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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Canale YouTube
Ecco il tubo di fuoriuscita del canale di via Morelli dove è stata rilevata la più alta concentrazione di Pfas a San Michele. Intervengono intanto i consiglieri di minoranza: “Analisi non ancora rese disponibili dall’amministrazione comunale”
Pubblicato il 07-08-2024
Visto 15.717 volte
Via Morelli a San Michele è una laterale della via principale, la Strada Provinciale 72, quella che conduce in direzione dell’Altopiano di Asiago.
Poco più avanti, girando sempre a destra provenendo da Bassano, si imbocca invece via Pascolara, quella che porta all’Oasi Gemma e, di fronte a quest’ultima, alla recinzione chiusa dell’ex discarica Pascolara.
Entrambi siti noti, e da lunghi anni, ai nostri archivi giornalistici.

Foto Alessandro Tich
Via Morelli, assai meno conosciuta al grande pubblico, è invece una strada breve, senza uscita, che si conclude dopo poche decine di metri su un piazzale.
Su un lato si erge una breve fila di piccole fabbriche, sull’altro si estende quel paesaggio di campagna collinare che caratterizza la frazione bassanese.
È qui, a ridosso dell’unica curva di via Morelli, che è ubicato il punto più critico della presenza di Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) rilevata dall’Arpav nelle acque superficiali di San Michele. Ribadisco “acque superficiali”: la rete dell’acquedotto e la falda acquifera sono fortunatamente immuni dal problema.
Non è facile scorgere quel punto a prima vista perché è seminascosto, non visibile dal fronte strada.
Bisogna allungare un po’ gli occhi per notare il piccolo canale che scorre un po’ più in basso e, fatti un paio di passi sull’argine erboso, girare lo sguardo.
Ecco che compare la nuova foto da cartolina di Bassano del Grappa: il tubo di fuoriuscita del canale che è parzialmente tombinato e che in questo punto sbuca all’aria aperta, defluendo in scarico continuo da quel tunnel di percorrenza.
È su questa linea idrica che viaggia - a quanto pare ormai da decenni - la contaminazione da perfluoroalchilici ed è in questo ameno e isolato angolino di campagna urbana che è stata rilevata una concentrazione di Pfas nell’acqua “di qualche centinaio di nanogrammi per litro”, come ha riferito l’assessore all’Ambiente Andrea Viero nell’ultimo consiglio comunale dello scorso 30 luglio, promettendo di rendere pubblici e disponibili gli esiti delle ultime rilevazioni a San Michele entro pochi giorni.
Questo di via Morelli è un tratto di acqua superficiale da cui sarebbe meglio stare alla larga, se non altro per precauzione, evitando anche di attingervi acqua per annaffiare orti e giardini o per spegnere la sete di cani e di altri animali.
Ma non c’è nessun cartello, nessun avviso.
L’origine della contaminazione è ancora ignota, si trova da qualche parte oltre quel tubo da cui fuoriesce l’acqua della piccola roggia.
Gli abitanti di San Michele parlano di scarichi abusivi di rifiuti anomali negli anni che furono, troppo poco per risalire con certezza al peccato originale.
Da qui la proposta delle minoranze di istituire una commissione consiliare d’indagine per audire le persone informate sui fatti, nel tentativo di individuare la genesi del problema e provvedere a una definitiva bonifica alla fonte dal momento che, una volta rilasciati nell’ambiente, i Pfas sono elementi indistruttibili.
Nel frattempo non potevo continuare a scrivere di Pfas a San Michele senza constatare di persona la scena del crimine ambientale.
Riparto da via Morelli dopo aver scattato qualche foto di questo rivolo, apparentemente innocuo e parzialmente interrato, che fuoriesce in stile canale YouTube dalla sua sede intubata.
Fine del giro turistico.
Ma intanto, egregi lettori, “gli inquinanti non vanno in ferie”.
