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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Dal fiume al Maroš

Il vicepresidente della Commissione UE Maroš Šefčovič sul serbatoio del Vanoi: “Se realizzato, avrà un impatto negativo sul deflusso del fiume”. L’eurodeputata dei Verdi Cristina Guarda: “Dalla Commissione il monito a valutare le alternative”

Pubblicato il 29-01-2025
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Meno male che hanno inventato il copia-incolla.
Altrimenti, con le nostre tastiere italiane, un nome come Maroš Šefčovič sarebbe impossibile da scrivere.
Maroš Šefčovič, politico slovacco, è il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea. E fin qui, visto anche il bel tempo di oggi, non ci piove. La sua new entry tra le notizie di Bassanonet è dovuta al fatto che dalla lontana Bruxelles il numero due della Commissione UE è intervenuto sulla questione della diga e serbatoio del Vanoi, che interessa anche il territorio bassanese.

L'europarlamentare del gruppo dei Verdi Cristina Guarda

Lo ha fatto a nome dell’esecutivo guidato dalla Von del Leyen rispondendo a una lettera di denuncia sulla questione formalizzata il luglio scorso dalla allora neo eletta eurodeputata Cristina Guarda, componente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo.
“Si è trattato del mio primo atto da parlamentare europea”, sottolinea Guarda in una nota trasmessa in redazione, intitolata “Vanoi, il monito della Commissione UE: valutare le alternative”.
Ebbene, nella sua risposta il vicepresidente Šefčovič ha scritto infatti quanto segue:
“In questa fase, non si può escludere che il progetto relativo al serbatoio, se realizzato, avrà un impatto negativo sul deflusso del fiume.”
Il fiume in questione, ovviamente, è il torrente Vanoi.
“Rispondendo alla mia segnalazione del luglio scorso, la Commissione ha confermato la necessità di approfondire le alternative possibili - dichiara l’eurodeputata -. Il torrente Vanoi, infatti, è classificato come “naturale": occorre dunque valutare l'impatto del progetto sul fiume con “modelli idrologici solidi, calibrati e validati”.”
E attenzione, egregi lettori, perché qui entriamo adesso nell’arcano e meraviglioso mondo del linguaggio dell’euroburocrazia.

Nella risposta della Commissione Europea ricevuta “il novembre scorso” (ma resa nota solo adesso), si osserva che se dalla valutazione preventiva emergesse “che il progetto di invaso impedirebbe a tali corpi idrici di raggiungere un buono stato o addirittura deteriorerebbe il loro stato”, per l’approvazione del progetto “dovrebbero verificarsi quattro condizioni”.
Condizione numero 1: “intraprendere tutte le azioni possibili per ridurre l’impatto negativo sull’acqua”.
Numero 2: “indicare nel piano di gestione del bacino idrografico le ragioni delle modifiche all'acqua e rivedere gli obiettivi ogni sei anni”.
Numero 3: “le modifiche devono avere un interesse pubblico prioritario e i loro vantaggi per salute e sicurezza devono superare gli obiettivi ambientali”.
Numero 4: “per ragioni di fattibilità tecnica o costi sproporzionati, i vantaggi derivanti da tali modifiche o alterazioni del corpo idrico non possono essere conseguiti con altri mezzi che costituiscano una soluzione notevolmente migliore sul piano ambientale”.
“Il che, tradotto, significa che se i benefici delle modifiche possono essere raggiunti con alternative tecnicamente fattibili o meno costose, bisogna scegliere la soluzione migliore per l'ambiente”, spiega Cristina Guarda.
E meno male che ce lo ha spiegato, perché con gli estratti di testo della risposta della Commissione cominciavo un po’ a perdermi.

“Come Verdi - commenta l’eurodeputata vicentina - siamo fortemente contrari a questo progetto, perché la diga è una soluzione costosa e lunga da realizzare, che non risponde in modo efficace e rapido alla crisi idrica, penalizzando l'ambiente e la sicurezza pubblica.”
“Le alternative esistono, sono meno costose e più efficienti: la ricarica controllata delle falde, il miglioramento dei sistemi di irrigazione, il potenziamento delle infrastrutture esistenti e l'adozione di pratiche di conservazione dell'acqua - conclude -. Perché non valutarle seriamente?”.
E così, la spinosa e delicata questione del Vanoi è stata promossa in Europa League.
Ma Guarda un po’.

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