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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
La prova del Cogo
Ecopiazzola di via Cogo a San Vito: partiti oggi i lavori di carotaggio per la verifica del rischio bellico del terreno a cura di Etra. Residenti arrabbiati, all’operazione sovrintende una pattuglia della Polizia
Pubblicato il 06-08-2024
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“Sono arrivati i giornalisti.”
Un rappresentante di Etra Spa annuncia la lieta novella (si fa per dire) al suo quartier generale, con cui è collegato al telefono.
Non ci siamo solo noi, soliti cronisti ficcanaso. Ci sono anche alcuni residenti che assistono alla scena e i rappresentanti del consiglio di quartiere.
Foto Alessandro Tich
Siamo in quartiere San Vito a Bassano, tra via Cogo e via Monte Pertica, davanti all’area verde di sgambamento per i cani dove dovrebbe sorgere la nuova ecopiazzola di Etra con compattatore per i rifiuti, alias press container, contestata dai residenti stessi.
È appena di ieri pomeriggio il comunicato stampa del sindaco Nicola Finco che annuncia l’intenzione della sua amministrazione di “voler fare il possibile per fermare l’installazione” e cercare di spostarla “su uno spazio idoneo all’interno dell’ex Caserma Fincato”.
Ed è di questa mattina la partenza delle danze in via Cogo con l’operazione preliminare all’intervento: la verifica del rischio bellico dell’area interessata dal progetto, con la ricerca dell’eventuale presenza di ordigni sotto il terreno dopo alcune “anomalie” riscontrate superficialmente col metal detector.
Ma la scena che si presenta ai nostri occhi, verso le 10.30, è la seguente: un grande autoarticolato con la scritta “convoi exceptionel” (carico eccezionale) fermo davanti all’entrata dell’area di cantiere, con l’escavatrice per i carotaggi del terreno posizionata sul traino in attesa di essere scaricata per lavorare.
Per circa un’ora, però, sul Tir e nel cantiere non si muove foglia.
La presenza della gente, civilmente convenuta in modalità non proprio amichevole, evidentemente sconsiglia di fare passi affrettati.
I residenti che assistono alla scena sono molto arrabbiati. Sul posto c’è anche una pattuglia del Commissariato di P.S. di Bassano del Grappa, con due agenti, che sovrintende all’operazione. È stata chiamata dagli stessi cittadini.
Nonostante le dichiarazioni di ieri del sindaco Nicola Finco che ha assicurato di voler spostare l’ecopiazzola all’interno dell’ex Caserma Fincato, gli abitanti del rione considerano l’avvio della verifica del rischio bellico dell’area di sgambamento cani come un semaforo verde per la realizzazione vera e propria del press container per i rifiuti.
Un residente in particolare, Marco Pellanda, in mancanza di rappresentanti dell’amministrazione comunale intavola una veemente discussione con un giovane tecnico del Comune che cerca gentilmente di spiegargli che lui sta solo facendo il suo lavoro e che arriva da Malo e pertanto “non conosce le dinamiche bassanesi”.
“Se fate entrare la ruspa noi ci opporremo all’entrata con i nostri corpi”, minaccia il residente. Cosa impossibile da fare, e in effetti non sarà fatta, perché in caso di blocco della macchina operatrice i cittadini sarebbero passibili di denuncia.
“Abbiamo diritto che venga rispettata questa piccolissima zona verde che abbiamo - dichiara poi Pellanda ai giornalisti presenti -. C’è stata una iniziativa popolare, abbiamo raccolto 700 firme, abbiamo fatto un ricorso al Tar e sembra che tutto non valga per cavilli burocratici. Si può entrare, possono iniziare a fare il carotaggio per vedere se ci sono bombe sotto.”
“C’è l’ammissione da parte dei pubblici amministratori in capo al sindaco attuale Finco che hanno detto che l’ecopiazzola non si farà qui ma si sposterà alla ex Caserma Fincato - continua -. Quindi perché fare tutte queste iniziative?”.
Pellanda spiega anche il perché della presenza della Polizia:
“Perché abbiamo telefonato, abbiamo richiesto l’intervento di qualcuno che possa impedire che venga fatto questo inizio lavori che non è previsto. Per noi non è valido, non lo vogliamo.”
Di tutt’altro avviso è il nuovo presidente del consiglio di quartiere San Vito, in carica dallo scorso mese di luglio, Franco Antonello.
