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Alle 9:34 ora italiana la missione Blue Ghost 1, col ricevitore satellitare LuGRE Made in Bassano, è felicemente allunata. Entusiasmo alle stelle alla sede di Cassola della Qascom. “Quello di oggi è stato il successo dell’energia delle persone”
Pubblicato il 02-03-2025
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C’è il countdown, c’è il touchdown e ci sono le coronarie che rischiano anche loro di finire down per la tensione.
L’ultimo minuto della missione spaziale NASA Blue Ghost 1, partita lo scorso 15 gennaio da Cape Canaveral, è degno di una sceneggiatura alla Hitchcock. Sopra l’area scelta per l’allunaggio, dal poco rassicurante nome di Mare Crisium (che in italiano vuol dire “Mare delle Crisi”), basta un niente perché un imprevisto nella delicatissima manovra conclusiva faccia schiantare o rovesciare al suolo il modulo lunare. Ma alle 9:34, ora italiana, le quattro zampe del lander Firefly Blue Ghost si posano felicemente sulla superficie del nostro satellite.
Touchdown: Bassano del Grappa è sulla Luna. Ma anche Cassola, e a pieno diritto.
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Il Mare Crisium, zona dell’allunaggio, fotografato dal lander lunare Blue Ghost
Lo storico evento viene trasmesso in diretta streaming su asitv.it, il canale web dell’ASI - Agenzia Spaziale Italiana, a sua volta in collegamento con la parallela diretta streaming di Firefly Aerospace, la società texana che ha realizzato il lander lunare Blue Ghost, e con la sede di via Monte Asolon a San Zeno di Cassola della Qascom, la società bassanese di ingegneria aerospaziale grazie alla quale da un mese e mezzo a questa parte anche Bassanonet è partito nello spazio.
Ormai lo sappiamo bene il perché: tra i nove payload e cioè carichi utili scientifici della missione, che svolgeranno i rispettivi esperimenti sul suolo lunare, c’è anche il LuGRE (Lunar GNSS Receiver Experiment), il ricevitore satellitare progettato e sviluppato da Qascom per “catturare” i segnali dei satelliti GPS e Galileo, progettati per funzionare sulla Terra, e calcolare la posizione durante il viaggio cislunare e quindi sulla Luna.
Come testimonia un video trasmesso in redazione, al momento dell’allunaggio sono scoppiate inevitabili ed emozionanti scene di esultanza e di abbracci nella sala del Mission Control di Qascom.
Tutto è infatti andato bene: non solo il lander Blue Ghost è regolarmente allunato e in posizione corretta, ma anche l’antenna del LuGRE è correttamente puntata verso la Terra.
Alle 11 viene finalmente convocato l’incontro con i giornalisti nel quartier generale di Qascom a Cassola.
È ormai trascorsa un’ora e mezza dal touchdown ma l’entusiasmo è ancora alle stelle, sempre restare in tema cosmico. Tra le sale dell’“open space” dell’azienda, solitamente ovattate dal silenzio operativo, si sente un continuo vocio di fibrillazione.
I dipendenti che hanno famiglia si sono portati dietro anche consorti e figli, su un tavolo della sala conferenze “Moon 3” sono partite in orbita alcune bottiglie di Prosecco e tutta quanta la Qascom People indossa una felpa celebrativa dell’evento.
Ci sono ovviamente - in preda all’euforia come tutti gli altri - Oscar Pozzobon e Alessandro Pozzobon, il primo presidente e amministratore delegato e il secondo amministratore e direttore Business Development della società, che prima di rilasciare dichiarazioni alla stampa si fanno fotografare assieme a Carlo Brunetti, che oltre ad essere primo cugino di Oscar è anche socio di Qascom Srl.
In occasione della foto, The Pozzobons tirano fuori un piccolo aggeggio quadrato che a prima vista, per i non addetti ai ricevitori, sembra un’autoradio: è una copia in plastica e in scala un po’ ridotta del LuGRE, lo strumento delle meraviglie che ha già battuto due record mondiali di distanza dalla Terra (331.000 e 401.000 km) per la ricezione dei segnali dei sistemi satellitari terrestri GPS e Galileo.
Ed è incredibile pensare come questa “scatoletta” stia aprendo nuovi e in passato inconcepibili scenari per la navigazione satellitare e per le future missioni di esplorazione e colonizzazione umana sulla Luna.
