queste latitudini) è la tempistica. Prima della sosta, a pochi giorni dall’apertura del mercato di riparazione. Jaconi è stato chiaro: per un giocatore che entra un altro ne deve uscire. In rosa ci sono degli elementi che per un motivo o per l’altro non hanno rispettato le attese o che si son rivelati poco utili al progetto. L’esclusione dall’11 di Piacenza ha probabilmente sancito il divorzio tra Bassano Calcio e Mirco Drudi. Il talentuoso centrocampista non è stato impiegato nemmeno nel match in cui non sussisteva il vincolo determinato dagli under (grazie all’impiego di Poli in porta) e si erano liberate le caselle di mezz’ala sinistra e trequartista. Diventa difficile credere che per lui ci saranno altre chances. Il secondo con la valigia in mano è Simone Iocolano. Il 22 torinese ha bisogno di giocare con continuità. Il modulo scelto da Jaconi di fatto è un vincolo insormontabile. Nonostante la prova non negativa con il Trapani, uno dei pochi a salvarsi almeno in parte, è destinato a partire. In scia ci sono Raffaele Baido, sottoutilizzato, e probabilmente Fabio Barrichello, giovane bisognoso di confrontarsi con la realtà della gara domenicale. Fin qui niente di clamoroso e, probabilmente, ma qui bisognerà attenersi alle occasioni/capacità di Stefano Braghin, il gettito che ne deriverà non sarà così cospicuo. Il vero nodo è quello di Riccardo Bonetto. Volutamente abbiamo posticipato questo argomento fino alla sosta natalizia. Tra qualche problemino, meno grave di quel che si pensa, qualche squalifica e alcune non convocazioni quello che doveva essere il crack di mercato ha dato un contributo alla causa prossimo alla miseria. Un altro grande concetto su Bonetto riguarda il passaggio ad un modulo che indubbiamente lo penalizza: se Jaconi, come è lecito attendersi, intenderà proseguire con il centrocampo a rombo per il fluidificante di Asolo potrebbe non esserci più spazio. E il nervosismo palesato dal diretto interessato in modo evidente nelle ultime sporadiche apparizioni convergono nella medesima tesi. Insomma potrebbe essere proprio lui, giocatore di assoluto livello, la chiave per arrivare a quella seconda punta capace di orchestrare le azioni d’attacco, in grado di far la differenza in termini di gol, di sposarsi bene con le caratteristiche delle prime punte già presenti in rosa (a proposito quanti palloni realmente giocabili arrivano mediamente alle punte?) e mandarli in rete.

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