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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Rifiuto secco
La minoranza protocolla d’urgenza un’interrogazione per il consiglio comunale di questa sera sulla questione ecopiazzole. Ma la maggioranza non la accoglie. I cittadini presenti voltano le spalle al consiglio per protesta
Pubblicato il 26-09-2024
Visto 10.938 volte
26 settembre 2024.
È la giornata della celebrazione dell’ottantesimo anniversario dell’Eccidio del Grappa e, visto che a Bassano non ci facciamo mancare nulla, anche di un atteso consiglio comunale.
Atteso soprattutto perché è stata annunciata la partecipazione di una nutrita rappresentanza dei residenti di quartiere San Vito e di quartiere XXV Aprile, uniti dal comune destino delle due ecopiazzole in costruzione di Etra che stanno cambiando il paesaggio davanti alle loro case.

La clamorosa protesta silenziosa dei cittadini (foto Alessandro Tich)
Annuncio che viene rispettato: tra gli argomenti all’ordine del giorno originario della seduta consiliare le ecopiazzole e i compattatori non ci sono.
Ma i cittadini presenziano comunque alla prima parte dei lavori consiliari dedicata alle interrogazioni e interpellanze, richiamati anche e soprattutto da una novità dell’ultima ora.
Questa mattina è stata infatti protocollata in Comune una “interrogazione presentata con estrema urgenza” e da inserire nell’ordine del giorno del consiglio comunale di questa sera, a firma dei consiglieri di minoranza Roberto Campagnolo, Rosanna Filippin, Paolo Retinò, Giulia Moro e Manuel Remonato.
Oggetto dell’interrogazione: “Iter realizzazione ecopiazzole a Bassano del Grappa”.
“Si ravvisano i presupposti di estrema urgenza - ha scritto all’Ufficio Protocollo del Comune il consigliere Roberto Campagnolo - rispetto alla necessità di condividere in sede istituzionale le recenti dichiarazioni su procedimenti in corso rilasciate dall’amministrazione comunale e da dirigenti di una società controllata, nella pubblica assemblea di quartiere XXV Aprile tenutasi il 24 sera a Bassano del Grappa.”
“Crediamo opportuno - continua Campagnolo nel testo della mail - che il consiglio comunale apprenda in sede istituzionale l’orientamento annunciato dall’amministrazione sui temi indicati che stanno coinvolgendo migliaia di cittadini bassanesi, in questi ultimi giorni in particolare.”
Il consiglio comunale è convocato per le ore 18.45.
A quell’ora i residenti dei due quartieri, circa una cinquantina di persone, sono già tutti, seduti e in piedi, uno vicino all’altro, all’interno della sala consiliare.
Una presenza che per tutto il tempo si rivelerà civile, discreta, mai sopra le righe.
Persino i cartelli di protesta che i cittadini si sono portati dietro vengono mostrati a favore di foto e telecamera, ma mai esibiti platealmente di fronte ai consiglieri.
Il consiglio comunale inizia in realtà alle 19.35, con ben cinquanta minuti di ritardo.
Per quasi tre quarti d’ora, infatti, nella sala Ferracina al piano superiore del municipio si svolge una riunione dell’ufficio di presidenza per discutere e decidere se inserire o meno all’ordine del giorno l’interrogazione sulle ecopiazzole presentata d’urgenza dai consiglieri di minoranza.
Alla fine l’interrogazione non viene accolta e pertanto viene cestinata, per opposizione della maggioranza.
5 voti favorevoli al suo inserimento nei lavori consiliari, espressi dai capigruppo di minoranza compresa Elena Pavan, e 5 contrari.
Il presidente del consiglio comunale Stefano Monegato si è astenuto: la richiesta non passa.
Motivazione: l’amministrazione non ha ancora ottenuto dagli uffici una risposta e non si ravvisa l’urgenza di rispondere. Niente da fare.
Rifiuto secco. Indifferenziato.
Poi i capigruppo ritornano finalmente in sala consiliare per l’inizio dei lavori, la notizia del diniego alla richiesta di interrogazione viene appresa in tempo reale e tra le file dei cittadini presenti comincia a serpeggiare il malumore che porterà alla fine ad un esito inaspettato.
Il consigliere di minoranza Riccardo Poletto, presentando una delle interrogazioni all’ordine del giorno, esordisce così:
“Mi rammarico che la maggioranza non abbia colto l’opportunità di inserire l’interrogazione sulle ecopiazzole che avrebbe chiarito almeno in parte le contraddizioni fin qui emerse sulla questione.”
