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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Nicola nel paese delle meraviglie

Considerazioni a freddo sull’intervento del sindaco Finco alla cerimonia di San Bassiano

Pubblicato il 22-01-2025
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Ci sono articoli e editoriali che appartengono alla categoria “a grande richiesta”. Questo è uno di quelli.
È una cosa che fa piacere perché è un segno della stima e dell’attaccamento dei nostri lettori più affezionati, ma il rovescio della medaglia è che non sempre ci si trova nelle condizioni di soddisfare pienamente le aspettative.
Mi è stato chiesto da più persone di scrivere un mio pezzo sulla cerimonia di San Bassiano, svoltasi domenica scorsa 19 gennaio in sala Da Ponte, e in particolare sul discorso del sindaco Nicola Finco. E oggi che è mercoledì ho finalmente un po’ di tempo da dedicare all’argomento con un commento che però non è in presa diretta - e quindi pregno delle sensazioni ricavate all’evento - ma è, per così dire, di riflesso.

Foto da Facebook / Città di Bassano del Grappa

Infatti quest’anno, causa concomitanti impegni fuori città, io alla cerimonia non ci sono andato.
E a giudicare dalle numerose poltrone rimaste vuote in sala Da Ponte, immortalate con enfasi da un telegiornale locale, non sono stato l’unico.
Su questa non plebiscitaria (per usare un eufemismo) affluenza alle urne, pardon alla cerimonia, ci ritornerò in conclusione di editoriale.
Dunque a San Bassiano 2025 io ero tra gli assenti ma, come sempre, nello stesso pomeriggio di domenica l’ufficio stampa del Comune di Bassano del Grappa ha trasmesso in redazione le tracce degli interventi sul palco, compreso ovviamente quello del primo cittadino.
È la condizione necessaria e sufficiente per dare inizio alle danze sulla tastiera del mio PC.

Sin dall’inizio del suo discorso, Nicola Finco ha fissato i paletti di un intervento che guarda al domani, dal momento che “San Bassiano non è solo un giorno di festa, ma un’occasione per riaffermare la nostra visione di una città che guarda al futuro con ambizione e innovazione”.
È stato insomma l’intervento di un Finco futurista, che ha parlato di “un momento storico di grandi cambiamenti” in cui “la programmazione e le scelte coraggiose sono essenziali per costruire una Bassano che sappia offrire opportunità, sicurezza e servizi di qualità per tutti”.
Da qui la citazione in primis del suo fiore all’occhiello, ereditato dall’amministrazione Pavan: il finanziamento ministeriale di 6 milioni di euro per realizzare il nuovo Commissariato di Polizia presso l’ex Caserma Montegrappa.
Poi, senza nominare l’Unione Montana del Bassanese, un altro dei suoi mantra:
“Come amministrazione, stiamo gettando inoltre le basi per una riorganizzazione della Polizia Locale. L’ascolto dei cittadini durante questi mesi di mandato e le segnalazioni ricevute evidenziano la necessità di un riassetto del servizio.”
E siccome in città “viene richiesta sempre più frequentemente una presenza costante dei vigili urbani”, un “riassetto del servizio” non può prescindere, anche se il sindaco non ne ha fatto menzione, da un reintegro della Polizia Locale nell’organico del Comune di Bassano.
Anche le lancette dell’orologio del sociale sono spostate in avanti, per quella che è “la sfida più importante dei prossimi anni”.
Il riferimento è quello del nuovo ATS (Ambito Territoriale Sociale), azienda speciale che entro il 2026 gestirà i servizi sociali sul territorio “garantendo standard uniformi su un’area vasta” con una transizione che “richiederà uno sforzo nella riorganizzazione delle risorse, sia umane che finanziarie”.
L’invecchiamento della popolazione, inoltre, “ci impone di potenziare i servizi di assistenza domiciliare e di migliorare le strutture esistenti”, come già emerso “nel dialogo avviato con il nuovo CdA di ISACC”.
Tutto quanto, immutabilmente, visto in prospettiva.

