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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La storia dell'Orso
Due settimane fa, in Valbrenta, aveva compiuto una strage di conigli. Ora l'orso M5, ovvero orso “Dino”, è nella Val di Posina dove in due notti ha sbranato tre asini. E la Provincia intende allontanarlo “con le buone”
Pubblicato il 14-04-2010
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Nel suo vagabondare alla ricerca di cibo e di una compagna, è passato - arrivando dal Trentino - anche da queste parti.
L'esemplare di orso contrassegnato dal codice M5, ma ormai noto a tutti come orso “Dino”, è tornato agli onori della cronaca a Posina, tra i monti e le contrade della ridente valle dell'Alto Vicentino, dove nel giro di tre giorni ha assalito tre asini e tentato di sfondare un pollaio.
Sabato notte, in contrà Leder di Sotto, M5 ha sbranato un'asina gravida all'interno del recinto in cui la malcapitata vittima riposava. La scorsa notte, in Contra' Maso sempre a Posina, l'orso ha aggredito altri due asini ammazzandone uno e riducendo l'altro in fin di vita.
Uno dei tre asini aggrediti dall'orso M5 a Posina, nell'Alto Vicentino
Solo gli ultimi, sgraditi episodi di un continuo peregrinare che dopo il risveglio dal letargo invernale - avvenuto lo scorso 25 febbraio - ha portato “Dino” a transitare anche a nord di Bassano.
A fine marzo il plantigrado era infatti comparso in Valbrenta dove, in località Merlo di San Nazario, aveva compiuto una strage di conigli nella proprietà della famiglia di Luigi Campana.
Attraversata la Valle del Brenta, fiume compreso, senza creare ulteriori scompigli, aveva proseguito il suo cammino - monitorato dagli agenti della Polizia Provinciale - verso l'Altopiano di Asiago lungo i boschi che da Valstagna, passando per la Val dei Remi, lo hanno condotto fino alla zona a nord di Conco.
Da qui si era poi spostato verso località Sasso, il Turcio e il territorio tra il Monte Corno e località Paù, in Comune di Caltrano, lasciando ampie tracce sulla neve ancora presente e un albero scorticato come “ricordo” del suo passaggio. Inesauribile camminatore, M5 aveva quindi attraversato la Lessinia Veronese e i boschi di Recoaro per approdare infine nell'Alta Val di Posina, dove è tuttora segnalato creando allarme tra i residenti.
Il famelico M5 è un orso comune che proviene dai boschi della Slovenia. Catturato nello scorso ottobre nella Valle di Primiero, nel Trentino Orientale, l'esemplare - di tre anni di età e circa 180 chili di peso - è stato successivamente rilasciato dai guardacaccia che lo avevano in consegna dotandolo di una radiocollare che segnala, attimo per attimo, i suoi spostamenti.
Ora però - anche se gli orsi non sono definiti come animali pericolosi per l'uomo, che anzi cercano di evitare - le scorribande di M5 stanno superando il limite e la Provincia di Vicenza, di concerto con la Regione, ha deciso di correre ai ripari cercando di allontanare l'ingombrante ospite "con le buone".
“E’ un animale nel pieno della maturità - spiega l’assessore provinciale Marcello Spigolon- e per questo alla ricerca di una compagna per accoppiarsi. La nostra speranza è che, una volta constatato che in zona non ci sono esemplari femmine della sua specie, continui altrove la sua ricerca. Nel frattempo monitoriamo comunque la sua presenza, fin troppo a ridosso delle case e dei centri abitati, per questo è nostra intenzione, e nostro dovere, intervenire quanto prima.”
La prima azione da intraprendere, qualora l’orso non si stancasse da solo di frequentare la zona - informa la Provincia - è di dissuaderlo ad andarsene spaventandolo con rumori, ad esempio spari di petardi, senza fargli del male o colpirlo in alcun modo. Se anche questa strategia non dovesse risultare risolutiva, si può ipotizzare di catturarlo e portarlo di peso in un luogo più adeguato alla sua natura e alle sue esigenze.
“La priorità - dice ancora Spigilon - è reinserire l'orso nella sua realtà, per il bene suo e nostro.”
Nel frattempo, nella piccola comunità di Posina, la gente ha paura e Provincia e Regione, venerdì 16 aprile alle 20.30, incontreranno la cittadinanza in una riunione pubblica.
Sarà un momento di confronto - conclude la Provincia - per acquisire informazioni utili su come comportarsi per sentirsi sicuri ed evitare di creare situazioni che agitino l’orso tanto da farlo diventare pericoloso per l’uomo.
Questa è la storia dell'Orso, a cui si cerca di scrivere la parola “fine”.
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