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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Tribunet
Due o tre cose, e visto che ci siamo anche quattro, sulla linea editoriale di Bassanonet riguardo alla questione del Tribunale della Pedemontana
Pubblicato il 22-03-2025
Visto 3.359 volte
“Stai remando contro Bassano”. “Sei contrario al Tribunale della Pedemontana”. “Sei amico di quelli di Vicenza”.
Sono solo alcune delle varie amenità dello stesso tenore che mi sono sentito dire a Bassano del Grappa da quando, ormai un anno e qualche mese fa, sulla questione del Tribunale ho incominciato ad ascoltare e a dare spazio su Bassanonet anche all’altra campana, quella della invisa Vicenza.
Ma tant’è: l’Italia è notoriamente il Paese dalla memoria corta e questa vicenda, per quanto riguarda la percezione delle cose in riva al Brenta, ne rappresenta la conferma.

Il nuovo Tribunale di via Marinali (foto: FulBic il drone)
Che quelle citate e virgolettate sopra siano espressioni di smemoratezza non è l’affermazione di un bla bla generico ma è una asserzione certificata da una prova che non può essere smontata neppure in Tribunale: l’inestimabile archivio degli articoli di Bassanonet, consultabile da chiunque e in qualsiasi momento.
Al tema del Tribunale il nostro portale ha dedicato negli anni centinaia di articoli, potremmo chiamarci tranquillamente Tribunet.
E per ben dodici anni consecutivi, dal 2011 al 2023, sono stati tutti articoli favorevoli alle istanze bassanesi per non perdere, prima, e per ricuperare, dopo, il presidio di giustizia “di prossimità” in via Marinali con l’aggravante di un nuovo Tribunale costato quasi 8 milioni di euro e mai inaugurato, perché soppresso nel 2012 da quello stesso Ministero della Giustizia che lo aveva fatto costruire.
Controllate anche voi, se non ci credete.
Andate pure all’archivio degli argomenti di Bassanonet, lettera “T”, tag “Tribunale di Bassano del Grappa” e “Tribunale della Pedemontana” (sono gli stessi due tag che ho messo in calce a questo articolo, quindi la consultazione è ancora più immediata), riguardatevi tutti gli articoli a ritroso negli anni, sempre che abbiate la voglia e la pazienza di farlo, e buon viaggio nel tempo.
Ho riguardato anch’io il nostro archivio e mi sono davvero sorpreso, a distanza di anni, della mole di lavoro svolto.
Con Bassanonet abbiamo seguito minuto per minuto tutte le vicissitudini, dal 2011 al 2014, del periodo trascorso tra la “morte annunciata” del Tribunale di Bassano sotto il Governo Berlusconi IV e il taglio dei Tribunali della riforma del 2012 del ministro Severino - alla quale non ho mai risparmiato i miei attacchi giornalistici - col Governo Monti, oltre ai due anni di ulteriore agonia per lo smaltimento dell’arretrato civile a Bassano del Grappa fino all’accorpamento definitivo a Vicenza nel 2014.
Abbiamo raccontato tutte le iniziative e tutte le manifestazioni (compresi i cortei sul Ponte) per salvare il Tribunale di Bassano, alle quali, guarda caso, oltre ai politici e ai sindaci di turno partecipavano in gran parte solamente gli avvocati.
Il grande assente di quella mobilitazione per mantenere il presidio di giustizia a Bassano del Grappa, infatti, è sempre stato il cosiddetto “comune cittadino”.
Lo avevo già sottolineato all’epoca e lo ricordo anche oggi, in questa fase decisiva per gli equilibri della giustizia nel territorio, mentre ci si riempie la bocca della “richiesta dei cittadini” di avere un Tribunale di prossimità nuovamente a Bassano.
Abbiamo poi seguito con interesse tutti gli inizi e quindi gli sviluppi del progetto del Tribunale della Pedemontana, la cui genesi risale al 2015.
Un progetto che allora aveva un preciso motivo di esistere, in ragione di quella che era la condizione disastrosa della giustizia vicentina, proprio a seguito dell’accorpamento del Tribunale di Bassano e della sezione staccata di Schio.
Questo il titolo di un mio articolo del novembre 2013 sulle condizioni della giustizia berica: “Disastro alla vicentina”.
“Meglio di Kafka” era invece il titolo di un mio editoriale del gennaio 2015.
Sottotitolo: “Ora il Tribunale di Vicenza, dopo l’accorpamento di Bassano, è sepolto da 17mila procedimenti penali”. E così via.
Quello di Bassanonet è stato un racconto a senso unico a favore del Tribunale della Pedemontana che è continuato per l’appunto fino al 2023, l’anno delle quattro visite in città del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari e della massima apoteosi del progetto bassanese “sostenuto dal Governo”.
Un titolo su tutti può riassumere la linea editoriale intrapresa dal 2011 e fino allora da Bassanonet riguardo alla controparte e cioè alla città capoluogo: “Vicenza di uccidere”.
