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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

E San Bassiano finisce a tavola

Incontro con Sergio Dussin, presidente del Gruppo Ristoratori Bassanesi, che saranno premiati a San Bassiano 2011. “Un riconoscimento che va al lavoro di un gruppo”

Pubblicato il 13-01-2011
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“Come? Davvero?”. Sergio Dussin, presidente del Gruppo Ristoratori Bassanesi, contattato al telefono dopo l'annuncio del sindaco Cimatti sui premiati della festa di San Bassiano, apprende da noi la notizia che tra i benemeriti della cerimonia 2011 c'è anche il gruppo da lui presieduto.
Lo incontriamo poco dopo nel suo ristorante, dove troviamo - per caso - anche Riccardo Celleghin, direttore dell'Unione del Commercio di Bassano di cui i ristoratori sono una delle realtà di punta.
“Dico grazie alla città e al sindaco - commenta Dussin a botta calda - per un riconoscimento che va al lavoro di un gruppo che comprende 24 ristoranti di tutto il territorio. La nostra strategia è quella di far crescere le persone all'interno del gruppo, lo si è visto bene l'anno scorso in occasione del nostro trentennale.”

Il presidente dei ristoratori Sergio Dussin e il direttore dell'Umce Riccardo Celleghin. "La nostra priorità è la salvaguardia dei posti di lavoro"

“Nel trentesimo anniversario - continua Dussin - abbiamo fondato la Confraternita dell'Asparago di Bassano, partecipato alle celebrazioni per la mostra di Jacopo Bassano e allargato la rassegna “Asparagi e Vespaiolo” a 96 ristoranti della provincia di Vicenza. Abbiamo avuto grossi vantaggi da questo movimento, perché l'ampliamento in tutta la provincia non ha portato via il lavoro ai ristoranti bassanesi, ma è nata anzi una sinergia tra i ristoranti di Bassano e il resto della provincia. I colleghi ci hanno chiesto informazioni e ricette, ed è una collaborazione da portare avanti per il futuro.”
Futuro e presente che per Dussin significano un nuovo modo, flessibile e aggiornato, di concepire il proprio mestiere.
“La ristorazione deve essere aperta alle richieste della clientela, che stanno cambiando. Il mondo sta cambiando, e anche il modo di alimentarsi. Il pranzo con quattro o cinque piatti ormai non esiste più, i clienti ci chiedono un piatto unico e noi dobbiamo adeguarci mantenendo intatti la qualità e il servizio.”
E non mancano mai, nell'agenda del Gruppo, le iniziative di solidarietà a favore del territorio.
“La Cena sul Ponte - prosegue il referente dei ristoratori - è stato un grande momento sotto tutti i punti di vista. Sono stati coinvolti 15 ristoranti, con il tutto esaurito. Diventerà un appuntamento annuale, e sempre a scopo benefico. L'anno scorso l'incasso è stato devoluto alla mensa dei poveri dei Frati al Margnan. Ma non è ancora finita, perché continuiamo, con i soldi in cassa del Gruppo, a fare la spesa per la mensa in base alle richieste che ci vengono dai frati.
Voglio anche ricordare la cena in Casa di Riposo che abbiamo ripetuto in dicembre con i Lions. Ogni anno è sempre più emozionante. Quando sei là, vedi le persone che hanno fatto la storia di Bassano che ti salutano, ti raccontano le loro storie, si mettono a cantare. E' una gioia vederle.”
La grande soddisfazione per il premio annunciato non fa tuttavia dimenticare gli attuali problemi della categoria, soprattutto sul lato occupazionale.
“Io considero la salvezza dei posti di lavoro un dovere morale - sottolinea il presidente -. In questi primi giorni dell'anno sono venute diverse persone a chiedermi lavoro, camerieri o cuochi licenziati da altri locali. Il lavoro delle persone è un valore umano. Dobbiamo valorizzare l'essere umano e l'autostima dei nostri collaboratori, che non sono dei dipendenti ma persone libere che vedono nei clienti il vero e proprio padrone del loro stipendio. Le imprese sono queste, io la penso così. A qualcuno possiamo essere anche antipatici, ma la realtà è questa. Prima pensiamo a salvare la difesa dei posti di lavoro, lo stipendio dei collaboratori, le nostre aziende e la sicurezza dell'alimentazione dei nostri avventori.”
“Quello di San Bassiano è un premio più che meritato - aggiunge il direttore dell'Umce Riccardo Celleghin - anche in chiave associativa, essendo i ristoratori uno dei nostri fiori all'occhiello. Non solo per le iniziative promozionali e sociali, ma per il lavoro che fanno. Far fronte, in questo momento economico, alle tante forme di pseudo-ristorazione che non fanno una concorrenza leale è un modo concreto per salvaguardare i posti di lavoro.”

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