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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Azione e Reazione

Intervista al portavoce di Azione Bassano Matteo Bizzotto Montieni sul confuso e agitato andamento della politica comunale. “Ad urne ancora calde, la scelta della Pavan con Fratelli d’Italia è un’offesa morale al voto dei cittadini”

Pubblicato il 30-10-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Eh già, proprio così: ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
È il terzo principio della dinamica, introdotto tra le leggi della fisica dall’incommensurabile Sir Isaac Newton.
Ma a quanto pare, è una legge fisica che vale anche per la politica bassanese.

Matteo Bizzotto Montieni (foto Alessandro Tich)

Potremmo formularla in questo modo: se Fratelli d’Italia esercita una forza sulla Lega, allora la Lega esercita su Fratelli d’Italia una forza uguale e contraria.
È il principio che regola la dinamica dell’ingresso di Elena Pavan in Fratelli d’Italia e quindi, almeno nelle intenzioni della medesima e del suo nuovo partito, in maggioranza.
Se poi consideriamo anche Azione con la A maiuscola, rispetto agli ultimi fatti della politica bassanese corrisponde pure una Reazione altrettanto maiuscola.
Ne trovo conferma intervistando Matteo Bizzotto Montieni, portavoce di Azione Bassano, la sezione ovvero il coordinamento bassanese del partito di Calenda.
In prima linea nell’ultima campagna elettorale per le amministrative in città, a sostegno di Roberto Marin al primo turno e di Roberto Campagnolo al ballottaggio, dopo il voto Azione Bassano non ha prodotto consiglieri eletti e sembra essersi appartato, momentaneamente, nelle retrovie.
Ma proprio il fatto di essere rimasto fuori dai giochi ne fa un osservatore disinteressato, e in quanto tale degno di attenzione, sugli accadimenti che stanno scuotendo il Palazzo di via Matteotti ad appena quattro mesi dall’insediamento della nuova amministrazione.
Di solito Bizzotto Montieni, per usare la metafora dei tempi musicali, si esprime sull’andante moderato.
Questa volta si cambia musica: siamo sull’andante sostenuto.

Matteo Bizzotto Montieni: Azione Bassano esiste ancora?
Sì, esiste ancora e il gruppo è rimasto. Dopo le elezioni ci siamo effettivamente presi un periodo di tranquillità, sia perché era la nostra prima esperienza, ed è stata impegnativa, e sia perché comunque non è stato facile. Siamo partiti carichi, i risultati sono stati quelli che sono, ti fai delle domande su quello che hai fatto, se sei stato efficace a trasmettere le tue idee. E dopo, quando pensavamo di ritornare a parlare, ci siamo presi nuovamente un po’ di tempo perché stavano succedendo così tante cose all’interno dell’amministrazione che prima volevamo capire effettivamente cosa stava accadendo.

Come vede adesso la situazione politica bassanese, da un punto di vista generale?
Io penso che da questo punto di vista Azione Bassano abbia previsto quello che sarebbe successo, anche se forse non a questi livelli. In campagna elettorale abbiamo sempre sostenuto che l’attuale maggioranza ci aveva raccontato un po’ una storia. Aveva parlato di un centrodestra diverso, discontinuo. Mentre fin da subito era evidente che questa famosa discontinuità non c’era, perché le forze politiche erano quelle, gli assessori erano quelli e quindi già si capiva che non sarebbe assolutamente cambiato niente, se non la venuta meno della Pavan come sindaco. Tra l’altro poi, al ballottaggio, oltre il danno la beffa. Si son tirati dentro Fratelli d’Italia, dopo averci venduto per lungo tempo che si trattava di una coalizione moderata con la Lega, Forza Italia, Italia Viva e DC. Però non puoi raccontarmi di essere moderato e poi prenderti un partito che rappresenta una destra non dico estrema, ma una destra convinta e dargli anche un numero di consiglieri rilevante.

E adesso la notizia del momento è l’arrivo della Pavan in Fratelli d’Italia e asseritamente in maggioranza…
Ecco, diciamo che se avevamo anche il più piccolo dubbio che si trattasse effettivamente di discontinuità, ad urne ancora calde - perché sono passati poco più di quattro mesi dalle elezioni - arriva questa sorpresa della presa di posizione di Elena Pavan. Che io trovo dirompente quanto incomprensibile. Ho avuto modo di conoscere Elena negli ultimi anni e a livello personale non posso assolutamente dire nulla. Però non trovo accettabile questo tipo di scelta, per due motivi. Il primo motivo, a mio avviso, è un’offesa morale al voto dei cittadini. Sappiamo che campagna è stata. Qui non parliamo di due candidati, Pavan e Finco, che da mondi diversi hanno deciso di confrontarsi per lasciar decidere ai cittadini chi l’avrebbe vinta. Qui parliamo dell’ex sindaco, del suo ex padrino politico, di una scelta della Lega e di altri partiti di abbandonare la sindaca uscente e di non ricandidarla, e della scelta del sindaco Pavan di candidarsi contro. È stata una campagna dura, dove sono volate anche parole, magari non sempre pubblicamente ma dietro le quinte. Ora, a quattro mesi dalle elezioni, la Pavan entra in maggioranza. Qualcuno potrebbe dire che non c’è vincolo di mandato, che i cambi di casacca ci sono stati anche nelle precedenti amministrazioni. Giusto, però bisogna anche distinguere.

