Elvio RotondoElvio Rotondo
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Bassanonet.it

Geopolitica

La minaccia Houthi

Gli aiuti dell’Iran hanno consentito al gruppo armato yemenita di condurre una campagna di attacchi missilistici e UAV contro le navi commerciali nel Mar Rosso

Pubblicato il 26-02-2024
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Il movimento Houthi, noto anche come Ansar Allah, è una delle parti nella guerra civile yemenita che infuria da quasi un decennio. Il gruppo è emerso negli anni ’90, quando Hussein al-Houthi, lanciò il gruppo di rinascita religiosa “Believing Youth”, per lo zaydismo, una delle varianti dello Sciismo islamico diffuso nel solo Yemen.
Gli Zaidi hanno governato lo Yemen per secoli, ma sono stati emarginati sotto il regime sunnita salito al potere dopo la guerra civile del 1962. Il movimento di Al-Houthi è stato fondato per rappresentare gli zaiditi e resistere al sunnismo radicale, in particolare alle idee wahhabite dell’Arabia Saudita.
Circa il 65% della popolazione yemenita pratica l'Islam sunnita, mentre il restante 35% aderisce all'Islam sciita.

Gli Huthi sono un gruppo armato dello Yemen, in prevalenza sciita zaydita, nato nell'ultimo decennio del XX secolo ma diventato molto attivo, in funzione anti-governativa, nel corso del XXI secolo.

La guerra civile in Yemen è iniziata nel 2014, quando le forze Houthi hanno preso d'assalto la capitale Sanaa e hanno rovesciato il governo riconosciuto a livello internazionale, sostenuto dai sauditi, scatenando una guerra civile. Il conflitto si è trasformato in una guerra più ampia nel 2015, quando una coalizione a guida saudita è intervenuta nel tentativo di sconfiggere gli Houthi con l’Operazione “Tempesta Decisiva” in sostegno del legittimo presidente yemenita, Abd-Rabbu Mansour Hadi, e contro gli Houthi che si erano uniti alle forze dei lealisti dell’ex presidente Saleh per il controllo del paese. Saleh venne poi ucciso dagli Houthi nel 2017 a seguito di scontri violenti tra le due fazioni che portarono alla morte di decine di persone.
Otto anni dopo, la coalizione non è stata in grado di sconfiggere gli Houthi, che continuano a controllare gran parte dello Yemen. Un cessate il fuoco è stato firmato nel 2022, ma è fallito appena sei mesi dopo. Le parti in guerra, tuttavia, non sono tornate al conflitto su vasta scala. Dopo il cessate il fuoco, gli Houthi hanno consolidato il loro controllo su gran parte dello Yemen settentrionale.
Dal 2014, la Forza Qods del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran (IRGC-QF) fornisce agli Houthi oltre ad un arsenale crescente di armi sofisticate anche l’addestramento. Quest’ultimi dichiarano di far parte dell'"asse della resistenza" guidato dall'Iran contro Israele, gli Stati Uniti e l'Occidente in generale, insieme a gruppi armati come Hamas e il movimento libanese Hezbollah.
Gli aiuti dell’Iran hanno consentito al gruppo armato yemenita di condurre una campagna di attacchi missilistici e UAV contro le navi commerciali nel Mar Rosso dal novembre 2023, minacciando la libertà di navigazione e il commercio internazionale in una delle vie più critiche al mondo.
Il gruppo dispone di un vasto arsenale di droni, missili da crociera e alcuni missili balistici. Contro obiettivi in movimento, i droni, o veicoli aerei senza pilota (UAV), hanno un alto potenziale di precisione. Sarebbero nove i tipi di droni utilizzati: Hudhud-1, Raqib, Rased e Sammad-1 (UAV da ricognizione - anche se il Sammad-1 può essere armato), e Qasef-1, Qasef-2K, Sammad-2 e Sammad-3 (UAV da combattimento) e Wa-eed-2.
Sembra che i droni utilizzati dagli Houthi contro le navi commerciali e le navi da guerra statunitensi siano Qasef-1 o Qasef-2 o Shahed-136, conosciuti come Wa-eed-2. Gli Houthi potrebbero anche aver usato i loro droni a più lungo raggio contro Israele, in particolare sulla città portuale di Eilat.
Il drone Shahed è la stessa arma kamikaze che l'Iran ha fornito alla Russia.
Gli Houthi utilizzerebbero anche l'AIS globale per tracciare le navi nel Mar Rosso e nel Golfo Persico, e più recentemente nell'Oceano Indiano. Praticamente ogni nave commerciale di oltre 300 tonnellate utilizza un transponder AIS. Quando le navi sono in movimento, l'AIS trasmette la loro posizione, la velocità e il nome dell'imbarcazione ogni due o dieci secondi, anche se non con la precisione di un radar.
Agli inizi del mese di febbraio, le forze armate di Stati Uniti e Regno Unito, con il supporto di Australia, Bahrein, Canada, Danimarca, Paesi Bassi e Nuova Zelanda, hanno condotto una serie di attacchi proporzionati e necessari contro 36 obiettivi Houthi in 13 località dello Yemen, in risposta ai continui attacchi contro il trasporto marittimo internazionale e commerciale e contro le navi militari in transito nel Mar Rosso. Questi attacchi di precisione hanno lo scopo di interrompere e degradare le capacità che il gruppo yemenita utilizza per minacciare il commercio globale. Tali obiettivi includevano centri di comando e controllo, depositi di munizioni, sistemi di lancio, impianti di produzione e sistemi radar di difesa aerea utilizzati dagli Houthi per effettuare attacchi contro navi che operano in acque internazionali.
Secondo fonti stampa, un possibile obiettivo iraniano da parte di USA e UK potrebbe essere la nave Behshad, un'imbarcazione iraniana nel Mar Rosso che gli esperti ritengono essere una nave spia gestita dal Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche (IRGC) e che fornisce informazioni ai ribelli Houthi nello Yemen.
La NBC News riporta che la nave Behshad avrebbe operato nei pressi del porto di Gibuti, vicino la base militare cinese. Secondo alcuni analisti militari, è possibile che l'Iran abbia scelto di spostare la nave vicino alla base cinese per scoraggiare le forze navali statunitensi dal tentare di attaccarla fisicamente o abbordarla.
Nel frattempo, l'ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha dichiarato che la Behshad si trova nel Mar Rosso "per combattere le attività di pirateria" e non sta assolutamente fornendo informazioni alle forze Houthi.
Negli ultimi giorni sembra che la nave abbia ripreso il largo e opererebbe nel Golfo di Aden.
Il Ministero della Difesa italiano fa sapere che l’operazione “Aspides”, approvata il 19 febbraio 2024, come deciso in sede europea, sarà un’operazione difensiva che si concentrerà sulla protezione delle navi contro gli attacchi in mare, in aderenza alle norme del diritto internazionale, a tutela del principio della libertà di navigazione e a diretto supporto degli interessi nazionali.
La missione durerà presumibilmente almeno un anno, con possibile rinnovo previa decisione del Consiglio Ue. Il comando dell’operazione sarà greco (con quartier generale a Larissa) mentre il comando delle forze in mare sarà inizialmente italiano. Al momento le navi sono state messe in campo solo da Italia, Francia, Germania e Grecia.
L’area di operazione istituita dal mandato dell’UE racchiude lo spazio di mare tra Bab el-Mandeb e Hormuz, inclusi Mar Rosso, Golfo di Aden, Mar Arabico, Golfo di Oman e Golfo Persico.

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