Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Una Gaia apertura

Inaugurata “Casa Marinali”, in quella che è stata la sede elettorale della lista Bassano per Tutti - Europa Verde. Uno spazio d’incontro aperto alla città, grazie a 47 cittadini che si sono autotassati per pagare l’affitto

Pubblicato il 26-10-2024
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Non ci posso credere!
Sono appena entrato nella sede della nuova “Casa Marinali”, di cui scriverò nelle prossime righe, e cosa vedono i miei occhi su uno dei due tavoli imbanditi per il buffet inaugurale predisposto per l’occasione? Una fila di lattine di Finkbräu, la birra tedesca che ho associato al sindaco Nicola Finco nel mio articolo sul rituale della prima spillatura della botte di birra allo stand della città gemella di Mühlacker durante l’ultima Fiera d’Autunno a Bassano.
“Giuro che non lo abbiamo fatto apposta”, mi dice ridendo il consigliere comunale Paolo Retinò.

Foto Alessandro Tich

Siamo qui riuniti tutti insieme appassionatamente, e siamo in tanti davvero in quanto a densità di popolazione per metro quadro, per l’inaugurazione - aperta ovviamente anche alla stampa - di questo che è un nuovo spazio d’incontro aperto alla città.
È un posto che noi giornalisti conosciamo molto bene, avendolo più volte frequentato per lavoro durante l’ultima campagna elettorale e anche dopo.
Si tratta infatti della ormai ex sede elettorale della lista Bassano per Tutti - Europa Verde con Retinò, in via Marinali, situata in mezzo ai due poli ristorativi della via della Pizzeria Al Vesuvio e dell’Osteria al Pozzo.
La maestra di cerimonie, per la festosa circostanza, è la co-portavoce di Europa Verde Vicenza Gaia Bollini, affiancata da mister Bassano per Tutti Paolo Retinò nella veste di vice-cerimoniere ufficiale. Il clima del momento è spumeggiante, prima dei discorsi ufficiali il coro di voci rintrona da una parete all’altra, la gente continua ad arrivare aumentando la densità di popolazione.
Non c’è che dire: è davvero una Gaia apertura.

La dove c’era la sede di una lista, quindi, ora c’è uno spazio aperto alla frequentazione di tutti.
“In campagna elettorale questo luogo ha aggregato tanti cittadini, in modo diverso da quella che poteva essere la sede di un movimento - spiega Gaia Bollini -. È nata così la volontà di avere un luogo fisico in cui incontrarsi. Questo posto è “stata casa” per tante persone, per questo motivo lo abbiamo chiamato “Casa Marinali”.”
“Per tenerlo bisogna pagare l’affitto - continua -. Abbiamo chiesto quindi “chi ci sta a farlo insieme a noi?”. 47 persone si sono così autotassate per pagare intanto il primo anno e per aprire questo posto alla città.”
“È un progetto comune per dare un luogo d’incontro alle realtà cittadine, alle associazioni che in questo momento non hanno una sede - aggiunge Bollini -. Ma anche per stare assieme alla sera, fare giochi di tavolo, tra realtà che si incontrano e si conoscono. All’entrata c’è il codice QR della scheda per chiedere l’uso dello spazio e vedere il regolamento della sala, ma anche per lanciare delle proposte.”
“Sono molto felice - afferma Paolo Retinò -. La prima volta che avevo visto questo posto lo avevo immaginato esattamente come lo vedete adesso. Da sede di un percorso amministrativo diventa uno spazio aperto a tutta la città, senza bandiere e simboli.”
“È bello il fatto che 47 persone hanno finanziato l’affitto con un micro-crowdfunding - prosegue il consigliere comunale -. Nel nostro gruppo c’è chi può dare in funzione di quello che ha, chi non può dare è sempre il benvenuto. Non abbiamo gerarchie, siamo un gruppo orizzontale. Io sarò qui due volte a settimana alla sera, a lavorare, disponibile ad incontrare chiunque.”
In definitiva, “Casa Marinali” è una sede che continua ad essere di rappresentanza per la lista, ma anche un luogo di incontro, scambio e confronto con le altre realtà del territorio dove possano “accadere cose”, dove possa nascere dibattito e che sia un punto di riferimento per pratiche di cittadinanza attiva.

Terminati i discorsi, seguiti dalle relative “standing ovation” da parte dei presenti (anche perché sono già tutti in piedi), si passa immediatamente alla libagione inaugurale.
C’è ampia scelta di bevande oltre al cibo, ma io non posso fare a meno di chiedere ai cortesi addetti alla mescita un bicchiere di Finkbräu, non tanto perché io abbia chissà quanta sete ma per provare di persona se produce qualche effetto “finchiano” in chi la beve.
Devo dirvi che dopo aver bevuto il mio bicchiere di Finkbräu, alias birra del sindaco, non provo nessun effetto particolare.
Eppure dopo qualche minuto, in mezzo a tutta questa gente, e non saprei neanche spiegarvi il perché, mi vedo circondato dalle truppe sovietiche.

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