Poi il consiglio prosegue regolarmente con gli interventi dei consiglieri e le repliche della giunta per le interrogazioni su argomenti come i finanziamenti da destinare alle scuole cittadine, l’avvio degli Ambiti Territoriali Sociali, la situazione dei bagni pubblici.
I residenti di San Vito e del XXV Aprile sono ancora lì, spettatori di un consiglio comunale che sta affrontando temi che non li riguardano direttamente.
Ma poco dopo le ore 20, succede qualcosa.
Io sono seduto davanti ai cittadini, nel solito scranno riservato alla stampa, e dietro di me comincio a sentire dei brusii e vari conciliaboli a bassa voce. Tira aria di qualcosa che sta per accadere.
E quel qualcosa accade: a un certo momento i cittadini si alzano, girano le loro sedie e voltano tutti le spalle al consiglio comunale.
In quel momento si sta trattando l’interrogazione sui bagni pubblici, ma tutta l’attenzione di noi cronisti si sposta inevitabilmente su questo improvviso sciopero della fiducia nei confronti dell’amministrazione comunale.
Non è la protesta di un attimo: i cittadini rimangono fermi così, con le spalle rivolte all’assemblea civica, mentre dai banchi di giunta e maggioranza ciò che sta accadendo viene osservato con imbarazzata sorpresa.
L’inedita e a suo modo spettacolare protesta silenziosa avviene proprio nel momento in cui sta parlando in risposta ad una delle interrogazioni l’attuale assessore ai Lavori Pubblici Andrea Viero, che però nella precedente amministrazione era l’assessore all’Urbanistica e all’Ambiente ed è pertanto ritenuto il primo responsabile politico della decisione di collocare le due ecopiazzole in quartiere XXV Aprile e in quartiere San Vito.
Tra i partecipanti al collettivo voltafaccia c’è anche l’ex consigliera comunale Ilaria Brunelli, che è una residente di quartiere San Vito.
“Il consiglio comunale ha voltato le spalle alla discussione democratica - mi dirà più tardi la Brunelli - e noi abbiamo voltato le spalle al consiglio.”
A un certo punto il sindaco Nicola Finco, di fronte alla reiterata esibizione delle terga da parte dei cittadini e probabilmente anche innervosito dall’incessante movimento dei tre giornalisti che continuano a fotografare e a riprendere l’incredibile scena (oltre al sottoscritto, i due colleghi Marco Milioni di Vicenza Today ed Emanuele Borsatto di TVA Bassano Notizie), pronuncia le seguenti eleganti parole:
“Ma semo alla sagra de paese?”.
Lo dice a microfono spento, ma la frase viene chiaramente percepita dalle orecchie del vostro umile cronista, che nonostante l’età ha ancora un ottimo udito.
Immediatamente dopo l’uscita del sindaco, il presidente del consiglio comunale Stefano Monegato accende il microfono e invita i cittadini a “portare rispetto per il consiglio comunale”.
E i cittadini fino a quel momento voltati di spalle, per tutta risposta, escono dalla sala consiliare e se ne vanno via.
Termina così la più clamorosa protesta civile mai messa in atto all’interno del consiglio comunale, almeno - per quanto posso testimoniare io - negli ultimi quattro decenni.
Come scrivo spesso e volentieri: “Ho visto cose.”
Ma una cosa così non l’avevo ancora vista e mai mi sarei immaginato di vederla, nel tempio del dibattito politico e del confronto civico di Bassano del Grappa.
La conclusione dell’ammutinamento silenzioso dei residenti dei quartieri San Vito e XXV Aprile avviene poco prima dell’interrogazione del consigliere di maggioranza Gianluca Pietrosante sulla sicurezza e sulla Polizia Locale, altro tema bollente di attualità per il quale ho riservato ulteriori pagine del mio bloc notes.
Ma anche qui si verificherà una situazione ai confini della realtà, che vi racconterò nel mio prossimo pezzo.
Ci sarà poi un gran finale di consiglio comunale ancora più pirotecnico, e pure a suo modo incredibile, con protagonista assoluto il sindaco Finco, che mi costringerà a scrivere ancora un terzo articolo.
Questo è quello che è successo a Bassano del Grappa la sera del 26 settembre 2024, giornata storica in tutti i sensi.
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