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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
RoBee da matti
Cronaca dell’incontro ravvicinato con RoBee, il primo robot umanoide cognitivo certificato per operare in fabbrica, realizzato da Oversonic e di stanza alla Qascom di Cassola come androide AI da sviluppare per future missioni sulla Luna
Pubblicato il 16-01-2025
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C’è anche lui alla Qascom di Cassola, nel gran giorno del lancio del vettore spaziale NASA-SpaceX da Cape Canaveral con destinazione Luna che porterà sul suolo lunare, grazie al lander Blue Ghost, il rilevatore satellitare LuGRE sviluppato dall’azienda aerospaziale bassanese, di cui al mio ampio e precedente articolo “Cape Cassola”.
Ma a lui la partenza della missione spaziale non interessa, perché è impegnato a fare un’altra cosa e cioè a dare dimostrazione di sé stesso.
Si chiama RoBee. Non è un prodotto di Qascom ma di Oversonic Robotics, una software company di Carate Brianza che opera nel settore della robotica cognitiva con un team di circa 70 persone, di cui una trentina di ingegneri formati in ambito informatico, meccanico ed elettronico.

Il robot umanoide cognitivo RoBee (foto Alessandro Tich)
RoBee è infatti un robot umanoide cognitivo. Un androide concepito per sostituire l’uomo nei lavori pesanti utilizzando l’Intelligenza Artificiale.
È il primo robot umanoide cognitivo certificato per lavorare in fabbrica ed è già operativo, come informa una cartella stampa diffusa per l’occasione, in diverse aziende in Italia. Una “tuta blu” senza tuta alcuna ma con la struttura meccanica del corpo umano, 40 giunti mobili e un set completo di sensori che gli consentono di vedere e navigare lo spazio circostante.
È dotato di braccia complete di dispositivi di presa, una mano e una pinza meccanica, grazie alle quali può ricoprire in maniera efficace ogni tipo di compito, dai semplici gesti come indicare o contare fino a una solida presa per movimentare gli oggetti.
Soprattutto, è un umanoide cognitivo che parla con gli umani e l’interazione è gestita tramite interfaccia vocale.
E non chiamatelo “Robi”, tipo “Roby”, perché vi corregge subito dicendovi la pronuncia esatta del suo nome: “Mi chiamo Robìi, non Ròbi.”
È anche un bel tomo: la sua è un’altezza variabile tra i 162 e i 190 cm, con un peso fino a 180 kg a seconda della configurazione di utilizzo.
Già impiegato in settori come l’automazione industriale, la logistica e la produzione, può fare molte altre cose: tra cui il riconoscimento facciale, l’audio e video chat interattiva, la connessione ai servizi aziendali tramite interfacce API, la modalità di lavoro in gruppi coordinati di robot e persino la sorveglianza notturna.
Perché un suo esemplare si trova nella sede di Qascom?
Lo spiega uno dei due CEO dell’azienda di Cassola, Alessandro Pozzobon: in collaborazione con Oversonic e assieme ad ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, è partito un progetto di sviluppo delle applicazioni di questo genere di robot cognitivi per la loro possibile navigazione in ambienti “indoor” di future missioni permanenti sulla Luna.
Per la serie: un piccolo passo per l’umanoide, un grande passo per l’umanità.
Terminata la conferenza stampa di Qascom per la missione spaziale Blue Ghost 1 partita per la Luna, i cronisti presenti, assieme ad altri ospiti, vengono accompagnati ad un ulteriore briefing di presentazione di RoBee, al piano inferiore della sede di Cassola dell’azienda.
Ad attenderci c’è Fabio Puglia, co-founder e presidente di Oversonic.
Per l’occasione, l’androide cognitivo viene tenuto fermo e tranquillo, con le gambe piegate in posizione “di riposo”.
Mi colpiscono i suoi occhi dallo sguardo glaciale, che si muovono di continuo e sbattono le palpebre.
Pensate che questo robot parlante viene utilizzato anche in ambito sanitario per valutare i benefici della sua interazione con alcune tipologie di pazienti neurologici tra cui i malati di Alzheimer, con cui “dialoga” in alcuni Ospedali e RSA.
Per noi, non addetti agli automi, sembra ancora fantascienza ma Puglia ci mette di fronte all’evidenza: RoBee è un “embodiment” (“personificazione”) dell’Intelligenza Artificiale e, aggiunge, “i nostri nipoti vivranno con questo tipo di realtà”.
Quindi chiede al robot: “Presentati. Cosa sai fare, RoBee?”.
Risponde l’interpellato:
“Mi chiamo RoBee, sono un robot umanoide di Oversonic. Navigo autonomamente, manipolo oggetti, converso in diverse lingue e riconosco persone e ambienti. Aiuto in compiti ripetitivi, pericolosi o in ambienti ostili.”
A un certo punto mi viene chiesto - proprio a me fra tutti i presenti - di fare una domanda al robottone intelligente.
Caspita: nella mia ormai lunga carriera ho intervistato chiunque, ma un umanoide cognitivo ancora mi mancava.
Accolgo l’invito e pongo quindi una questione all’AI vestita da automa su un suo celeberrimo antenato:
“Conosci HAL 9000?”.
“Sì, conosco HAL 9000 - mi risponde il buon RoBee, continuando a roteare e a sbattere i suoi occhi di ghiaccio -. È un’Intelligenza Artificiale protagonista del film “2001: Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick. HAL gestisce le funzioni della nave spaziale Discovery One.”
Bravo RoBee, promosso.
Da GPT a NGP: No Go Paroe.
Grazie, mi può bastare.
Ma siccome oggi sono in vena di scoop robotico-amministrativi, riesco anche a scattare una foto, che vedete pubblicata qui sotto, del sindaco di Cassola Giannantonio Stangherlin accanto all’Intelligenza Artificiale mascherata da Transformers.
Con la speranza, per il sindaco e i suoi assessori ma anche in generale per tutti noi, che in futuro i robot umanoidi cognitivi non vengano programmati per elaborare linee politiche e scrivere delibere di giunta e di consiglio comunale, rendendo in questo modo inutili gli stessi amministratori umani.
RoBee da matti!
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