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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Little Isis
“A Parigi hanno fatto bene. Adesso andiamo a Roma e uccideremo il Papa.” A proposito delle parole attribuite ad un bambino di quarta elementare, di fede musulmana, della scuola primaria di San Zenone degli Ezzelini
Pubblicato il 21-11-2015
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Quanti anni ha un alunno di quarta elementare? 9 anni, forse 10 al massimo.
E' l'età dei sogni e dei giochi, delle corse dietro ad un pallone e dei cartoni animati. In una parola: è l'età della spensieratezza.
Ma anche i bambini di 9 anni, che guardano ore di televisione e che già hanno dimestichezza con smartphones e internet, sono bombardati dalle notizie che arrivano dal mondo. Le quali, come nel caso degli attentati di Parigi della scorsa settimana, provocano sicuramente pensieri e preoccupazioni nelle loro giovanissime menti. Si tratta, per così dire, di un duro e veloce avvicinamento alla realtà della vita. Per chi ad esempio aveva quell'età, e anche meno, nel 2001 (l'ho visto dalle reazioni del mio figlio minore, che allora aveva appena 6 anni) gli attentati alle Torri Gemelle di New York rimarranno un ricordo sconvolgente e indelebile per sempre.
Fonte immagine: universita.it
Tutto questo per dire che non mi sorprendo per nulla se, nei giorni scorsi, in una classe quarta di una scuola elementare alcune insegnanti hanno deciso di commentare con gli alunni, che tra l'altro a quell'età sono tra i più grandicelli, gli attentati di Parigi. Per cercare di capire che cosa i bambini, con le loro parole, “avvertano” in questi momenti e per fare comunque, partendo dalla terribile attualità del nostro tempo, utile educazione.
Ma è proprio in questo contesto che è accaduto l'imprevedibile.
Uno degli scolari della classe, straniero e di fede musulmana, avrebbe infatti pronunciato le seguenti parole: “Hanno fatto bene, è giusto quello che hanno fatto. Adesso andiamo a Roma e uccideremo il Papa.”
L'episodio non è accaduto in una scuola di una banlieue parigina, ma a pochi chilometri da Bassano del Grappa: alla primaria di San Zenone degli Ezzelini.
Solitamente, i fattacci che succedono tra le mura scolastiche tendono ad essere trattenuti all'interno delle stesse. Registrazioni fatte col telefonino e social network permettendo. La scuola, dal canto suo, ha vari mezzi per affrontare in modo efficace e riservato un'emergenza in aula: una comunicazione del preside, la convocazione dei genitori e, in ultima analisi, un provvedimento disciplinare nei confronti dell'alunno.
Ma a fronte delle parole-choc che sarebbero state dette dall'allievo - e asseritamente udite dalle insegnanti, rimaste attonite e sdegnate - la dirigente scolastica della primaria di San Zenone Rosita De Bortoli ha segnalato l'episodio con una lettera trasmessa al Ministero degli Esteri.
Non certo per criminalizzare il piccolo sostenitore dell'Isis, i cui pensieri, proprio per la tenera età, sono facilmente plasmabili da influenze esterne.
Ma appunto per evidenziare il rischio della presenza di un ambiente ostile, nell'ameno Comune della Pedemontana trevigiana (che già in passato, tuttavia, era finito nelle cronache per il sospetto che vi risiedessero alcune persone collegate a cellule integraliste islamiche), all'interno del quale lo scolaro può essere imbevuto di idee fuorvianti, e soprattutto pericolose.
“E’ chiaro che i bambini riportano quello che sentono dalle famiglie - ha scritto la dirigente nella lettera alla Farnesina -. E queste affermazioni hanno giustamente preoccupato tutto il personale scolastico.”
L'iniziativa della preside non ha quindi inteso evidenziare il timore che dietro al bambino possa nascondersi qualche presunto fiancheggiatore dello Stato Islamico, ma, come scrive il Gazzettino, “per segnalare soprattutto i pericoli della presenza di un forte integralismo, e delle degenerazioni che questo può comportare in alcune famiglie immigrate”.
Del fatto si stanno occupando anche i carabinieri, a cui il sindaco di San Zenone degli Ezzelini Luigi Mazzero ha a sua volta presentato denuncia “perché va approfondito dove quel bambino si è formato questa opinione”.
La notizia, nel frattempo, è stata rilanciata dai quotidiani online e dalle agenzie di stampa, facendo in pochi secondi il giro d'Italia. Ponendo il pittoresco Comune di San Zenone al centro un eclatante caso mediatico.
Da qualsiasi punto di vista la si guardi, si tratta comunque di una storia emblematica di questi tempi.
E' probabile - e soprattutto auspicabile - che quel bambino di appena 9 anni non si renda pienamente conto di quello che ha detto e che non sappia ancora compiutamente distinguere tra i terroristi dell'Isis e i personaggi armati e mascherati che compaiono nei videogiochi.
Ma questo è un particolare secondario. Se quelle parole sono state realmente pronunciate, c'è qualcuno che alla mattina, nello zainetto, al posto della merenda gli mette un panino imbottito di odio.
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