Pubblicità

Black Friday

Pubblicità

Black Friday

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

“Noi, sopravvissuti del Vajont”

"Vajont, per non dimenticare": a Bassano una mostra-denuncia sulla tragedia della diga maledetta. La testimonianza del Comitato per i sopravvissuti: "Privati degli affetti e dimenticati dallo Stato"

Pubblicato il 21-09-2010
Visto 7.137 volte

Pubblicità

Black Friday

L'orologio dell'orrore è fermo alle 22.39 del 9 ottobre 1963.
In quel momento un'enorme frana rocciosa, pari a circa 270 milioni di metri cubi, inizia a scivolare dal Monte Toc precipitando nel lago artificiale del Vajont, sollevando oltre la diga una massa d'acqua di 40 milioni di metri cubi che in due ondate, con uno spostamento d'aria due volte superiore a quello della bomba atomica di Hiroshima, spazza via in pochi secondi il paese di Longarone, nella sottostante valle del Piave, e le altre comunità della zona tra cui Castellavazzo, Erto e Casso.
E' l'istantanea della grande catastrofe: 2000 morti ufficiali, di cui solo 726 con un nome, circa 800 dispersi e un'infinita storia giudiziaria che ancora oggi trascina dietro di sé dubbi e domande.

Gino Mazzorana e Micaela Coletti, vicepresidente e presidente del Comitato per i sopravvissuti del Vajont

Micaela Coletti, di Longarone, nel 1963 aveva 12 anni. Quella notte tremenda perse il papà, la mamma, non più trovata, la nonna e una sorella. Gino Mazzorana, suo compaesano, di anni ne aveva invece 10. La furia dell'acqua gli portò via il papà, la mamma e un fratellino di 3 anni. Di quella notte funesta hanno frammenti di ricordi: un grande tuono, il buio, e poi il nulla.
Per Micaela e Gino, sopravvissuti del Vajont, quella gigantesca ferita non si è ancora rimarginata. Da alcuni anni - con il Comitato per i Sopravvissuti “Vajont, per non dimenticare...” di cui lei è la presidente e lui il vice - promuovono incontri e iniziative per far conoscere “come noi sopravvissuti alla tragedia del Vajont abbiamo vissuto dopo” e per parlare “di quello che ci portiamo e ci porteremo dietro tutta la vita”, nella continua ricerca “di capire cosa era successo, per far luce in un'ombra lunga quasi 50 anni.”
Per divulgare il più possibile la loro testimonianza, i componenti del Comitato hanno organizzato una mostra itinerante, intitolata “Vajont, per non dimenticare” che in occasione del Raduno Triveneto degli alpini è stata allestita a Bassano a Palazzo Bonaguro, dove assieme ad altre quattro mostre tematiche è visitabile fino al prossimo 26 settembre.
Una mostra-denuncia - fotografica e documentaria - che ripercorre i capitoli della storia della diga maledetta, della notte maledetta, degli alpini che scavano tra le macerie, dei giornali dell'epoca, del cimitero di Fortogna e delle vittime, dei processi giudiziari e dei soldi della transazione dell'ENEL ai danneggiati dalla catastrofe.
“Vogliamo portare avanti - ci spiega Micaela Coletti - la verità della tragedia. Dopo 47 anni siamo ancora qua a ribadire che non solo non c'è stata giustizia, ma neppure conoscenza.
Oggi come oggi manca ancora la conoscenza su come sono stati trattati i sopravvissuti, dimenticati dallo Stato e dalla pubblica amministrazione.
Marco Paolini, con la sua orazione civile, ha dato a noi una dignità. Ma per molti anni, in Italia, molti avevano guardato al Vajont come a un mondo infamante, fatto di persone “che per quattro soldi si sono vendute i morti”. Noi vorremmo finalmente raccontare la realtà della gente del Vajont che ha visto la morte in faccia, e il coraggio morale di chi ha vissuto quella tragedia. Finché non si arriva a questo punto, noi andremo avanti.”
“Dopo il Vajont - racconta ancora la presidente - lo Stato ci ha abbandonato. Hanno persino applicato la legge del '26 sulla “commorienza” che dice che quando due parenti stretti muoiono nello stesso momento, non lasciano eredi. Per la transazione ai danneggiati, l'ENEL aveva imposto un tariffario. 700 persone hanno transato, le altre non hanno avuto risarcimento e stanno ancora aspettando. Nel '99 il Comune di Longarone ha ricevuto 77 miliardi dallo Stato, oggi vogliamo sapere dove sono finiti.”
“Il prossimo 30 settembre - conclude Micaela - faremo un esperimento con i ragazzi delle elementari. Chiederemo a ciascuno di loro di associare ad ogni sentimento - l'affetto, gli amici, le cose che amiamo - un colore: il rosa, il rosso, il giallo... Tolti tutti questi sentimenti, che cosa resta? Il nero e il grigio. Per la nostra vita è stato così, ci sono stati tolti tutti i colori e i sentimenti più importanti. Per questo vogliamo portare alla vera conoscenza della tragedia.”

Pubblicità

Black Friday

Più visti

1

Politica

16-11-2024

La cena delle beffe

Visto 9.770 volte

2

Attualità

17-11-2024

Re Monato

Visto 9.615 volte

3

Attualità

16-11-2024

Gentili ascoltatori

Visto 9.523 volte

4

Attualità

14-11-2024

L’Anitrav selvatica

Visto 9.208 volte

5

Attualità

15-11-2024

Midnight in Paris

Visto 9.078 volte

6

Politica

18-11-2024

Sfida all’O.K. Fincal

Visto 8.984 volte

7

Attualità

18-11-2024

Speriamo che sia femmina

Visto 8.906 volte

8

Politica

14-11-2024

L’Italia s’è destra

Visto 8.714 volte

9

Attualità

19-11-2024

Il dirigibile sul Polo

Visto 6.906 volte

10

Attualità

19-11-2024

Demolition Man

Visto 6.859 volte

1

Attualità

08-11-2024

SuperSanta Pedemontana

Visto 17.822 volte

2

Politica

30-10-2024

Un salto nel vuoto

Visto 15.360 volte

3

Attualità

29-10-2024

Englishman in Bassano

Visto 12.197 volte

4

Politica

24-10-2024

Vern-illo tempore

Visto 12.071 volte

5

Politica

30-10-2024

Azione e Reazione

Visto 12.062 volte

6

Attualità

08-11-2024

Fincommissariato

Visto 11.570 volte

7

Attualità

26-10-2024

Una Gaia apertura

Visto 11.142 volte

8

Attualità

25-10-2024

Pregiato Mangimificio Bassanese

Visto 11.078 volte

9

Politica

04-11-2024

Money for Nothing

Visto 10.983 volte

10

Attualità

12-11-2024

Centro di gravità permanente

Visto 10.753 volte