Come ci viene spiegato nel piano “Moon” della sede Qascom, su un tavolo posizionato all’esterno del Mission Control, ci sono adesso 14 giorni di tempo, corrispondenti al giorno lunare, per compiere tutte le operazioni previste sul suolo della Luna, prima che anche sul Mare Crisium scenda la notte lunare.
I moduli come il Blue Ghost non sono stati infatti ancora progettati per resistere alle condizioni ambientali della notte lunare, con temperature di - 160 / - 180 gradi.
Adesso, col Sole, le temperature arrivano invece a + 140 gradi.
“Quindi per assurdo la nostra antenna, che ha uno spessore di due centimetri, se gli picchia il sole da una parte ha + 140 gradi, e dall’altra ne ha - 180”, osserva Oscar Pozzobon.
Nei prossimi giorni, come accadrà anche per tutti gli altri payload a bordo, l’antenna del LuGRE “spunterà” quindi dal lander per svolgere il suo lavoro e cercare di prendere i segnali satellitari terrestri direttamente dalla Luna.
L’antenna è stata progettata per resistere alle tremende escursioni termiche lunari, mentre il ricevitore e l’amplificatore di segnale rimangono protetti in un ambiente controllato dentro il modulo lunare, a temperature che vanno “solamente” da - 40 a + 60 gradi.
“Questa missione nasce da un accordo governativo tra l’Agenzia Spaziale Italiana e la NASA - chiarisce Giancarlo Varacalli, responsabile unico del progetto per l’Agenzia Spaziale Italiana -. Noi abbiamo proceduto all’acquisizione del ricevitore, affidandoci alla società Qascom, mentre NASA ha messo a disposizione il vettore che ci ha portato fino a qui.”
La missione Blue Ghost 1 rientra nel programma CLPS dei voli commerciali della NASA e in rappresentanza dell’agenzia governativa USA per i programmi spaziali ci sono oggi a San Zeno di Cassola James J. Miller, per vent’anni dirigente degli headquarters della NASA e la project manager Lisa Valencia, quest’ultima già presente lo scorso 15 gennaio all’evento per la “diretta” del lancio in terra cassolese.
James J. Miller era stato il destinatario della famosa mail trasmessagli nel 2019 da Oscar Pozzobon, dalla quale è nata tutta questa fantastica avventura e nella quale il presidente di Qascom aveva scritto: “Caro James, credo che dovremmo spedire qualcosa sulla Luna.”
“Penso che questa missione sia pionieristica - dichiara Mr. Miller a Bassanonet -. È una nuova apertura per tutte le agenzie spaziali del mondo nel settore spaziale commerciale. Il GPS esiste già da molto tempo ma era stato costruito per le applicazioni aeree e marittime terrestri, non per applicazioni spaziali. Per questo c’era molto scetticismo nella comunità scientifica sul fatto di usare questi segnali a così lunghe distanze.”
“Lo sapete che abbiamo già battuto due record mondiali di distanza dalla Terra e ora stiamo aspettando se possiamo captare questi segnali anche sulla superficie lunare - continua -. Questo significa che le agenzie spaziali potranno lavorare assieme, grazie ai ricevitori GNSS potranno mandare equipaggi sulla Luna e la combinazione più potente è GPS più Galileo.”
“Gli Stati Uniti e le nazioni europee devono stare vicini e questo possiamo farlo attraverso lo spazio, la scienza e la tecnologia - conclude il referente della NASA -. Quello di oggi è uno straordinario e storico primo passo e siamo molto orgogliosi di farne parte.”
Insomma: siamo figli delle stelle.
E visto che a dire queste cose è un inviato dagli USA, anche delle strisce.
Due degli “eroi” di questa impresa sono il project manager di LuGRE Samuele Fantinato e il technical manager di LuGRE Efer Miotti.
“Sono le due menti del progetto”, sottolinea ai cronisti Oscar Pozzobon.
“Dal lancio del 15 gennaio abbiamo condotto in orbita 17 operazioni, per un totale di circa 130 ore di operazioni qui nel nostro Centro di Controllo - spiega Fantinato -. Sono state tutte un successo, abbiamo raccolto circa 100 megabyte di dati, che tutta la comunità scientifica sta aspettando per fare ulteriori analisi.”
“Ci aspettano adesso ulteriori 14 giorni in cui saremo operativi giorno e notte, 24 ore su 24 - aggiunge il project manager -. Siamo allunati, ma la strada è ancora lunga.”
