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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Dopo l’adozione in consiglio comunale della variante di recepimento dell’accordo Pubblico/Privato per il nuovo supermercato di via Colombo, Confcommercio Bassano alza la voce: “Dov’è il Rilevante Interesse Pubblico dell’operazione?”

Pubblicato il 13-03-2025
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“A Bassano del Grappa non puoi morir di fame.”
La battuta è di Alberto Borriero, presidente della delegazione comunale di Bassano di Confcommercio Bassano, e si riferisce al fatto che la nostra città è già ampiamente irrorata di supermercati in tutto il territorio comunale e dintorni.
Si aggiungeranno nel prossimo futuro le due nuove medie strutture di vendita (vulgo: supermercati) che saranno realizzate con la riqualificazione delle due aree ex Enel ed ex Elba in viale Vicenza. In più, i giochi sono fatti anche per il supermercato nuovo di zecca che sorgerà in via Cristoforo Colombo, a poche decine di metri in linea d’aria dall’Interspar del Grifone, dal Lidl di fronte al Grifone e dall’Aldi più Eurobrico sulla rotatoria e a qualche centinaio di metri dall’ipermercato Emisfero nell’omonimo centro commerciale. Sentivamo davvero la mancanza di un supermercato in questa zona della città: aggiungi al carrello.

Il presidente Alberto Borriero e il direttore Riccardo Celleghin in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

Ma ormai, come ho già scritto, les jeux sont faits.
Nel consiglio comunale dello scorso 6 marzo è stata adottata la variante al Piano degli Interventi di recepimento dell’accordo Pubblico/Privato per la costruzione della struttura commerciale di via Cristoforo Colombo, intervento di cui l’amministrazione comunale aveva già sancito il “Rilevante Interesse Pubblico”.
L’operazione è stata resa possibile grazie al trasferimento della “capacità insediativa” da un’area di via Rivarotta a Marchesane (proprietà Viero) all’area prescelta di via Colombo, attualmente classificata come “Zona Agricola di Pianura”, confinante con le pertinenze del Grifone Shopping Center e di proprietà della società Euro Immobiliare del gruppo Paterno.
Tradotto nel linguaggio del popolo: quello che si poteva costruire ma non è stato mai costruito a Marchesane verrà costruito, da un altro costruttore, in via Cristoforo Colombo. Scusate le ripetizioni, ma a volte per farsi capire bisogna scrivere così.

L’adozione dell’accordo Pubblico/Privato nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha rinfocolato le rimostranze di Confcommercio Bassano, che ancora nel novembre 2023 aveva trasmesso al Comune le proprie osservazioni sul piano urbanistico, definito dall’associazione di categoria “così distante dalle esigenze necessarie all’attuale tessuto economico, residenziale, viabilistico ed urbanistico della città”.
E adesso che il progetto del “Grifino” - come avevo chiamato il futuro super di via Colombo nel primo articolo che gli ho dedicato - è cosa fatta, la Confcommercio riparte alla carica in conferenza stampa, con l’intervento del presidente comunale Alberto Borriero e col supporto tecnico del direttore di Ascom Bassano Riccardo Celleghin.
“Negli ultimi vent’anni, tutte le amministrazioni comunali di Bassano hanno dimostrato un atteggiamento permissivo verso la Grande Distribuzione Organizzata - esordisce Borriero -. Le opposizioni protestavano, ma quando poi sono passate loro al governo della città è stata sempre la stessa cosa.”
Ora si profila ufficialmente all’orizzonte la nuova struttura di via Colombo, estesa per 2.700 mq complessivi di superficie (esclusi parcheggi e altre opere di urbanizzazione esterne), suddivisi in un’area commerciale di 1.500 mq e in un deposito di 1.200 mq.
“L’area commerciale di Marchesane - continua il presidente - aveva uno scarsissimo appeal commerciale, senza mai ricevere manifestazioni di interesse. Interesse che invece si è concretizzato con lo spostamento dell’area in una zona già fin troppo popolata dalla Grande Distribuzione Organizzata.”
Da qui la domanda fondamentale di Confcommercio: “dov’è il Rilevante Interesse Pubblico dell’operazione?”.

Gli Sherlock Holmes dell’associazione di categoria lo hanno rintracciato in una delibera di giunta comunale, la n. 472/2023 (amministrazione Pavan, assessore all’Urbanistica Andrea Viero).
Nella delibera, il Rilevante Interesse Pubblico dell’operazione trova il suo fondamento in motivazioni paesaggistiche e ambientali, poiché la possibile edificazione della struttura in zona Rivarotta a Marchesane “andrebbe ad occupare un interessante cono visuale verso le colline e verso l’alveo dei fiume Brenta ed i suoi affluenti”.
Ma in tema di tutela ambientale, come contesta Borriero, “una struttura di vendita di 1.500 mq comporterebbe un consumo di energia elettrica di 900.000 kWh annui, pari al consumo medio di 250 nuclei famigliari di 3 persone”.
“Mentre l’Europa, con la direttiva “Casa Green”, ci impone una riduzione delle emissioni del 55% entro il 2030 - commenta -, noi nel nostro piccolo agevoliamo invece nuove strutture energivore.”
Poi, finalmente, si parla de schei.
Alberto Borriero prende il pallottoliere e comunica:
“L’operazione di via Colombo prevede un contributo perequativo al Comune di 130.000 euro, una tantum. Se dividiamo i 130.000 euro per i 2.700 mq complessivi della struttura commerciale, vengono fuori circa 48 euro al metro quadro di contributo una tantum. Un plateatico in centro storico costa invece 60 euro al metro quadro, all’anno.”
“Al netto degli aumenti 2025”, precisa il direttore Celleghin.
Per la solita serie: due pesi e due misure.

In definitiva, Confcommercio Bassano - pur non potendo adire le vie legali come già fatto per altri interventi urbanistico-commerciali del passato perché quella di via Colombo “è una scelta politica legittimata dalle deroghe concesse all’amministrazione” - non ci sta.
Considera l’intervento “uno scempio urbanistico che, per la posizione in cui andrà ad insistere, contribuirà a creare un ulteriore disagio viario ed ambientale nella principale via di accesso alla città, tutt’ora fortemente compromessa nei fine settimane o in occasione di altre manifestazioni”.
Per l’associazione di categoria “questo tipo di interventi non tende certo alla riqualificazione del centro storico, né favorisce il ripopolamento di quelle attività commerciali che da sole potrebbero rappresentare un elemento di richiamo per residenti e turisti, sia in termini di servizi che di qualità dell’offerta commerciale, favorendo un efficiente sistema di vivibilità e di sicurezza sociale”.
“Quanti altri accordi pubblico-privati dobbiamo veder approvati - conclude Alberto Borriero - prima che la miope politica si renda conto del totale sbilanciamento tra domanda e offerta commerciale? Siamo già al collasso del sistema economico locale, quanti altri Rilevanti Interessi Pubblici troveremo? Lo chiediamo anche a tutte le amministrazioni passate, per le amministrazioni future.”
“Miope politica”? Eppure, anche in centro storico, i negozi di ottica non mancano.

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