Intitolavo così un mio articolo del 27 novembre 2023 in cui annunciavo che il giorno successivo il consiglio comunale di Vicenza avrebbe discusso una mozione di contrarietà all’istituzione del Tribunale della Pedemontana, a tutela delle risorse e del personale del Tribunale di Vicenza.
“Offesa a un intero territorio che chiede un nuovo presidio di giustizia non per danneggiare Vicenza, ma per rendere più efficiente la giustizia veneta”, aveva commentato il sindaco Elena Pavan.
Il giorno dopo, di sera inoltrata, ho presenziato a quel consiglio comunale a Vicenza.
Ci ero andato mia sponte, per curiosità, ed ero pronto a sparare giornalisticamente altre cartucce pro Bassano del Grappa, come avevo sempre fatto.
Ma quella sera mi si sono aperti gli occhi.
Il 28 novembre 2023, a Palazzo Trissino a Vicenza, mi sono reso conto che esisteva anche l’altra faccia della Luna, che aveva le proprie ragioni per opporsi al progetto giudiziario pedemontano e ho ritenuto che queste ragioni andassero capite e riportate, per meglio favorire il confronto sulla delicata questione.
Ho conosciuto il Comitato per una Giustizia di Qualità a Vicenza, col quale prima non avevo avuto il benché minimo contatto, di cui ho approfondito le contestazioni nei confronti del progetto bassanese, basate esclusivamente su considerazioni tecniche, e cioè sul reale stato della giustizia vicentina oggi, e non pregiudiziali o ideologiche nei confronti di Bassano.
Gli occhi aperti mi hanno fatto scoprire che il nuovo Tribunale di Bassano, da solo, non è adeguato ad ospitare il personale previsto in organico per il Tribunale della Pedemontana, come poi avrebbero confermato i due sopralluoghi degli ispettori del Ministero della Giustizia nel dicembre 2023 e nel febbraio 2024.
Ho constatato come il sistema giudiziario si sia evoluto rispetto a undici anni fa, col ricorso ormai sistematico alla giustizia telematica, soprattutto per le procedure civili, che sta progressivamente svuotando i Tribunali e riducendo al minimo la presenza fisica dei cittadini-utenti, rendendo in questo modo davvero anacronistica la necessità di un nuovo Tribunale “di prossimità” in riva al Brenta.
Il Tribunale di Vicenza, inoltre e nel frattempo, ha recuperato il terreno perso dopo aver smaltito tutto il gigantesco arretrato conseguente all’accorpamento: oggi ha scalato le classifiche di efficienza dei Tribunali italiani e le cause vengono risolte in tempi medi inferiori a quelli del vecchio Tribunale di Bassano pre 2012.
Queste e diverse altre cose ho scritto nei miei articoli nell’ultimo anno su Bassanonet, facendo erroneamente percepire che io sia “contrario al Tribunale della Pedemontana” o sia “amico di quelli di Vicenza”.
Niente di tutto ciò. Nel mio lavoro ho sempre dato spazio a tutte le parti e a tutte le opinioni, ma sottolineo che da quando ho cominciato a riportare su Bassanonet anche la voce di Vicenza non ho mai ricevuto repliche dirette da parte di Bassano, men che meno da parte del Comitato per l’Istituzione del Tribunale della Pedemontana Veneta.
E siamo arrivati oggi all’assurdo che oltre al sindaco Finco la principale, se non l'unica voce che si è pubblicamente levata in questo periodo a favore del progetto giudiziario bassanese sia quella di un ristoratore, vale a dire Roberto Astuni.
Tranquillizzo comunque i lettori bassanesi: la logica delle cose fa intuire che il Governo istituirà il Tribunale della Pedemontana o per meglio dire varerà il tanto annunciato schema di disegno di legge per la revisione della riforma della geografia giudiziaria, con la riapertura di alcune sedi soppresse nel 2012, tra le quali Bassano del Grappa.
Un provvedimento che, proprio perché inquadrato nella forma di disegno di legge, non avrà tuttavia effetti immediati ma proseguirà il suo iter tra i meandri, le insidie politiche e i tempi non certamente veloci (per usare un eufemismo) del Parlamento per l’approvazione definitiva.
Ma il Governo deve farlo, per dare il segnale della “volontà politica” sul tema e per il semplice fatto che se non producesse l’annunciato Ddl, perderebbe la faccia.
E la perderebbe soprattutto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, massimo supporter politico del progetto giudiziario bassanese, che in caso di mancato rispetto delle promesse fatte non potrebbe più ripresentarsi nella nostra città, con contraccolpi negativi di consenso anche per il suo partito che è la Lega.
Perché è inutile nasconderci dietro a un dito: quella del Tribunale della Pedemontana è solo una questione politica, che nulla ha a che vedere con la reale trattazione delle problematiche della giustizia veneta, che annaspa ovunque per carenza di personale e che ha la necessità di colmare le scoperture di organico nei Tribunali esistenti prima di avere un Tribunale nuovo.
Quella del Tribunale pedemontano è una bandierina da piantare sul suolo bassanese soprattutto adesso, con le elezioni regionali alle porte.
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