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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Cimatti Provincia
Per anni Bassano è stata la città leader del territorio ma senza leadership. Ma oggi le cose stanno cambiando
Pubblicato il 12-05-2011
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“Perché per “Dialogando” avete scelto Bassano del Grappa, e non un'altra città?”. “Perché siamo di Asolo”. La risposta di Pietro Piccinetti, presidente dell'associazione Dialoghi Asolani, alla domanda posta dal collega del Corriere del Veneto non ce l'aspettavamo. Ovvero: non credevamo alle nostre orecchie.
E non eravamo al bar, ma alla conferenza stampa di presentazione del Festival dell'Integrazione che Dialoghi Asolani, assieme al Comune, ospiterà in città il 3-4-5 giugno prossimi.
Il perché della nostra sorpresa è presto detto: il Ponte di Bassano e la Rocca di Asolo distano solo pochi chilometri in linea d'aria, ma il feeling istituzionale tra i due Comuni dell'area pedemontana è sempre stato, nell'ultimo decennio, inesistente.
Colpa soprattutto di Bassano, città leader del territorio ma senza leadership: una dote, quest'ultima, che si costruisce con il consenso degli altri e non certamente con le imposizioni dall'alto.
Chi vi scrive ha seguito tutto l'iter del ben noto - e ormai definitivamente archiviato - progetto della Provincia di Bassano. Un'iniziativa che in questi tempi di ristrettezze nei conti pubblici fa persino sorridere ma che all'epoca - e si tratta di pochi anni fa - aveva ancora un senso, e una consistente dose di fattibilità.
Come è andata a finire, lo sappiamo tutti: dopo anni di discussioni, delibere comunali, contro-delibere e ripensamenti, il progetto è rimasto miseramente al palo con la sonora bocciatura del Consiglio Regionale, il cui parere era vincolante per l'istituzione della nuova provincia da parte del governo.
Un risultato che è stato il frutto dell'incapacità dell'Amministrazione Bizzotto di raccogliere il consenso nel territorio attorno alla sua leadership - appunto, inesistente - interrompendo anzi la comunicazione, annullando le sinergie e aumentando la distanza politica con i vicini comprensori di altre province inseriti nel progetto: tra cui Asolo e Cittadella.
In altre parole: Bassano Provincia si è rivelata una gigantesca squalifica per le mire autonomistiche bassanesi, strangolate dalla fallimentare politica di pubbliche relazioni dell'Amministrazione bassanese precedente e dagli antichi localismi del “territorio diffuso” che avevano già fatto naufragare la più bella idea - e insieme il più grande aborto - della promozione turistica locale: il Progetto Esagono.
E' per questo che le parole di Dialoghi Asolani ci hanno sorpreso. Ma, pensandoci bene, fino a un certo punto.
Rispetto agli anni di Bassano Provincia, sono cambiate molte cose. Vorremmo dire che è cambiato il mondo: cambiata la situazione economica, cambiate le attese e le priorità della gente, cambiati i fenomeni sociali, cambiati anche i modi di pensare il territorio. E a Bassano è cambiata l'Amministrazione.
Stefano Cimatti, dal primo cittadino, ha inaugurato un nuovo stile nei rapporti con gli altri Comuni e con i territori contermini. Oggi - ad Asolo, Possagno o Cittadella - parlare di Bassano non fa più venire l'orticaria, ma un rinato interesse di vicinanza foriero di iniziative e di progetti comuni.
Cimatti, il suo “Dialogando” lo ha già iniziato da un pezzo: coltivando le relazioni con i colleghi del comprensorio, coinvolgendo i sindaci della Castellana e dell'Alta Padovana sui problemi delle linee ferroviarie, guardando con interesse quello che succede a Trento e inventando con Asolo un Festival dell'Integrazione che prima ancora di essere una manifestazione di livello nazionale sarà un grande evento mediatico.
Non è una strada tutta in discesa, sia chiaro. Ma nell'ultimo anno la leadership bassanese sta dando degli improvvisi e fino a poco tempo fa impensabili segni di vita.
E ci sono anche gli strumenti per metterla istituzionalmente in pratica: che si chiamano “Area Vasta” e “Intesa Programmatica d'Area”, due accordi di sinergia territoriale che sono già in essere, ma che attendono tuttavia l'apporto di concrete iniziative e di reali contenuti a servizio della comunità.
E' pur vero che questa leadership va costruita giorno per giorno, in un territorio veneto, e soprattutto pedemontano, dove l'ombra dei campanili è sempre in agguato.
Ma nel frattempo, in attesa che l'abolizione delle province - tanto strombazzata in campagna elettorale - diventi un'auspicabile realtà, sta emergendo con discrezione un nuovo ente territoriale: la Provincia di Cimatti.
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