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Alessandro Tich
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Addii al nubilato, addii al celibato e dintorni. Bassano, al sabato, in preda dei trasgressori del pubblico decoro nell'indifferenza generale
Pubblicato il 24-07-2016
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“La donzelletta vien dalla campagna in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e viole.”
Così inizia le celebre poesia “Il sabato del villaggio” di Giacomo Leopardi.
Ma a Bassano del Grappa, in sul calar del sole, il sabato del villaggio propone immagini ben diverse. Ogni sabato pomeriggio, e fino a sera, è libero sfreno alle volgarità: con le le donzellette e i donzelletti di turno orgogliosamente impegnati a propinare alla vista dei passanti l'ultima frontiera del trash.
Foto Alessandro Tich
Nel Veneto, Bassano - e non da oggi - è una delle capitali degli addii al nubilato e degli addii al celibato, o presunti tali.
Un festival itinerante di indecenza mascherata da goliardia che offre il meglio del degrado urbano: maschi travestiti da femmine che si fanno toccare le “tette” dalle ragazze di turno, pantaloni sbregati all'altezza del sedere per celebrare lo storico momento con le chiappe al vento, cori e sirene, trabiccoli e carriole, parrucche e reggicalze, magliette e cartelli recanti messaggi vietati ai minori, urla e risate in stato di ebbrezza. E poi la sempre presente cassettina delle offerte, con la quale viene sistematicamente rotta l'anima a chi passeggia tranquillamente per il centro.
Ma a fare la parte del leone, soprattutto, sono i membri della città.
Ovvero un ampio e variegato campionario di falli o di simboli fallici in erezione di tutte le fogge e di tutte le dimensioni: immancabili gadget da sexy shop, ma anche frutto di produttivi lavori fai-da-te, che accompagnano e nobilitano i vocianti cortei dei festeggianti di turno, in particolar modo per gli addii al nubilato. La qual cosa ci fa constatare che, se a Bassano il nostro povero Ponte Vecchio sta cedendo, altre cose sono invece saldamente ritte.
Non c'è sabato in cui tali scene, nella nostra città, non si ripetano.
Il percorso dei tristemente spiritosi portatori di sconcezza è più o meno sempre lo stesso: discesa da via Jacopo da Ponte, sosta obbligata con primo giro di spritz e aperitivi in piazza Libertà e momento clou, altrettanto obbligato, sul Ponte degli Alpini. Poi il rientro in direzione opposta, sempre attraverso il centro storico, quando gli oramai abbondanti fumi dell'alcol e l'“incrocio” tra le varie squadre del cazzeggio, scese a Bassano separatamente, moltiplicano gli effetti desolanti dello spettacolo di varia umanità.
E' una forma di molesto esibizionismo che non si ferma davanti a nulla, indipendentemente da quello che nello stesso momento succede in città.
Ieri sera, ad esempio, un gruppetto di ragazze intente a festeggiare l'ennesimo addio al nubilato ha fatto tappa in piazza Libertà al solito bar vicino all'edicola.
Contemporaneamente, sullo stesso punto della piazza, erano in corso il ritrovo e le operazioni preliminari alla partenza del Monte Grappa Bike Night, gara non competitiva di ciclismo in notturna fino a Cima Grappa con centinaia di partecipanti.
La presunta promessa sposa di turno si portava sul groppone il suo vistoso compagno di viaggio: un bel pisellone sorridente, di colore rosa, completo di tutto il suo corredo. Sul gioioso e faceto membro virile campeggiava la scritta: “Biscazzi e pisello soffiato per tutti”. Scusate la raffinatezza: ma del resto siamo tutti (lo spero) adulti e vaccinati.
Altri due cazzetti delle dimensioni dei Puffi si elevavano, sorretti da una cuffia, sulla acconciatura della ragazza. Creando un curioso mix, per chi si trovava sul luogo in quel momento - compresi quattro turisti stranieri, seduti sui gradini -, di piselli e pedali, di biscazzi e biciclette.
Alle otto e un quarto della sera la carovana del Monte Grappa Bike Night è finalmente partita e, avuta la strada libera, le giovani goliarde hanno preso la via del Ponte Vecchio per continuare le libagioni, seguite a intervalli regolari da altri gruppi di cazzeggiatori del sabato che hanno imperversato fino a tarda sera: nell'indifferenza generale e per la gioia dei locali pubblici prescelti per le loro consumazioni.
Vorrei essere chiaro: non ce l'ho in particolare con quel gruppetto di girls e con il loro pisellone rosa. La loro performance non è stata diversa, migliore o peggiore di tutti gli altri analoghi “addii” nella movida bassanese.
Le prendo solo come esempio. Ovvero come sineddoche: una parte per rappresentare il tutto. Mi ha colpito, in particolare, la giovanissima età delle partecipanti allo spettacolino, “sposa” compresa: delle butelette, come direbbe in dialetto veronese un mio collega da Verona.
E qui sorgono le mie perplessità. Da anni le statistiche demografiche ci dicono che ci si sposa sempre meno e sempre più avanti negli anni. Mentre il fenomeno degli addii al nubilato e al celibato mostra tra i giovani un irrefrenabile trend in ascesa. Che molte volte non sia solo una scusa per fare casino?
Ai posteri, e ai certificati di matrimonio, l'ardua sentenza.
Resta l'ultimo aspetto da affrontare: e cioè l'incontro ravvicinato dei membri della città con la città medesima.
Ancora nel settembre di due anni fa avevamo pubblicato un comunicato, in materia, dell'assessore bassanese alla Sicurezza Angelo Vernillo.
“Una stretta decisa nei confronti delle persone che scelgono Bassano come luogo per discutibili divertimenti in occasione degli addii al celibato o al nubilato - dichiarava in quell'occasione l'assessore - l’abbiamo già iniziata e su questa linea proseguiremo. Già dallo scorso fine settimana e anche nei prossimi il Comando di Polizia locale sarà presente in centro storico per bloccare eventi contrari al decoro e alla pubblica decenza.”
Nel settembre dell'anno scorso, invece, ancora la giunta di Bassano del Grappa comunicava: “Dopo la stretta impressa dall’Amministrazione comunale e la sottoscrizione del Patto Civico, che ha potenziato l’attenzione verso il rispetto delle regole in centro storico, sono nettamente diminuite le presenze di compagnie di ragazze e ragazzi che si danno appuntamento a Bassano per festeggiare gli addii al celibato o al nubilato. Momenti di ritrovo troppo spesso degradati nel cattivo gusto se non proprio nella sconcezza, sanzionati dal Comando di Polizia locale fin dall’insediamento di questa Amministrazione comunale.”
Sarà: può anche darsi che gli “addii” in città siano “nettamente diminuiti”.
Ma allora chi vi scrive - che li vede regolarmente scorrazzare in centro storico ogni sacrosanto sabato, a cadenza di minimo quattro o cinque gruppi - soffre di allucinazioni.
E mai che una volta in tempi recenti, all'arrivo in centro dei piselli da asporto, sempre il vostro umile cronista abbia visto intervenire una pattuglia della Polizia locale. Ma, probabilmente, è un'allucinazione anche questa.
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