È quanto sottolineano in un comunicato i consiglieri comunali di opposizione
(Roberto Campagnolo, Rossana Filippin, Paolo Retinò, Riccardo Poletto, Giulia Moro Manuel Remonato, Gianni Zen), i quali dichiarano che “i cittadini devono essere informati immediatamente sullo stato di salute del nostro territorio”.
La nota stampa parte dall’ultimo consiglio del 30 luglio nel quale, rispondendo all’interrogazione sull’argomento presentata dalle minoranze, “l’assessore Viero ha affermato di aver ricevuto le analisi Arpav il giorno prima del consiglio comunale e che le stesse evidenziano la presenza di sostanze Pfas al di sopra dei limiti previsti dalla normativa nei punti di prelievo di San Michele”.
Viero ha inoltre confermato “che le analisi risalgono al mese di aprile scorso” e ha assicurato che “entro qualche giorno le avrebbe rese pubbliche”.
“Ad oggi, nonostante una nostra specifica richiesta di accesso agli atti - informano però i consiglieri -, le analisi protocollate da Arpav presso il nostro Comune non sono ancora state rese disponibili dall’amministrazione comunale.”
“Come consiglieri di minoranza - proseguono i firmatari del comunicato - abbiamo chiesto all’amministrazione di agire tempestivamente con massima trasparenza per vietare l’uso delle acque superficiali nei punti dove sono state rilevate sostanze Pfas e di istituire immediatamente una commissione consigliare d’indagine così come previsto dall’articolo 16 dello Statuto comunale.”
“Abbiamo invece appreso con uno certo stupore a mezzo stampa e TV le dichiarazioni sul tema fatte dal sindaco Nicola Finco - aggiungono le opposizioni -. Il sindaco rimanda il problema a settembre e annuncia la formazione di un tavolo tecnico chiuso con Arpav, Asl, Etra … Alla luce delle valutazioni che verranno fatte da questo tavolo il sindaco deciderà se istituire la commissione d’indagine in consiglio comunale e, sembrerebbe, se e come consigliare i cittadini residenti in quella zona sull’opportunità dell’utilizzo delle acque superficiali ad uso domestico.”
“Francamente non capiamo la “prudenza” del sindaco - aggiungono-. Prudenza che se mai, visti i dati di Arpav che lui ha letto, dovrebbe andare subito verso i cittadini per invitarli a non usare l’acqua superficiale di canali e pozzi nella zona contaminata.”
“Risulta altresì difficile da comprendere - incalzano gli scriventi - come mai dopo 4 mesi le analisi fatte a San Michele da Arpav nel mese di aprile scorso, dopo l’ennesima presa di posizione dei consiglieri di minoranza ad inizio 2024, non siano ancora pubbliche.”
“Come consiglieri comunali e come cittadini - afferma la nota - chiediamo al sindaco di convocare oggi stesso il tavolo tecnico per trovare l’ennesima conferma della presenza di Pfas a San Michele e di comunicare da subito l’atteggiamento che i cittadini devono tenere: possono o no usare le acque superficiali in quella zona per usi domestici come annaffiare orti o abbeverare animali? Noi pensiamo di no.”
Da qui l’annuncio conclusivo delle minoranze che hanno deciso di organizzare un incontro informativo nelle prossime settimane direttamente a San Michele, i cui dettagli saranno resi noti prossimi giorni.
“Inviteremo anche il sindaco a spiegare la sua posizione e ad ascoltare esperti, amministratori e soprattutto cittadini perché siamo certi che i Pfas non vanno in ferie e conoscerli per evitarli fa bene alla salute.”
Staremo a vedere. Al netto delle visioni politiche di opposizioni ed amministrazione, si tratta di un problema che non va sottovalutato a prescindere, proprio per la persistenza dei perfluoroalchilici nei corsi d’acqua in cui trovano sventuratamente casa.
Anche perché San Michele non è Mont-Saint-Michel, dove l’acqua sparisce ogni 6 ore.
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