“Guardando al futuro della città - è stato un altro passaggio del discorso di Finco -, è essenziale sbloccare progetti rimasti fermi per anni, come quello del Tribunale della Pedemontana.”
Questo perché “l’edificio principale e le strutture adiacenti devono trovare al più presto una destinazione definitiva”.
Cantieri eterni: “Ho deciso di mettere il focus sul Polo Santa Chiara con il Premio Architettura Città di Bassano 2025.” L’obiettivo è “coinvolgere l’Università IUAV di Venezia e tutte le realtà che hanno un interesse concreto nel progettare iniziative capaci di generare ricadute positive per l’intera comunità”.
Grande viabilità: dopo l’apertura di tutta la tratta della nuova Pedemontana “è essenziale completare lo sblocco a nord della Valsugana per ottimizzare le connessioni” e insieme al sindaco di Valbrenta “è nostra intenzione interessare a breve ANAS per ottenere un impegno concreto su questo tema strategico”.
E ancora, “risulta cruciale avviare un tavolo di confronto con Regione e RFI per il potenziamento della linea che porta a Bassano del Grappa”.
Per la serie Mission: Impossible.
Turismo: “Vogliamo valorizzare ulteriormente il nostro territorio attraverso il Marchio d’Area e lavorare con le realtà contermini per la promozione del territorio, attrarre investitori per nuove strutture ricettive fondamentali per mantenere i turisti sul territorio e promuovere eventi, cultura, paesaggi, artigianato innovazione.”
Quindi Grand Hotel Finco è passato al tema dell’istruzione “che sarà al centro dell’attenzione nei prossimi anni”.
È stato l’annuncio, peraltro già ampiamente anticipato, della necessità di “scelte pionieristiche”, a fronte del calo della natalità, per “la riorganizzazione dei plessi scolastici e del sistema formativo” che dovrà anche essere la base “per le future politiche in materia di istruzione”.
Infine, come riportato dalla stampa quotidiana, anche il sogno dell’attivazione di un “campus universitario” in città.
Non c’è che dire: dalle prospettive elencate dal sindaco nel suo discorso di San Bassiano, emerge il futuristico scenario di un Nicola nel paese delle meraviglie.

Come avete visto, nelle parole del primo cittadino nessun accenno è stato fatto ai lavori concretamente in corso o alle cose portate a termine nel primo mezzo anno di mandato amministrativo.
Finco lo aveva dichiarato in anteprima nella conferenza stampa di annuncio dei nomi dei premiati alla cerimonia: il suo sarebbe stato un discorso più “smart” rispetto al passato e non “un intervento amministrativo” perché, aveva aggiunto, “il bilancio dell’amministrazione lo faccio all’interno del consiglio comunale”.
Seppur riconoscendo (e ci mancherebbe altro) il ruolo rappresentativo sovrano del consiglio comunale, una simile dichiarazione ha tuttavia generato la sensazione collaterale di mettere i cittadini in secondo piano.
San Bassiano - il principale appuntamento di incontro diretto tra l’amministrazione comunale e i bassanesi - ha difatti da sempre costituito l’occasione non solo per delineare gli scenari futuri per la città, ma anche per un resoconto alla cittadinanza di quanto realizzato dall’amministrazione nell’anno precedente.
È il giorno fatidico in cui il sindaco in carica ci mette tradizionalmente e pubblicamente la faccia, per quello che farà ma anche per quello che ha fatto.
È pur vero che l’amministrazione Finco è in carica da soli sette mesi e in un periodo così relativamente breve non è possibile fare il tanto annunciato cambio di passo per risolvere almeno una parte delle molte questioni aperte della città.
Tuttavia, presentarsi ai cittadini nel momento più solenne del calendario di Bassano coniugando l’attività amministrativa esclusivamente al futuro rende fumosa e indefinita, e in quanto tale dispensatrice di pochezza, la percezione del presente.

Infine, come promesso, ritorno sul dettaglio non secondario delle tante poltrone vuote alla cerimonia in sala Da Ponte.
Può anche darsi che la causa di cotanta defezione all’appuntamento civico più importante dell’anno sia più banale di quanto non appaia.
E cioè che quest’anno la festività cittadina di San Bassiano ha coinciso con la giornata di domenica, tradizionalmente dedicata al disimpegno, alle gite fuori porta, ai divani e alle poltrone di casa, a “Domenica In” e al calcio.
Ma già l’evidenza che non è stata una “Domenica Out” tale da riempire i posti a sedere del teatro (per il momento) parrocchiale, fa riflettere perché rappresenta comunque un’inversione di tendenza rispetto alle cerimonie del passato anche recente, invariabilmente contraddistinte dal tutto esaurito in sala o quasi.
Non arrivo al punto di pensare che il mancato raggiungimento del pienone al primo San Bassiano dell’amministrazione Finco costituisca una segnale “politico” e che si sia precocemente conclusa la luna di miele tra il sindaco eletto nel giugno dell’anno scorso - con il voto, tra percentuale di ballottaggio e assenteismo ai seggi, di un bassanese su quattro - e la città che è chiamato a governare fino alla metà del 2029.
Ma Nicola nel paese delle meraviglie deve finalmente passare dalle promesse ai fatti per sperare, alla cerimonia di San Bassiano dell’anno prossimo, di riempire qualche fila di poltrone in più.

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