“Sì, siamo allunati e la strada è ancora lunga ma è stata molto lunga anche la strada per arrivare fino a qui - interviene Miotti -. Siamo partiti nel 2020, con un team più ristretto di quello di oggi, e con un team molto motivato di ragazzi giovani che abbiamo sollecitato e stimolato per portare a casa grandi risultati.”
“Abbiamo affrontato difficoltà di ogni tipo, che sono quelle tipiche delle missioni spaziali complesse - prosegue il responsabile dell’ingegneria -. A partire dallo sviluppo del ricevitore e fino all’interazione con tutti gli enti e le agenzie con cui ci siamo dovuti interfacciare per riuscire a portare questo payload ad essere integrato con successo nel lander e poi a funzionare, come ha dimostrato di funzionare fino ad oggi, in un ambiente estremamente complesso come quello dello spazio profondo.”
Carico di soddisfazione per l’impresa spaziale riuscita è anche il primo sindaco di Cassola sulla Luna, Giannantonio “Neil Armstrong” Stangherlin.
“Siamo orgogliosi perché un pezzo di Cassola è arrivato sulla Luna - commenta il sindaco a botta calda -. Sicuramente è un grande orgoglio per noi il fatto di avere un’azienda che rende lustro non solo al nostro territorio ma all’Italia e all’Europa.
Speriamo che la missione vada completamente a buon fine anche per ottenere tutti i risultati che si cerca di portare a casa.”
Oscar Pozzobon ripete ai cronisti le parole dette con orgoglio alla sua squadra di collaboratori subito dopo l’allunaggio:
“Quello di oggi rappresenta un grande successo, non solo per il fatto di essere arrivati per primi sulla Luna e non solo per il successo di aver fatto andare i due sistemi GPS e Galileo contemporaneamente così a grande distanza come quella della Luna. Ma è stato anche il successo di cinque anni di collaborazione internazionale, il successo dell’energia delle persone, di quello che abbiamo fatto insieme e degli abbracci di oggi quando siamo arrivati con successo sulla Luna.”
La prossima sfida? Si chiama Moonlight.
Come spiega Alessandro Pozzobon, si tratta di un progetto dell’Agenzia Spaziale Europea, con un forte contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana, che prevede di avere entro il 2030 dei satelliti che orbitano attorno alla Luna e quindi la possibilità di avere dei sistemi di comunicazione e navigazione direttamente nell’orbita e sulla superficie lunare.
“In futuro - anticipa Alessandro Pozzobon -, i nostri payload che andremo a sviluppare avranno una componente che usa i sistemi di posizionamento della Terra per andare verso la Luna e poi, arrivati in orbita lunare, useranno questa nuova costellazione che si chiama Moonlight, per riuscire a fornire una posizione e un tempo effettivo in fase di allunaggio e poi durante l’operatività sul suolo lunare.”
“Il Moonlight è il grande passo successivo - conferma Giancarlo Varacalli dell’ASI -. È un’iniziativa a livello europeo, perché si tratta di costruire un’infrastruttura molto complessa che richiede una collaborazione internazionale, anche per condividere i costi.”
“Mentre LuGRE è un primo passo dimostrativo di utilizzo di segnali terrestri, Moonlight sarà l’utilizzo dei segnali in orbita lunare, quindi maggiore affidabilità e accuratezza - conclude il referente dell’Agenzia Spaziale Italiana -. La strada è ancora lunga, l’idea è avere nel 2028 un primo satellite nell’orbita lunare, implementato poi da altri satelliti, anche a servizio di altre agenzie come la giapponese JAXA e come la NASA stessa.”
Ricevere i segnali del sistema satellitare terrestre GNSS, GPS e Galileo, durante il viaggio verso la Luna e quindi “switchare” sui segnali della costellazione satellitare Moonlight una volta entrati nell’orbita lunare: è il compito che sarà quindi richiesto ai futuri nipotini di nonno LuGRE.
A proposito e in conclusione: non so se in questo articolo e in quelli precedenti dedicati al LuGRE on the Moon avete notato una certa “partecipazione appassionata” da parte mia.
È vero, secondo i princìpi supremi della mia professione un giornalista, chiamato ad operare sempre con obiettività e distacco, non dovrebbe mai sentirsi coinvolto dall’argomento di cui sta scrivendo.
Ma le regole sono fatte per scovare le eccezioni, io faccio parte di una generazione cresciuta nell’era della conquista dello spazio, razzi e satelliti fanno da sempre parte del mio immaginario personale e quindi il felice esito di questa nuova missione lunare mi ha totalmente preso.
Sì: il touchdown di oggi è stato anche un Tichdown.
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