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Donazzan: “Nessuna differenza tra studenti stranieri nati in Italia e no”
L'assessore veneto all'Istruzione contesta la decisione del ministro Gelmini di non includere i ragazzi stranieri nati in Italia nel tetto del 30% per ogni classe
Pubblicato il 14-01-2010
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Il ministro Mariastella Gelmini ha lanciato il provvedimento che prevede il tetto del 30% per l'iscrizione di studenti stranieri in ogni classe scolastica.
La grande novità, in vigore dal prossimo anno scolastico, esclude però gli studenti stranieri nati in Italia che non saranno pertanto interessati dai limiti imposti.
Ma Elena Donazzan, assessore veneto all'Istruzione, non è d'accordo.
L'assessore regionale Elena Donazzan: "Cara Gelmini, ci vuole più coraggio"
“Se il nostro obiettivo - dichiara l'esponente politico bassanese - è sinceramente quello di aiutare all’integrazione e al successo formativo gli studenti stranieri all’interno delle nostre scuole allora non possiamo fermarci di fronte alla distinzione tra chi è nato in Italia e chi no. Soprattutto di fronte ad alcune problematiche molto reali e concrete e poco legate al luogo di nascita, quali, su tutte, la conoscenza della lingua italiana e la sua padronanza, condizione necessaria per poter accedere a tutte le altre forme di sapere, a tutte le materie insegnate e parti del piano di studi e la affezione ad un modello culturale del territorio nel quale si vive.”
La Donazzan invita la Gelmini “ad avere più coraggio” perché a monte di tutto il sistema “resterà il problema linguistico”.
“Anche se uno studente è nato in Italia - afferma - ma vive in un nucleo famigliare in cui si parla in un’altra lingua, è del tutto evidente che permarranno per lui le difficoltà di apprendimento.
Resterà il problema dell’inserimento sociale attraverso la conoscenza della nostra cultura e quindi delle nostre consuetudini, delle abitudini e dello stile di vita che caratterizzano una società, perché la medesima permanenza all’interno del proprio nucleo famigliare, spesso di prima generazione poco o per nulla integrato nella comunità locale, non favorirà certamente l’integrazione e la socializzazione.”
“Senza una presenza organizzata ed equilibrata tra stranieri ed italiani - continua Donazzan - non solo penalizzeremo soprattutto i giovani studenti non italiani, ma assisteremo, come già accade, al fenomeno per cui le famiglie italiane scelgono la scuola per i propri figli in base alla presenza o meno di stranieri. E certamente non si può ignorare che questo atteggiamento, che non è legato a nessuna forma di razzismo piuttosto alle aspettative della migliore scolarizzazione per i propri figli, genererà nel tempo una ghettizzazione pericolosa e certamente nessuna integrazione.”
L'assessore regionale informa di aver già fatto approvare in Giunta regionale, nell'agosto 2009, le Linee Guida per l'anno scolastico 2010/2011 nelle quali si introduce la quota del 30% di stranieri, senza distinzione tra nati o non nati in Italia, in ciascuna classe.
Si tratta solo di un atto di indirizzo, perché le competenze sono del Ministero dell'Istruzione, ma secondo Donazzan “è un segnale importante di riconoscimento di alcune esperienze già presenti sul nostro territorio e delle scelte della nostra Regione.”
“Al Ministro - conclude l'esponente del PDL - dico di non farsi intimidire dalla solita accusa demagogica di razzismo, ma di rendersi conto che se si considererà solamente, nel tetto del 30%, i non nati in Italia allora avremo risolto il problema sulla carta, ma di fatto continueremo ad avere problemi di integrazione, linguistica e culturale.”
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