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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Tich on the Beach

Ecopiazzola: l’ex presidente di quartiere San Vito Stefano Monegato, all’estero per qualche giorno di vacanza al mare, replica alle osservazioni dei cittadini del gruppo R.E.D. “Ho la coscienza tranquilla, mai tenuto la polvere sotto lo zerbino”

Pubblicato il 02-10-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Che cosa può accadere di fastidioso e di importuno mentre ti trovi all’estero, per goderti in santa pace qualche giorno di vacanza e di relax al mare, magari anche mentre sei disteso su una sedia a sdraio?
Può accadere che ti suoni all'improvviso il telefonino e che il numero che ti chiama sia quello del direttore di Bassanonet. Talvolta è peggio di una chiamata dell’avvocato o del commercialista. Ed è quello che è successo questo pomeriggio all’ex presidente di quartiere San Vito ed attuale presidente del consiglio comunale di Bassano del Grappa Stefano Monegato.
Ma la telefonata era urgente e necessaria. E il mio interlocutore - che mi ha informato, beato lui, di trovarsi in spiaggia - lo ha capito subito, mettendosi gentilmente a disposizione della mia richiesta di sue precisazioni. Tich on the Beach.

L’ex presidente del consiglio di quartiere San Vito ed attuale presidente del consiglio comunale di Bassano del Grappa Stefano Monegato (foto Alessandro Tich)

Come ben sapete dal mio precedente articolo “Caccia a Ottobre Rosso”, questa mattina ho incontrato i cittadini del sedicente gruppo R.E.D. (Residenti Estremamente Determinati) di quartiere San Vito, contrari ai compattatori, che hanno ripercorso gli antefatti del caso ecopiazzola di via Cogo.
E ricostruendo i passaggi principali della vicenda hanno chiamato in causa più volte e con osservazioni anche dure Monegato che fino allo scorso aprile, prima di candidarsi alle amministrative per poi essere eletto in Comune, ha presieduto il loro quartiere.
Una replica del diretto interessato, anche per mio dovere professionale, è doverosa.
Telefono in viva voce, dettatura sul PC ed eccola qua.

Stefano Monegato, partiamo con l’assemblea generale di quartiere del 22 gennaio. Nel verbale sono citati i compattatori, l’ex sindaco Pavan ha scritto e ha dichiarato che in quella assemblea se ne è parlato mentre i residenti che ho incontrato questa mattina affermano invece, anche con dichiarazioni scritte, esattamente il contrario e cioè che non se ne è parlato assolutamente. Lei cosa mi dice?
I compattatori a San Vito erano già previsti nel 2016-2017, il presidente di quartiere dell’epoca Ezio Calmonte era favorevole, ne fecero un’assemblea molto dibattuta e alla fine si è fermato tutto, di fronte al quartiere che era contrario, perché fermare il progetto era nella potestà del Comune. Dopo è passato tutto in carico al Consiglio di Bacino per i rifiuti, quindi i Comuni hanno una potestà limitata, figuriamoci i consigli di quartiere. Noi a gennaio abbiamo fatto appunto l’assemblea e il problema dell’epoca era quello dell’antenna. Si è fatto cenno del discorso dei compattatori perché quell’area era già stata indicata nel 2017 però il problema, ripeto, era l’antenna e all’epoca non c’era niente di sicuro o tempistiche che ci portassero a pensare qualcosa sul tema compattatori. Poi ad aprile apprendiamo dal giornale che l’amministrazione ha dato l’ok per fare l’ecopiazzola e ci siamo subito attivati.

Si riferisce alla riunione del consiglio di quartiere del 22 aprile?
Sì. Abbiamo chiamato gli assessori competenti ed Etra in particolare, perché venissero a spiegarci la loro idea nell’incontro col consiglio di quartiere del 22 aprile. In questo incontro l’amministrazione ci ha portato delle slide e ci hanno spiegato le varie cose. Noi abbiamo fatto diverse domande sui compattatori: se era possibile spostarli, se c’era l’obbligatorietà, se sarebbe continuata la raccolta porta a porta per i disabili e gli anziani e altro ancora. Abbiamo anche chiesto ad Etra di ridefinire le abitazioni che rientrano nel progetto in quanto ci sono nuove urbanizzazioni vicino alla zona prescelta. Voglio chiarire che noi non abbiamo dato l’assenso al progetto, ma abbiamo fatto una presa d’atto, tutti e 13 i consiglieri più due aggregati. Quello che ci ha un attimino “fregato” è stata la tempistica.