Distinguere in che senso?
Nel senso che non siamo a tre anni di mandato, quando uno può anche pensare di cambiare situazione. Fino all’altro ieri si sono lanciati strali, ci sono state le elezioni, la Pavan abbandonata dall’attuale maggioranza che non ha accettato di fare apparentamenti con la sua lista civica, perché ritenuta inaccettabile. Oggi invece arriva Fratelli d’Italia, forte del suo peso all’interno della maggioranza, prende Elena Pavan, Elena Pavan accetta di passare con loro e ce la ritroviamo in maggioranza. Altra cosa è il discorso delle opposizioni.

È questo il secondo motivo del suo dissenso sulla scelta della Pavan?
Sì. Ripeto ancora: non siamo a tre anni, siamo a quattro mesi dalle elezioni e la minoranza perde un posto, forse anche due se l’altra consigliera della civica della Pavan decidesse di seguire la sua strada. Anche questo a mio avviso non è accettabile, più che altro perché c’è anche una questione di pesi e contrappesi. Già il rapporto numero-maggioranza e numero-minoranza è ampiamente a favore della prima. Ma con la scelta iniziale di restare all’opposizione Elena Pavan ha preso comunque un posto ad altre liste effettivamente di opposizione, e lo porta adesso in dote alla maggioranza, che piaccia o meno. Io ritengo che fatta in questo momento, con tutto il pregresso degli umori con cui si è vissuta questa campagna elettorale, sia una cosa assolutamente inaccettabile.

Secondo il suo punto di vista, di chi è la responsabilità di questa situazione, che vista da fuori appare a dir poco confusa?
Fermo restando che ognuno è padrone di sé stesso, ritengo che in questa storia ci siano movimenti più responsabili di altri. E anche se qualcuno potrebbe dire che contano relativamente, io penso che tra i più responsabili ci siano Italia Viva e DC. Per un semplice motivo: hanno preso la loro storia politica, hanno aderito alla coalizione che proponeva Finco e l’hanno utilizzata per dire che era una coalizione discontinua e moderata. E oggi me li ritrovo complici nell’aver nuovamente formato la maggioranza di prima, con un contrappeso molto più importante per Fratelli d’Italia che la volta precedente non c’era. Ma soprattutto mi viene da rimanere sorpreso, per non dire da ridere, nel vedere che oggi dichiarano di non accettare ricatti da Fratelli d’Italia per la Pavan. Ma se Fratelli d’Italia è là, a chi lo dobbiamo? Sono loro che hanno scelto di portarseli dentro al ballottaggio. E poi mi dicono che non hanno paura di tornare al voto. Io se fossi un loro elettore mi sentirei preso in giro. Ai cittadini è stata raccontata una storia, questa storia si è dimostrata un castello di carta e oggi ci ritroviamo in questa situazione.

Tanto per non fare nomi, lei si riferisce in particolare a Gianni Castellan?
Con Gianni ci conosciamo, però è chiaro che lui è il portavoce di Italia Viva, rappresenta quel partito e ha fatto la sua scelta. Io onestamente sulla sua scelta non direi nulla, ma è ovvio che le scelte comportano poi delle conseguenze. Oggi ci ritroviamo una maggioranza a traino Fratelli d’Italia e tutto avviene perché ci è stato detto che questa era una coalizione discontinua e moderata e in realtà si è rivelata invece molto diversa da quella che doveva essere.

Secondo lei, con questi presupposti, nei prossimi quattro anni e mezzo questa maggioranza regge?
Io comincio a chiedermi se arriva a mangiare il panettone già quest’anno.

Addirittura?
La mia è una provocazione. Se questa cosa stesse succedendo con già due anni di amministrazione alle spalle, saremmo già tutti lì a pensare che, tempo zero, rischia di cadere l’amministrazione. Non facciamo questo pensiero perché le elezioni sono state appena quattro mesi e mezzo fa. Ma quello che sta succedendo è grave, perché intanto è evidente che il passaggio di Elena Pavan, a differenza di quello che viene detto, non era assolutamente condiviso. Quindi è stata un’azione di forza di un partito della maggioranza. Tutti gli sforzi di dirci che era una coalizione discontinua oggi cadono. E mi pare che l’unico che veramente non c’entra nulla in questo momento, tra le due maggioranze di prima e di adesso, è Nicola Finco che è l’unica figura diversa dalla passata amministrazione. Sembra più della Pavan questa amministrazione, che di Nicola Finco. Io mi metto anche nei panni del sindaco: come si fa ad andare avanti in maniera serena, con una situazione del genere alle spalle? Onestamente, anch’io mi sentirei in difficoltà. Mi chiedo dunque: cosa si fa? Perché Fratelli d’Italia ha comunque un numero importante di consiglieri e quindi se ci deve essere una spaccatura, la spaccatura avviene in maniera pesante.

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