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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Calendario scolastico

Azione Bassano e la scuola: “L’Amministrazione Finco, che è il nuovo nome con cui si presenta l’Amministrazione Pavan, sostiene di voler pensare a una scuola rinnovata, sicura e accessibile, ma si contraddice nelle dichiarazioni e nei fatti”

Pubblicato il 04-11-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Toh, chi si rivede.
Azione Bassano del Grappa rispunta dalle retrovie del post elezioni amministrative e trasmette in redazione, per il tramite del coordinatore Simone Cavallin, un comunicato stampa in modalità all inclusive “sulla visione di scuola e territorio” che emerge dalla lettura del Documento Unico di Programmazione 2025/2027 presentato nell’ultimo consiglio comunale.
In realtà il coordinamento bassanese del partito di Calenda, prendendo spunto dalle problematiche della scuola bassanese (per la serie: Calendario scolastico), lancia una critica a 360 gradi nei confronti dell’amministrazione Finco ovvero di quella che Azione Bassano definisce “il nuovo nome con cui si presenta l’amministrazione Pavan”.

Foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet

Non c’è che dire: dopo quattro mesi di consegna del silenzio conseguenti al non esaltante risultato elettorale, il gruppo politico di Cavallin & C. ha ripreso a far sentire la propria voce sulle tematiche amministrative cittadine.
Solo qualche giorno fa avevo intervistato il portavoce di Azione Bassano Matteo Bizzotto Montieni: non l’ho fatto apposta.

COMUNICATO

Azione Bassano del Grappa sulla visione di scuola e di territorio che emerge dalla lettura del “Documento Unico di Programmazione”

Ci sono i documenti e c’è la realtà. L’Amministrazione Finco (che è la copia carbone dell’Amministrazione Pavan) sostiene nel “Documento unico di programmazione” e nelle “Linee programmatiche di mandato 2024-2029” (approvati lo scorso giovedì 31 ottobre) di voler pensare ad una scuola rinnovata, sicura e accessibile, ma si contraddice nelle dichiarazioni e nei fatti.
Azione Bassano ha invece sempre posto la scuola e l’istruzione al centro della sua visione di Città, sostenendo la necessità di uno sguardo rigenerativo e un'assunzione di responsabilità da parte di tutti i costruttori di relazioni e di conoscenza, perché la scuola è il centro più importante di una comunità.
Da qui bisogna partire, sia nei documenti che (soprattutto) nella realtà.

LA QUESTIONE
Esiste una posizione di principio, affidata al Documento Unico di Programmazione
2025-2027: “Vogliamo scuole rinnovate, sicure e accessibili a tutti, dove i giovani possano crescere e formarsi con il supporto di insegnanti preparati e strutture all’avanguardia.” e ancora “[Vogliamo] migliorare il benessere delle famiglie nella gestione dei figli, rinnovare le scuole rendendole parte fondamentale di un percorso educativo, aiutare i ragazzi a entrare nel mondo adulto.”
Poi esiste la realtà. Ed esiste da tempo, a Bassano, da quando l’Amministrazione Finco si chiamava Amministrazione Pavan. Il sindaco Finco ha unilateralmente deciso di chiudere la scuola Primaria “don Cremona”.
Unilateralmente significa che tale decisione non ha avuto il minimo coinvolgimento dei diretti interessati, primi fra tutti i genitori che non sanno dove andranno a scuola i loro figli nell’anno scolastico 2025/2026, né se rimarranno uniti gli attuali gruppi classe.
Ma questo atteggiamento sprezzante verso ciò che riguarda la scuola si è palesato anche nel corso del consiglio comunale di giovedì 31 ottobre.
In quell’occasione, a puntuale domanda è arrivata puntuale “alzata di spalle”: i fondi destinati alla costruzione della nuova scuola Primaria “Canova” non esistono più.
Con estrema noncuranza si è certificato che l’assessore Zonta e la sindaca Pavan (e non si dica che quella era un’altra Amministrazione) hanno fatto perdere i fondi che avrebbero reso possibile il concretizzarsi di un plesso scolastico “sicuro e accessibile a tutti” e in grado di “migliorare il benessere delle famiglie nella gestione dei figli”.