“Noi ieri sera abbiamo ricevuto una lettera da parte del sindaco nella quale diceva che l’opinione del Comune è quella di voler portare l’area alla Fincato - dichiara -. Solo che devono fare la bonifica in questo sito qua per portare avanti i lavori e la bonifica la faranno anche alla Fincato, da quello che mi ha detto il sindaco.”
“Sono lavori di bonifica bellica, oggi fanno solo la bonifica e stanno qua fino a venerdì - prosegue Antonello -. Scavano un po’ e dopo vedono.”
Chiedo al presidente del quartiere se secondo lui questa può essere una partenza dei lavori veri e propri qui a San Vito.
“No. Questo qua è solo un sondaggio”, mi risponde e ribadisce: “C’è l’impegno da parte del Comune di spostare l’area dei compattatori all’ex Caserma Fincato.”
Non manca all’appuntamento, anche perché abita proprio a ridosso dell’area interessata dai carotaggi, il residente Giovanni Sponza che parla anche a nome dei promotori della raccolta firme e del ricorso al Tar contro l’intervento di Etra.
“Dopo il ricorso al Tar, la raccolta delle firme, la lettera del sindaco Pavan che congelava la delibera e la diffida all’amministrazione del nostro avvocato che, visto il ricorso al Tar, chiede di non iniziare i lavori qui dentro - sono le sue parole -, vengono iniziati dei lavori che pare che siano ammissibili, nel senso che riguardano solo la verifica dell’eventuale presenza di ordigni bellici.”
Chiedo anche a Sponza se questo intervento preliminare venga considerato come una partenza vera e propria dei lavori.
“Per quanto riguarda il nostro avvocato, sì - replica -. Per lui è un inizio lavori e dice di fare riferimento alla lettera del sindaco Pavan che congelava di fatto la delibera. Purtroppo qui viene ignorata la lettera di Pavan.”
A questo punto, gli chiedo lumi sulla lettera di Elena Pavan.
“La Pavan - mi spiega Giovanni Sponza - ha risposto ai 700 firmatari dicendo che prende in considerazione le loro istanze, che congela comunque la delibera e che si aspetta che i 700 firmatari si riuniscano col comitato di quartiere, facciano delle eventuali votazioni per quanto riguarda la perdita della raccolta porta a porta, l’occupazione dell’area verde come ecopiazzola e la perdita di quote di aree verdi, dopodiché l’amministrazione si sarebbe riservata di decidere cosa fare.”
“Quindi siamo fermi lì - conclude Sponza -. Ci dovrebbe essere un’assemblea di quartiere, che abbiamo sollecitato via Pec e sulla quale però non abbiamo ancora ricevuto risposta dal consiglio di quartiere.”
Interessante: nel comunicato stampa diffuso ieri sul caso ecopiazzola a San Vito, il sindaco Nicola Finco afferma che “oggi scopriamo che la realtà è ben diversa” e che da parte di chi lo ha preceduto “a parte una semplice lettera trasmessa lo scorso 3 giugno, nessun tipo di documento ufficiale è pervenuto all’ente di gestione dei rifiuti e al consiglio di bacino, così come nessun atto amministrativo è stato prodotto per bloccare l’opera.”
Se ciò corrisponde a verità, Finco dovrebbe tirare le orecchie anche all’assessore all’Ambiente della precedente amministrazione, competente per delega sulla questione. Ma non può farlo, perché si tratta del riconfermato assessore all’Ambiente, nonché suo braccio destro, Andrea Viero.
Ma ritorniamo, per concludere, ai fatti di oggi, martedì 6 agosto 2024.
Dopo il lungo stallo della ruspa per scavare il terreno a scopo effettuazione dei carotaggi nell’area, caricata sul traino dell’autoarticolato per trasporti eccezionali, verso le 11.30 la situazione finalmente si sblocca.
Un operatore della ditta incaricata per conto di Etra entra nella cabina dell’escavatrice e dal Tir fa scendere la macchina operatrice all’interno dell’area di lavoro, già transennata.
Attorno a mezzogiorno avviene il rompete le righe: rappresentanti di Etra, tecnici del Comune, residenti e poliziotti rientrano nelle rispettive sedi.
Rimane in loco solo la ruspa, nuovamente ferma, in attesa di far partire finalmente motore e benna.
Dalla prova del Cogo per il momento è tutto, a voi la linea.
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