Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Agenti e Reagenti

In consiglio comunale le minoranze chiedono il ritiro dell’interrogazione sulla Polizia Locale per poterne discutere come punto all’ordine del giorno. Il presentatore dell’interrogazione Pietrosante non la ritira e le opposizioni escono dall’aula

Pubblicato il 27-09-2024
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Rieccomi qua.
Ritorno, come promesso nell’articolo precedente, sull’incredibile consiglio comunale di ieri sera per questa che è la seconda puntata della Trilogia di Bassano, che va ben oltre quella del Signore degli Anelli.
Anche perché le vicende che vi racconto sono gli anelli di un’unica catena: quella di un clima sempre più teso all’interno del Palazzo a soli cento giorni, o giù di lì, dall’insediamento della nuova amministrazione comunale.

I consiglieri di opposizione fuori dalla sala consiliare (foto Alessandro Tich)

Si è da poco conclusa la clamorosa dimostrazione di dissenso silenzioso dello “sciopero delle spalle” messo in atto dai cittadini di quartiere San Vito e quartiere XXV Aprile, per protesta contro il rigetto dell’interrogazione urgente richiesta delle minoranze sull’iter della realizzazione delle ecopiazzole in città, che da sola sarebbe bastata a rientrare a casa con il bloc notes pieno di appunti.
Si arriva all’ultima interrogazione in scaletta al punto 2 dell’ordine del giorno, presentata dal consigliere di maggioranza Gianluca Pietrosante (Fratelli d’Italia) alla stessa giunta che lui sostiene sul tema telegraficamente indicato con due sole parole: “Sicurezza Bassano”.
È un’interrogazione già nota ai nostri lettori perché l’avevo presentata in anteprima nel mio articolo “Discorso sullo stato dell’Unione”.
In sintesi, chiede lumi all’assessore alla Sicurezza Alessandro Campagnolo sulle spese che l’amministrazione comunale deve sostenere per la Polizia Locale nei confronti dell’Unione Montana del Bassanese da quando la Polizia Locale medesima è “migrata” dal Comune di Bassano all’ente sovracomunale, sotto l’amministrazione Pavan.
Ovvero quante ore di pattugliamento della Polizia Locale vengono tolte a Bassano rispetto a prima per via del servizio prestato dagli agenti negli altri Comuni dell’Unione o convenzionati, se di conseguenza venga meno il servizio di prevenzione alla macro e micro criminalità a Bassano, se i costi per il Comune di Bassano sono aumentati e di quanto dall’ingresso della Polizia Locale nell’ente sovracomunale e quante ore di lavoro sono state svolte dagli ex vigili bassanesi negli altri Comuni dell’Unione o convenzionati per i servizi sul territorio e per gestire le pratiche burocratiche.
Va ribadito che la non frequente formula dell’interrogazione alla giunta presentata da un consigliere della maggioranza non rappresenta, in questo caso, un atto di dissenso, di critica o di supposto fuoco amico.
Anzi: come ha sottolineato Pietrosante a chi vi scrive e anche in interviste per altre testate, che la sua interrogazione è stata presentata “in piena armonia col sindaco Nicola Finco e con l’assessore Alessandro Campagnolo”.
Per la serie: i se e fa' e i se e conta.

Non è ormai più un segreto, come rivelato in quel mio precedente articolo, che riguardo alla Polizia Locale tira aria di distacco dall’Unione Montana del Bassanese in funzione del suo reintegro nell’organico del Comune di Bassano del Grappa.
È questo lo scenario in prospettiva che cova in seno all’amministrazione e che va letto tra le righe dell’atto consiliare, anche se non è l’oggetto dell’interrogazione di Pietrosante che non ne fa parola e l’assessore Campagnolo, nella sua risposta, dribblerà abilmente qualsiasi accenno in merito.
In mezzo al pubblico presente in sala consiliare - seminascosto in ultima fila tra i residenti di San Vito e del XXV Aprile e totalmente coperto dagli stessi quando questi si alzano per voltare le spalle al consiglio comunale - c’è anche il sindaco di Pove del Grappa Francesco Dalmonte, fortemente contrario a qualsiasi ipotesi di secessione dall’Unione degli agenti del comando di via Vittorelli.
È qui per ascoltare in diretta e a viva voce la risposta all’interrogazione dell’assessore Campagnolo e per questo rimane seduto al suo posto, rimanendo tra i pochi astanti del pubblico dopo che i residenti dei due quartieri della protesta “volta spalle” se ne sono andati via.
Si arriva finalmente al momento in cui il presidente del consiglio comunale Stefano Monegato annuncia che è arrivato il turno dell’interrogazione con oggetto “Sicurezza Bassano”.
Pietrosante sta per prendere la parola, ma si alza all’improvviso il consigliere di opposizione Roberto Campagnolo che presenta una mozione d’ordine.
“Un’interrogazione prevede solo la risposta dell’assessore e non un dibattito in consiglio come l’argomento merita - afferma Campagnolo -. Chiediamo di ritirare l’interrogazione per poterne discutere al prossimo consiglio comunale. In caso contrario non parteciperemo alla seduta.”
Monegato chiede allora a Pietrosante: “Intende ritirare la sua interrogazione?”.
E Pietrosante: “Non la ritiro.”
Ed ecco l’inizio del film.

