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Paolo Massimiliano Paterna
Giornalista
Bassanonet.it
Sterility sharing
Impotenti davanti ad uno smartphone: sebbene l'uso del cellulare sia considerato sicuro, si è poco indagato sul suo impatto sulla salute riproduttiva
Pubblicato il 05-12-2023
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Fa riflettere l’articolo “Association between self-reported mobile phone use and the semen quality of young men” apparso pochi mesi fa sulla rivista scientifica “Fertility and Sterility” (www.fertstert.org/article/S0015-0282(23)01875-7/fulltext).
Lo studio elvetico correla l'uso del telefono cellulare e la qualità dello sperma di giovani uomini.
Circa una coppia su 6 soffre di infertilità, definita come incapacità di concepire un bambino dopo un anno di rapporti sessuali regolari e non protetti.

La ricerca: il rischio di sterilità causato dall'uso frequente del cellulare
La metà delle cause cliniche sono attribuibili al partner maschile, ma l'eziologia della scarsa qualità dello sperma rimane insufficientemente indagata e compresa.
Negli ultimi decenni è stato segnalato un significativo declino del numero di spermatozoi, senza una chiara identificazione delle possibili cause.
Fattori ambientali e stile di vita sono stati associati a tale decremento.
L'uso dei telefoni cellulari è notevolmente aumentato, ed è crescente la preoccupazione per i possibili effetti nocivi di campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) emessi dai dispositivi stessi, nel caso si rivelassero dannosi per la salute umana, in particolar modo per le funzioni riproduttive.
I cellulari emettono RF-EMF di basso livello (800-2200 MHz) che possono essere assorbiti dal corpo umano, gli studi che ne valutano le conseguenze si sono, in genere, limitati alla sperimentazione su roditori o sullo sperma umano esposto in vitro.
Gli esperimenti sui ratti hanno suggerito che i RF-EMF possano effettivamente influenzare il ciclo delle cellule germinali, aumentare la morte degli spermatozoi e causare cambiamenti istologici nei testicoli. L'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza è stata collegata anche a un aumento significativo dei cambiamenti istologici anomali nei tubuli seminiferi, suggerendo una compromissione della fertilità maschile.
Nell'uomo, studi osservazionali hanno analizzato il rapporto tra l'uso del cellulare e la salute riproduttiva associando principalmente un'alta frequenza di utilizzo a una diminuzione della motilità, della morfologia e della vitalità degli spermatozoi.
La nuova ricerca elvetica ha analizzato dati raccolti da 2886 uomini della popolazione svizzera, di età compresa tra i 18 e i 22 anni, reclutati tra il 2005 e il 2018 durante la leva militare.
A detta dei firmatari del testo scientifico, questo è il campione più ampio mai incluso in uno studio sulla qualità dello sperma e sull'esposizione ai RF-EMF emessi dai telefonini. Hanno aderito uomini provenienti dalla popolazione generale, senza precedente conoscenza dei propri parametri seminali e dello stato di fertilità. I partecipanti hanno consegnato un campione di seme e compilato un questionario sulla salute e sullo stile di vita, comprendente il tempo d’uso del cellulare, ed i luoghi ove abitualmente lo riponessero nei momenti di non utilizzo.
La maggiore frequenza di impiego (>20 volte al giorno) è stata associata a una minore concentrazione di spermatozoi ed a una minore TSC (total sperm count). Ciò si traduce in un aumento del 30% e del 21% del rischio che la concentrazione di sperma e TSC siano inferiori ai valori di riferimento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per gli uomini fertili.
La concentrazione mediana di sperma e la TSC erano significativamente più alte nel gruppo di uomini che non usavano il cellulare più di una volta alla settimana (rispetto agli uomini che lo utilizzavano più di 20 volte al giorno. Differenza che corrisponde a una riduzione del 21% della concentrazione spermatica e del 22% della TSC per gli utilizzatori frequenti (>20 volte/giorno) rispetto ai parsimoniosi (
Il tasso di assorbimento specifico diminuisce con il quadrato della distanza, anche se la situazione può essere complicata in prossimità della sorgente stessa. L'esposizione alle radiofrequenze dipende da caratteristiche che non sono state raccolte, come la marca e la generazione del telefono cellulare, le applicazioni presenti, la qualità della rete, la posizione delle stazioni di base e l'uso di auricolari e coperture protettive.
Il reclutamento è stato effettuato nell'arco di 14 anni (2005-2018), coprendo il periodo precedente all'introduzione degli smartphone nel 2007. Si è assistito quindi ad una variazione sostanziale dell'esposizione, dagli uomini che utilizzano poco o per nulla il telefono cellulare (< una volta alla settimana, 8,6% equivalente a 223 uomini) a quelli che lo utilizzano >20 volte al giorno (22%, equivalente a 608 uomini). Inoltre, a differenza della maggior parte degli studi precedenti, tutti i partecipanti hanno compilato un questionario completo sui potenziali fattori confondenti.
Se è vero che con lo sviluppo tecnico la potenza di uscita dei cellulari si è ridotta, al contrario, i moderni smartphone sono molto più attivi in modalità standby, pertanto il numero di applicazioni presenti sul telefono e il fatto che la persona sia in movimento o meno, possono giocare un ruolo importante. Durante gli spostamenti, ad esempio, i moderni dispositivi si connettono più frequentemente e con una potenza di uscita mediamente più elevata.
Lo studio rimarca la necessità di ulteriori ricerche sull’uomo inerenti la possibile associazione negativa tra il drammatico aumento dell'uso degli smartphone e la fertilità maschile, auspicando accurate misurazioni dell'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza dei testicoli, e la registrazione dei loro effetti sull'asse ipotalamo-ipofisi-gonadi. Ciò permetterebbe di esaminare più chiaramente l'associazione tra l'uso del cellulare, l'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza e la qualità dello sperma.
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