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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Grandi firme

Consegnate in consiglio regionale le 13mila firme contro la diga e il serbatoio del Vanoi. Il consigliere Renzo Masolo: “Ci siamo battuti contro questo progetto fin dalla prima ora, ma ora a stridere è il rimbombante silenzio romano”

Pubblicato il 06-11-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Grandi firme. Grandi nel senso di tante: ben 13mila, e raccolte in soli tre mesi.
Sono le adesioni alla petizione popolare contro il progetto della diga e del bacino del Vanoi, consegnate oggi al consiglio regionale, a Palazzo Ferro-Fini a Venezia, al termine di “In cammino per l’acqua”, la marcia pacifica in otto tappe dalla Val Cortella alias Val Vanoi in Trentino fino alla laguna, transitata anche per Bassano del Grappa, di cui al mio precedente articolo “Gandhi e piccoli”.
Una delegazione di marciatori ha consegnato il plico contenente le 13mila firme alla vicepresidente del consiglio veneto Francesca Zottis (Partito Democratico).

La delegazione di “In cammino per l’acqua” in consiglio regionale

La delegazione, guidata da Daniele Gubert in rappresentanza del Comitato popolare Valle del Vanoi, ha illustrato le motivazioni che stanno alla base della petizione, le preoccupazioni dei cittadini che hanno apposto le proprie firme e le alternative alla costruzione dell’opera.
“13 mila firme di cittadini che si oppongono al progetto di diga sul Vanoi - afferma Renzo Masolo, consigliere regionale di Europa Verde - a causa delle carenti garanzie sul fronte della sicurezza di questa struttura, sono state consegnate oggi a palazzo Ferro-Fini a Venezia; mentre il presidente Zaia a parole, nonostante la sua maggioranza, ha manifestato la sua contrarietà al progetto.”
“Ma ora a stridere è il rimbombante silenzio romano - aggiunge -. Ci auguriamo che, come abbiamo fatto noi Verdi a Roma e in Europa, anche gli altri partiti si facciano portatori di un messaggio chiaro e forte, che dalla montagna arriva fino alla laguna, anche presso il Parlamento e il Ministero. I rischi legati a questo progetto riguardano tutti noi, indipendentemente dal colore politico.”
“Della diga sul Vanoi - continua - si è discusso molto, anzi troppo: è giunto il momento di porre la parola fine a questo progetto e approfondire invece i progetti alternativi, capaci di fornire quantità d’acqua superiori a quelle della diga e con costi decisamente inferiori. La gestione delle risorse idriche è una priorità, sia in periodi siccitosi sia in tempi di imponenti precipitazioni, ma il cambiamento climatico e la fragilità del nostro territorio ci impongono di non compiere scelte scellerate.”
“Ci siamo coerentemente opposti e battuti in consiglio regionale contro questo progetto fin dalla prima ora - sottolinea Renzo Masolo -, elencando anche una serie di alternative condivise anche coi territori coinvolti, consci del fatto che questo progetto è dannoso e le alternative esistono.”

Sulla questione interviene anche l’eurodeputata Verde Cristina Guarda.
“Ho seguito questa vicenda fin dall'inizio, in qualità di consigliera regionale, opponendomi alla diga e proponendo soluzioni alternative meno costose, più efficaci e soprattutto più sicure - dichiara l’europarlamentare -. Per questo in luglio, dopo la mia elezione al Parlamento europeo, come prima cosa ho formalizzato un atto di denuncia alla Commissione Europea per il rischio di violazione di molteplici direttive europee (almeno 6) nel progetto ‘Difesa idraulica e tesaurizzazione idrica tramite il nuovo serbatoio del Vanoi nel bacino del fiume Brenta’.
“Le possibili irregolarità, in particolare - precisa - riguardano la Direttiva 2000/60/CE in materia di acqua e la 2007/60/CE in materia alluvioni. Inoltre, il progetto non considera scenari alternativi più sostenibili, contravvenendo alla Direttiva 2011/92/UE, in materia di valutazione di impatto ambientale.”
Concludono così Guarda e Masolo, presenti oggi alla consegna delle firme:
“Ci congratuliamo coi cittadini e le cittadine che tanto si sono spesi in questi mesi, raccogliendo e poi portando a piedi 13 mila firme dal torrente Vanoi fino a Venezia, un segnale che la politica ora non può ignorare. Ringraziamo tutti gli organizzatori e volontari, in particolar modo coloro che hanno affrontato ‘l’ultimo miglio’ consegnando la petizione a Palazzo Ferro Fini: Daniele Gubert, Flavio Taufer, Michele Facen (Comitato Per la Difesa Torrente Vanoi), Angelo Orsingher (Cammino di Legno) e Mirco Corato (EQuiStiamo).”

Per la capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale Vanessa Camani, l’odierno incontro con i promotori della raccolta firme “è stata una bella pagina di democrazia” e anche “un grande segnale di mobilitazione a difesa delle popolazioni interessate da un’opera dagli indiscutibili rischi”.
“Nel ringraziare la vicepresidente del consiglio veneto Francesca Zottis che ha accolto i cittadini in rappresentanza dell’assemblea - puntualizza Camani -, devo purtroppo constatare l’indifferenza della giunta Zaia che non ha mostrato altrettanta accoglienza.”
“La nostra richiesta - conclude la capogruppo Dem, citando un documento presentato ancora la scorsa estate - è che ora venga discussa urgentemente la nostra mozione affinché anche dall’aula emerga un chiaro no alla diga.”
Tutti insieme appassionatamente per opporsi al progetto di una diga che sconvolgendo la Val Cortella racchiuderebbe un bacino idrico capace di contenere fino a 33 milioni di metri cubi d’acqua.
Diga 33.

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