Con uno scatto degno di Usain Bolt, tutti i consiglieri della minoranza, Elena Pavan compresa, abbandonano i loro posti e si avviano all’uscita della sala consiliare.
Monegato li ferma e chiede loro di attendere per cercare di arrivare ad un accordo in extremis.
Si forma così un capannello di capigruppo con l’aggiunta di Pietrosante attorno allo scranno posizionato davanti ai banchi della giunta nel tentativo di trovare una convergenza last-minute sul ritiro dell’interrogazione e il conseguente rinvio dell’argomento tra i punti in discussione nel prossimo consiglio comunale.
Ma diversamente dalla precedente riunione dei capigruppo sull’inserimento all’ordine del giorno dell’interrogazione urgente sulle ecopiazzole, durata tre quarti d’ora, questa si risolve in poco più di un minuto.
Niente da fare: l’interrogazione su “Sicurezza Bassano” non viene ritirata.
Questa volta i consiglieri di opposizione escono definitivamente dall’aula e rimangono tutti fuori nell’atrio d’ingresso in attesa che la procedura dell’interrogazione (presentazione del consigliere, risposta dell’assessore, controreplica del consigliere) si concluda.
Dopo pochi secondi esce dalla sala consiliare anche il sindaco di Pove del Grappa Francesco Dalmonte, che saluta e se ne va: evidentemente ne ha avuto abbastanza.

Nella sua risposta, l’assessore comunale alla Sicurezza Alessandro Campagnolo conferma quello che era già scritto nelle stelle pietrosantiane.
E cioè la diminuzione delle ore di servizio degli agenti di Polizia Locale, inglobati dell’Unione, nel territorio comunale di Bassano del Grappa e l’aumento della spesa per il Comune di Bassano, in termini di soldi trasferiti all’Unione Montana, per il mantenimento del servizio nell’ente sovracomunale.
Con simili presupposti, in qualsiasi azienda privata l’amministratore delegato prenderebbe immediatamente i provvedimenti del caso.
Ma il Comune di Bassano è un ente pubblico e prima di fare il grande passo dell’eventuale rientro dei vigili nella struttura comunale deve anche gestire il delicatissimo aspetto del rapporto con gli altri Comuni dell’Unione Montana del Bassanese. È materia per le cronache future.
L’assessore informa che l’attuale dotazione organica della Polizia Locale è composta da 35 dipendenti, di cui ben 34 provenienti dal Comune di Bassano del Grappa e 1 dal Comune di Valbrenta, più un 36esimo in via di assunzione e il comandante che svolge un ruolo dirigenziale.
Riguardo alle ore di servizio svolte dagli agenti sul territorio comunale di Bassano, Campagnolo certifica che “con lo stesso contingente di personale che fino al 2020 svolgeva integralmente servizio all’interno del territorio del Comune di Bassano del Grappa, a parità di ore di servizio l’entrata nell’Unione ha inevitabilmente portato a ridurre le proprie prestazioni lavorative a danno dell’originario ente di provenienza.”
Ovvero 29.200 ore di servizio nel Comune di Bassano nel triennio precedente all’entrata in Unione, mentre sono state 25.700, con una differenza di meno 3.500 ore di servizio, nel triennio fino al 2023.

Poi, tra le altre cose, l’esponente di giunta snocciola i dati della spesa a carico del Comune di Bassano per il servizio di Polizia Locale, confrontando i numeri del triennio precedente all’entrata dei vigili nell’Unione e del triennio successivo 2021-2023, da cui emerge un aumento complessivo di spesa per le casse bassanesi, da quando la Polizia Locale fa parte dell’Unione, di 1.490.600 euro.
“Devo evidenziare che i dati esposti in questa relazione derivano esclusivamente da documenti a disposizione dell’amministrazione comunale di Bassano del Grappa”, precisa l’assessore che rimarca la necessità di ulteriori approfondimenti sui costi per il Comune di Bassano con altri indicatori da esaminare, questa volta in seno all’Unione, come i dati di gestione amministrativa e burocratica delle sanzioni al codice della strada, sulle pratiche infortunistiche e altro ancora.
Infine Campagnolo tende una mano alle altre amministrazioni dell’Unione Montana:
“Faro personalmente gli approfondimenti perché il servizio possa essere il più efficace possibile per tutti i Comuni dell’Unione. È necessario che il concetto di sicurezza sia percepito su tutto il territorio circondariale e che il Comune di Bassano si faccia capofila-capoluogo e si assuma tale responsabilità interpretando al meglio le aspettative dei cittadini anche nei Comuni viciniori.”
Ma il sindaco di un Comune viciniore che era presente in sala consiliare, quello di Pove del Grappa, non lo sta ascoltando perché se ne è già andato via.

Nella sua controreplica Gianluca Pietrosante si dichiara ovviamente soddisfatto della risposta dell’assessore e parte con un incalzante e veemente Discorso alla Nazione sul suo impegno, anche come consigliere dell’Unione, a fare le pulci sulla situazione contabile dell’ente sovracomunale in materia di Polizia Locale attraverso il confronto con gli uffici preposti e tramite richieste di accesso agli atti.
La prima pietrosantata dell’amministrazione Finco si conclude con una irruenta risposta a chi sulla stampa lo ha accusato praticamente di pressapochismo dal momento che “per sapere queste cose bisogna studiare e documentarsi” e “non basta andare a istinto”.
Ma il principale destinatario della sua filippica, l’ex sindaco Elena Pavan, non lo sta ascoltando perché si trova fuori dall’aula con tutti gli altri colleghi dell’opposizione.
Fine. Ende. The End.
La parte del consiglio comunale dedicata all’esame delle interrogazioni e interpellanze è terminata e si passa al punto successivo all’ordine del giorno.
I consiglieri di minoranza abbandonano il loro confino volontario nell’atrio d’ingresso della sala consiliare e rientrano ai loro banchi per riprendere i lavori.
Il film continua e, come leggerete nel prossimo e ultimo articolo della Trilogia di Bassano, riserverà un finale che neanche Il Signore degli Anelli.

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