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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Calendimaggio

È primavera, sbocciano le rose ma il partito di Calenda deve togliersi le spine. Dura “nota di precisazione” dell’ex segretaria provinciale Dalla Valle e degli altri dimissionari del direttivo di Azione Vicenza alla segreteria regionale di Azione

Pubblicato il 28-04-2025
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Ma guarda un po': siamo nel periodo di Calendimaggio.
È un’antica festa stagionale italiana che si svolge attorno al 1 maggio, con cui si celebra l’arrivo della primavera e che si chiama così perché risale alle calende del mese nel calendario romano (fonte: Santa Wikipedia).
E proprio adesso, mentre sbocciano le rose, il partito di Carlo Calenda deve togliersi le spine a livello locale.

Carlo Calenda a Vicenza nel 2021 (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Ne abbiamo scritto nei giorni scorsi.
Prima di Pasqua la già sindaca di Marostica Marica Dalla Valle ha sbattuto la porta in faccia ad Azione, dimettendosi da segretaria provinciale di Azione Vicenza e restituendo la tessera al partito.
Come lei e assieme a lei, hanno rassegnato in blocco le dimissioni dal partito anche altri componenti del direttivo provinciale di Azione Vicenza.
Tra le varie motivazioni della decisione, spiegate in un comunicato stampa: un “cambiamento di rotta non condivisibile” nella recente evoluzione del partito, una segreteria regionale che “invece di affrontare con responsabilità la difficoltà nei tesseramenti non fornisce risposte a un elettorato perplesso e preoccupato” e, soprattutto, “l’azzeramento della rappresentanza vicentina dalla nuova segreteria regionale estesa” che secondo Dalla Valle e gli altri dimissionari “rappresenta un grave segnale di chiusura e un atto punitivo”.
È poi giunta in redazione la replica della segreteria regionale di Azione che ha rispedito al mittente tutte le accuse.
Nella nota, Azione Veneto ha affermato che “non è vero che la presenza di Vicenza è stata azzerata perché ha sostenuto Giulia Pastorella al congresso”, vale a dire la deputata calendiana che ha conteso a Calenda, perdendo nettamente ai voti, l’elezione a segretario nazionale del partito.
Al punto che il trevigiano Omar Baù, coordinatore regionale per il Veneto della “mozione Pastorella”, è stato poi inserito nella stessa segreteria regionale dal momento che “in generale le scelte sui componenti della segreteria si sono basate sul merito e non sul Cencelli”.
Inoltre, e tra le altre cose, Azione Veneto ha contestato ad Azione Vicenza di essere “dal 2022 la provincia che ha perso più tesserati” e che “non è riuscita né a far eleggere né ad attrarre nuovi amministratori”, rilevando anche “una certa fatica sul territorio nel dialogo con le altre forze politiche e gli altri partiti”.
Ma ecco che oggi, nel fulgore primaverile dell’imminente Calendimaggio, sono qui a raccontarvi la terza e forse non ultima puntata di questa Action-Novela.
Si tratta di una dura “nota di precisazione” al comunicato della segreteria regionale di Azione trasmessa in redazione da Marica Dalla Valle e firmata anche dagli altri dimissionari del direttivo provinciale di Vicenza.
“Preciso che la maggioranza dei componenti del direttivo provinciale (n. 17 in tutto) sono dimissionari dal partito - scrive l’ex segretaria provinciale Dalla Valle nell’email di accompagnamento - e una segreteria regionale non può liquidare la questione senza porsi domande…”.
È proprio vero: come nei roseti di questa stagione, la questione è spinosa.

