Alessandro TichAlessandro Tich
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Attualità

La carica dei 31

Altri 31 sindaci del Vicentino hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia Nordio contro il Tribunale della Pedemontana. I primi cittadini che hanno scritto al ministro per scongiurare il progetto Made in Bassano salgono quindi a 59

Pubblicato il 15-03-2025
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Dalla falla alla voragine e dalla voragine alla cascata.
Non si ferma la crociata dei sindaci dell’universo extra-bassanese contro il progetto del Tribunale della Pedemontana.
Bassano e dintorni tengono duro sul proposito dell’apertura del tribunale di prossimità, ma la prospettiva cullata in riva al Brenta trova una sempre maggiore opposizione in tutto il resto della provincia e non solo.

Sindaci in conferenza stampa davanti al Tribunale di Vicenza. Il terzo da destra è il sindaco di Monteviale Claudio Cegalin, portavoce del gruppo

La falla era stata aperta dalla presa di posizione congiunta dei tre sindaci di Padova, Treviso e Vicenza, contrari all’ipotesi dell’apertura del circondario pedemontano.
La voragine si è spalancata ieri con la notizia della lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio firmata dai sindaci di 28 Comuni dell’Alto Vicentino, ugualmente contrari al Tribunale Made in Bassano, di cui 13 compresi nell’ipotetico circondario giudiziario pedemontano.
Oggi registriamo l’effetto a cascata, con un’ulteriore lettera di ferma e motivata opposizione al progetto bassanese inviata al ministro Nordio da altri 31 sindaci del Vicentino, capitanati dal sindaco di Monteviale Claudio Cegalin, e presentata oggi in conferenza stampa nel piazzale di ingresso del Tribunale di Vicenza.
La lettera al ministro, trasmessa via Pec lo scorso 4 marzo, è stata inviata per conoscenza anche ai presidenti delle Province di Padova e di Treviso, ai presidenti degli Ordini degli Avvocati di Vicenza, di Treviso e di Padova e ai due sindaci di Padova Sergio Giordani e di Treviso Mario Conte, che lo scorso 7 marzo si erano già pronunciati contro il progetto giudiziario bassanese.
Non però al sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, che in quella stessa data si era schierato assieme ai colleghi di Padova e Treviso, ma per un semplice motivo: fra i 31 Comuni firmatari della lettera c’è anche Vicenza.
28 sindaci ieri, 31 sindaci oggi. Prendendo il pallottoliere, fanno 59 Comuni.
Il movimento amministrativo “No Ped”, che sta prendendo sempre più forma al di là dei colori politici, comincia a registrare numeri importanti.

