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L'ardua sentenza
Sindaci in allarme dopo le ennesime voci sulla possibile soppressione del Tribunale di Bassano. Cimatti: “Dimostrateci i risparmi, e piuttosto potenziamolo”. Richiesto al ministro della Giustizia un tavolo di concertazione
Pubblicato il 20-09-2011
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Per chi, come chi vi sta scrivendo, segue esattamente da un quarto di secolo la vita pubblica della nostra città si tratta di un tema ricorrente.
Parliamo della possibile soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa: un argomento che torna ciclicamente di attualità a seconda dei venti che spirano nei corridoi della politica nazionale.
Al centro della questione c'è sempre lei: l'inossidabile sottosegretario alla Giustizia, sen. Elisabetta Alberti Casellati che nel 2009 era apparsa a Bassano per rassicurare sindaci, magistrati, avvocati e categorie economiche del territorio sul mantenimento del palazzo di giustizia in città e che nei giorni scorsi, intervenendo a un incontro ad Asiago, ne ha paventato invece, a fronte dei tagli imposti dallo Stato, “le molte probabilità di chiusura”.
Il Tribunale di Bassano: ciclicamente oggetto di una possibile soppressione
E' stata la molla che ha spinto i sindaci dei Comuni della circoscrizione del Tribunale di Bassano - convocati ieri dal sindaco Cimatti per discutere, come riportiamo in altri articoli, anche del progetto della Nuova Valsugana - a sottoscrivere un documento congiunto nel quale si evidenzia “l'irreparabile pregiudizio che deriverebbe al territorio nell'ipotesi di soppressione o accorpamento” dell'istituzione primaria costituita dal Tribunale cittadino.
“Bisogna fare attenzione - ha commentato oggi il sindaco di Bassano Stefano Cimatti - se il risparmio di una struttura comporta costi maggiori per la comunità.”
“Il Tribunale di Bassano - ha sottolineato il sindaco - ha un'efficienza doppia rispetto al Tribunale di Vicenza. Se a Bassano, per un procedimento, servono mediamente 3 anni a Vicenza ne servono 6. In un anno, inoltre, il Tribunale di Bassano ha permesso di rimettere allo Stato 3 milioni e 374mila euro in contributi di accesso alla giustizia, per multe e pene convertite e tasse di registro dei provvedimenti.”
Il problema centrale, tuttavia, riguarda gli ormai avanzati lavori di costruzione del nuovo palazzo di giustizia, per i quali la collettività ha già sborsato 12 milioni di euro: dovesse essere confermata l'ipotesi di soppressione della struttura, la città si ritroverebbe sul groppone un enorme e costosissimo cubo vuoto.
“Nel documento - ha aggiunto Cimatti - chiediamo al ministro della Giustizia di attivare un tavolo un tavolo di concertazione che coinvolga tutti gli operatori del diritto e socio economici del territorio. Un tavolo che non tagli con la mannaia, ma che esamini le reali necessità del territorio stesso e delle sue potenzialità economiche.”
“Il nostro invito - ha chiosato il sindaco di Bassano - è molto chiaro: dimostrateci i risparmi, tenendo anche conto delle conseguenze relative a un'eventuale soppressione ai risparmi della comunità.”
Sul tema della giustizia, insomma, Bassano non lascia, e anzi raddoppia.
Tra le proposte inserite nel documento c'è infatti anche l'ipotesi opposta: quella addirittura di potenziare il circondario del Tribunale cittadino “anche con l'ammissione di circondari di limitrofe sezioni distaccate di altri tribunali, allo stato non ugualmente efficienti, al fine di migliorare la risposta di giustizia dell'intero territorio pedemontano.”
Saranno voci ascoltate? Ai politici, e questa volta non ai giudici, l'ardua sentenza.
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