Nota di precisazione dei componenti dimissionari del Direttivo provinciale di Azione Vicenza

In merito alla nota diffusa dalla segreteria regionale di Azione, ci preme, con la sobrietà che ci è propria, chiarire alcuni punti, evitando per quanto possibile di partecipare alla poco utile “battaglia degli stracci” che, oltre ad interessare poche persone, rischia di distrarre da questioni ben più rilevanti, tanto a livello internazionale quanto locale.
Dispiace constatare come la comprensibile difficoltà nel commentare le dimissioni in blocco della Segreteria Provinciale e della maggioranza del Direttivo Provinciale Vicentino abbia prodotto una risposta frettolosa, imprecisa e a tratti contraddittoria, proprio per questo è utile ristabilire un po’ di ordine tra i fatti.

Tessere in calo? Sì, ma soprattutto altrove.
È corretto dire che i tesseramenti sono in calo, ma è scorretto attribuirne la responsabilità a chi oggi ha scelto di restituire la tessera. I dati parlano chiaro: il calo è generalizzato nel Veneto. Potremmo quasi dire che Vicenza ha tenuto, nonostante le scelte del regionale non abbiano mai suscitato particolare entusiasmo tra iscritti ed elettori.

Pochi amministratori eletti, e campagne elettorali a ostacoli (autoimposti).
Ricordiamo che nel pieno della campagna per le amministrative nel capoluogo berico, la provincia di Vicenza si è trovata a gestire l’impatto di un confitto nazionale tra i due leader del Terzo Polo, divenuto un vero e proprio boomerang elettorale.
Il tutto a ridosso del voto, in un contesto che richiedeva chiarezza e coesione. Abbiamo dovuto spiegare ai cittadini decisioni che faticavamo a comprendere noi per primi ed ovviamente la perplessità degli elettori si è letta nei risultati.

Sperimentazioni ardite condotte nella provincia di Vicenza e Cencelli rivisitato.
Nel corso degli ultimi mesi, Vicenza è diventata, nostro malgrado, il laboratorio veneto per esperimenti politici tanto creativi quanto dannosi.
Candidature calate dall’alto, in alcuni casi di persone non iscritte al partito, che goffamente si schieravano con candidati delle amministrative avversari di quelli scelti dal partito, hanno creato frizioni con candidati locali attivi da anni.
Il risultato? Un messaggio disorientante all’elettorato. E se il manuale Cencelli è stato riesumato, ahinoi è stato proprio per garantire spazio nel direttivo nazionale a chi ha contribuito a creare queste situazioni imbarazzanti a livello locale aumentando ulteriormente la delusione dei militanti e l’allontanamento dei simpatizzanti.

Numeri e competenza: non opinioni.
Siamo dell’avviso che senza numeri si è solo persone con un’opinione e crediamo che le dimissioni della maggioranza dei membri del direttivo, tra cui consiglieri e assessori comunali, non siano un irrilevante gesto simbolico ma un fatto politico.
Un fatto che dovrebbe far riflettere, non essere liquidato con una narrazione autoassolutoria.
Le persone che hanno lasciato il partito sono le stesse che, con dedizione quotidiana e senza clamore, hanno costruito relazioni, organizzato eventi e animato il dibattito nei territori più che in ogni altra provincia veneta. Persone che non hanno cercato incarichi, ma risultati. E di certo non medaglie da esibire.

Una fine? Solo per alcuni.
Per noi non è un addio alla politica, né tantomeno al territorio. È un nuovo inizio, guidato da una convinzione: si può fare politica in modo serio, appassionato e coerente, anche al di fuori di contesti che oggi sembrano aver perso la capacità di ascoltare. Il nostro capitale umano non si disperde: si rigenera e siamo pronti per nuove iniziative capitalizzando quanto costruito insieme nella capacità di confrontarci senza polemica, di trovare sintesi e di organizzare attività.

Questa la nostra precisazione. Senza acrimonia, senza rancore. Solo con la speranza che chi oggi resta ai vertici di quel che resta di Azione, colga finalmente l’occasione per interrogarsi su cosa stia davvero accadendo.

I componenti del direttivo provinciale di Azione che hanno restituito la tessera.

Vicenza, 28 aprile 2025

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