Cioè, in che senso?
Ci era stato detto che all’epoca c’era tempo per realizzare il progetto coi fondi PNRR fino alla fine del 2025. Al che abbiamo pensato che mancavano un anno e otto mesi e per questo avevamo tutto il tempo davanti. A maggio poi partivano le elezioni e ho detto che da luglio, con la prossima amministrazione, si sarebbe potuto parlare e mettere in atto tutti i movimenti utili da fare, tra i quali fare sicuramente un’assemblea coi residenti. Abbiamo chiesto ad Etra anche di mandare un’informativa a tutte le famiglie interessate e anche di pensare a delle compensazioni per l’area. Sicuramente, ripeto, quello che ci ha fuorviato, e questo lo possono confermare tutte e 15 le persone presenti, è stato quando ci hanno detto che c’era tempo fino alla fine del 2025 e avevamo pensato che le cose potevano essere cambiate.

I residenti di San Vito che ho incontrato oggi affermano che lei, all’assemblea straordinaria di quartiere dello scorso 10 settembre, ha dichiarato di avere appreso dell’ecopiazzola “in aprile e non prima”. Conferma di aver detto questa cosa in assemblea?
Sì, lo confermo.

Però i cittadini hanno tirato fuori anche una carta, e cioè il verbale della riunione del consiglio di quartiere San Vito del 4 dicembre 2023 con l’assessore Andrea Zonta, nella quale c’è scritto: “Incontro con Assessore Zonta. Il Presidente ha delucidato l’Assessore in merito ai lavori da effettuarsi nel Quartiere” e tra questi lavori vengono citati anche i “compattatori”. E allora dicono che lei “ha sentito parlare di compattatori da Zonta già il 4 di dicembre del 2023” e pertanto ha affermato delle cose non vere. Cosa replica?
Lo sapevano tutti quanti, e questo lo può confermare Franco Antonello che è il presidente di quartiere attuale, che c’era questo discorso qua. Infatti quando a gennaio abbiamo fatto l’assemblea e abbiamo accennato a questo discorso, non si sapeva nessuna tempistica in questo senso, se sarebbero stati fatti dopo un mese o dopo un anno. Infatti per quello a gennaio quando abbiamo fatto l’assemblea ne abbiamo accennato ma a gennaio il problema, il vulnus, era l’antenna, non i compattatori. Se avessimo avuto delle tempistiche e delle notizie certe avrei detto “guardate che fra tre mesi partono”, ma non potevamo dire quello che non sapevamo. Solo ad aprile, ribadisco, abbiamo saputo esattamente dai giornali che il Comune aveva dato l’ok all’ecopiazzola. Col nostro giornalino di quartiere “San Vito Informa”, che di solito esce in aprile, abbiamo aspettato quindici giorni proprio per fare la riunione del 22 aprile con Etra e siamo usciti ai primi di maggio, quando è venuto fuori il bubbone, con un articolo che dava informazioni sui compattatori e che annunciava la nostra intenzione di fare un incontro con la popolazione appena insediata la nuova amministrazione.

Ora lei non è più presidente di quartiere. Ma non pensa sia il caso che “San Vito Informa” e più in generale la comunicazione del consiglio di quartiere se ne occupi ancora, alla luce soprattutto degli ultimi sviluppi?
Guardi, proprio prima di partire mi aveva chiamato Lamberto Del Grosso, componente del consiglio di quartiere e siccome dovranno uscire col prossimo giornalino proprio in questo mese di ottobre, mi ha detto che assieme al presidente Franco Antonello stanno preparando un documento corredato di tutte le informazioni per ribadire quello che è stato tutto il percorso. Credo che diranno quello che le ho detto io perché eravamo tutti d’accordo su queste situazioni che le ho elencato.

Nel frattempo lei si è candidato alle comunali, è stato eletto e oggi è il presidente del consiglio comunale. Non le pesa l’eredità di questa vicenda?
Abbiamo sempre voluto lasciare fuori la politica dal quartiere, non sono stato solo io ad essermi candidato in quartiere e il fatto che io mi sia candidato non c’entrava niente con questa vicenda. Non sono uno che vuole tenere la polvere sotto lo zerbino, assolutamente. Ripeto che se avessimo saputo i reali tempi dei lavori avremmo agito diversamente, ci hanno detto dicembre 2025 e lei capisce che in un anno e otto mesi può cambiare il mondo. È questa la cosa che ci ha sbilanciato. Io sono tranquillo con la mia coscienza, il consiglio di quartiere ha sempre operato alla luce del sole e tutti in maniera concorde. Purtroppo noi non potevamo fare chissà cosa. Sette anni fa si poteva bloccare il progetto perché il Comune poteva farlo e il Comune ha fatto marcia indietro con Campagnolo. Questa volta l’entità che decide è il Consiglio di Bacino. Purtroppo è andata male ed è finita peggio.

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