I DATI
Sono 13 le scuole primarie statali nel comune di Bassano del Grappa, per un totale di 1.667 bambine e bambini. Il plesso “maggiore” per popolazione studentesca è quello della “Canova” di Santa Croce, con 294 alunne e alunni (fonte Scuola in chiaro).
Ci sono dati, però, che vanno letti in prospettiva. L’Annuario statistico dedicato alla situazione scolastica (pubblicato nel febbraio 2024) aiuta a delineare un trend spaventoso.
In dieci anni (all’a.s. 2013/2014) le scuole primarie bassanesi hanno perso ben 12 classi e oltre 350 alunni. Un orientamento che non è destinato a modificarsi nei prossimi anni (per dire, se 15 anni fa nascevano 428 bambini residenti a Bassano, lo scorso anno ne sono nati 237: quasi la metà!).

PERCHÉ È RILEVANTE
L’Amministrazione Finco (che è il nuovo nome con cui si presenta l’Amministrazione Pavan) risolve la questione con un’equazione elementare: non ci sono bambini, si chiudono le scuole. Anche perché, come appare evidente dalle dichiarazioni del sindaco (così come dalle stesse linee programmatiche), la scuola è il posto in cui “i bambini stanno” mentre i genitori lavorano.
La questione invece è molto più rilevante. Una scuola infatti è il centro di una comunità.
Sembra semplicistico tanto è ovvio: dove c’è un insediamento urbano, un quartiere, una città, lì c’è una scuola.
E vale anche il contrario: se non c’è scuola non c’è comunità.
Con tutto ciò che ne consegue in termini di servizi, infrastrutture, lavoro.

LA POSIZIONE DI AZIONE BASSANO
Azione Bassano parte da una visione più generale e radicale della questione, perché chiede di ripensare la Città a partire dai suoi contesti formativi e educativi (non solo scuola, quindi).
La sfida è molto più grande di quanto la facciano Pavan-Finco-e-gli-stessi-di-prima.
Non si tratta di ampliare la rete del piedibus o dare un contributo per ritinteggiare i muri (così i genitori vanno a lavorare tranquilli).
Si tratta di “rigenerare comunità”, attraverso una scuola capace di dialogare con il territorio, capace di interpretare le nuove esigenze e capace di rinnovarsi dal punto di vista pedagogico e architettonico. La scuola non deve essere una scatola tra le altre scatole (l’ospedale, la caserma, il tribunale, il teatro, il tempio, l’arena), ma deve pervadere gli altri spazi e lasciarsi contaminare.
E come si fa? Intanto si coinvolgono gli interpreti di questa “rigenerazione”, si ridisegna una geografia scolastica (ha ancora senso la tripartizione dei comprensivi?) insieme alle Dirigenti e alla Dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, si definiscono le esigenze (tempo pieno, mense, trasporti), si innestano collaborazioni (con le associazioni sportive, con gli oratori), si rendono protagonisti le bambine e i bambini.
Certo, si tratta di un lavoro lungo e laborioso, di ascolto e di pazienza.
Ma senza questa rigenerazione si finirà con il perdere i luoghi e l'identità dei luoghi.
Proprio come sta avvenendo da anni a Bassano: la scuola Mazzini, il Caffè Italia, il Teatro Astra, il Tempio Ossario, la caserma Cimberle-Ferrari… luoghi-fantasma di una Città senza comunità.
Bassano, pezzo per pezzo, dimentica sé stessa. E intanto si chiudono le scuole e con arroganza si alzano le spalle al futuro: “Che fine hanno fatto i fondi destinati alla
costruzione della Primaria Canova?” Chiede qualcuno dai banchi, sempre più corti, della minoranza. “Probabilmente destinati ad interventi in altre città” Risponde il gattopardesco Sindaco di Bassano, che si scrive Finco, ma si legge Pavan…

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