“Lo scorso 21 gennaio - esordisce la lettera al ministro - noi sindaci della provincia di Vicenza, unitamente a quelli delle province di Padova e Treviso, abbiamo ricevuto una lunga e argomentata lettera da parte degli Ordini degli Avvocati delle rispettive Città nella quale si manifestavano forti obiezioni e contrarietà alla possibilità di costituzione del cosiddetto “Tribunale della Pedemontana”, ossia un nuovo tribunale che dovrebbe avere sede in Bassano del Grappa e che dovrebbe avere come circondario di riferimento parte dei territori delle province di Padova, Vicenza e Treviso.”
“Alla luce di un quadro complessivo di elementi di reale difficoltà che i tribunali stanno già affrontando, in primis quello della mancanza di organico - continua il testo della lettera -, e a fronte di scelte sempre più impopolari che le finanze comunali ci obbligano ad assumere, come ad esempio accorpamenti di scuole e razionalizzazione di servizi importanti per i nostri concittadini, intraprendere la strada di costituzione di un nuovo tribunale, inevitabilmente oneroso, non può che trovarci fortemente perplessi.”
“E proprio sul tema delle risorse umane, ancor prima che economiche - aggiungono i primi cittadini -, ci sentiamo di mettere l’accento sottolineando i dati che ci arrivano proprio dalla situazione del Tribunale di Vicenza, dove sono scoperte il 50% delle posizioni previste dalla pianta organica (dai dirigenti agli operatori) ed addirittura dal 2021 manca il dirigente amministrativo. Il tribunale ha quindi, compreso il presidente, un organico di 43 magistrati tra civile e penale. Per poter essere pienamente operativo ne mancherebbero altri 10, così come ne mancherebbero altri 10 tra le fila dei giudici onorari, passati negli ultimi anni da 25 a 15.”
“Proprio partendo da questi numeri - sottolineano i firmatari della lettera -, riteniamo sia veramente difficile aprire un nuovo tribunale a “risorse invariate”, anche perché, se si trovassero ulteriori risorse per l’apertura di una nuova piccola sede, risulterebbe più opportuno destinarle al potenziamento di situazioni di evidente difficoltà nei tribunali esistenti.”
Prima di auspicare di aver dato al ministro Nordio “un contributo propositivo nel dirimere questa delicata situazione”, la lettera conclude:
“Non pensiamo sia il tema della “prossimità” il valore a cui i cittadini guardano, bensì la certezza che il tribunale funzioni, che i magistrati possano specializzarsi e che le procedure siano quanto più veloci possibili.”
Firmato dai 31 sindaci di:
Agugliaro, Albettone, Alonte, Arcugnano, Asigliano, Barbarano Mossano, Caldogno, Camisano Vicentino, Campiglia dei Berici, Castelgomberto, Costabissara, Creazzo, Dueville, Longare, Lonigo, Montecchio Maggiore, Montegaldella, Monteviale, Monticello Conte Otto, Nanto, Noventa Vicentina, Pojana Maggiore, Quinto Vicentino, San Pietro Mussolino, Sarego, Sovizzo, Torri di Quartesolo, Val Liona, Vicenza, Villaga, Zovencedo.

Eccoci dunque, egregi lettori, a un nuovo film molto animato della Disney: La carica dei 31.
Un nuovo corposo plotone di primi cittadini che si stringe a coorte per tagliare le gambe all’ipotesi del Tribunale pedemontano, in questo che dovrebbe essere il periodo delle decisioni in quel di Roma, puntando a quella che è la vera e propria stanza dei bottoni.
Tutti, infatti, guardano ormai direttamente al ministro Carlo Nordio: i sindaci delle tre città capoluogo che hanno richiesto di incontrarlo per esporgli le ragioni della loro contrarietà al progetto di giustizia pedemontano e i 59 sindaci della provincia berica che tra ieri e oggi hanno reso note le rispettive lettere trasmesse all’esponente di Governo.
Si accumulano pertanto le attestazioni di “moral suasion” sulla scrivania del ministro, che mai fino ad oggi si è espresso pubblicamente sul progetto del Tribunale della Pedemontana, e su questo aspetto potrei anche ritornare con un editoriale ad hoc.
Concludo con un’osservazione numerica: i Comuni della provincia di Vicenza sono in tutto 113.
Alcune municipalità dei territori della provincia più distanti da Bassano del Grappa (come il Basso e l’Ovest Vicentino) non hanno preso posizione sulla questione o perlomeno non lo hanno ancora fatto.
Ma nonostante ciò, già ad oggi più della metà dei Comuni della provincia di Vicenza si sono espressi a sfavore dell’apertura della Cittadella della Giustizia di via Marinali.
“Non è una cosa che vi riguarda”, è la risposta della città di Bassano, riassumendo in quattro parole le repliche fin qui diffuse dal sindaco Finco, che continua a parlare di “ingerenze”.
Ma il problema è in realtà l’opposto: Bassano del Grappa - per quanto le piacerebbe esserlo - non è un’enclave autonoma in territorio vicentino e non può pretendere, al netto delle sue legittime aspettative, di fare il bello e il cattivo tempo senza che gli altri corrano al riparo.

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