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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Saldi estivi

Due o tre cose sull’apertura “sottotraccia” della nuova mostra temporanea sulle artiste del ‘900 al Museo Civico di Bassano

Pubblicato il 03-08-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

A qualcuno piace caldo.
Inaugurare in questo periodo vacanziero e canicolare una esposizione d’arte al Museo Civico di Bassano è quanto di più coraggioso si possa immaginare.
Ma c’è tempo per prenderne visione: aperta al pubblico lo scorso 26 luglio, la mostra in questione sarà a disposizione dei visitatori fino al prossimo 20 ottobre.

Foto Alessandro Tich

Si tratta di una mostra temporanea, di quelle che vengono allestite per un certo numero di mesi nella sala del piano nobile del Museo, attigua alla stanza della collezione Tito Gobbi, dedicata alle esposizioni di opere del patrimonio museale solitamente non inserite nel percorso espositivo permanente.
E questa volta tocca a loro: a sei importanti artiste del Novecento, venete di nascita o di adozione, le cui opere di proprietà del Museo dialogano insieme per la prima volta nella mostra “Tra figurazione e astrazione. Artiste del ‘900 nelle collezioni del Museo Civico.”
Le opere esposte sono state donate in molti casi dalle artiste stesse in seguito ad eventi espositivi che le hanno viste protagoniste negli ultimi decenni del secolo scorso, anni in cui il Museo ha rivolto una particolare attenzione anche ai linguaggi e alle manifestazioni dell’arte contemporanea, senza trascurare l’espressività femminile.
Dominato visivamente dal grande arazzo “Scenario” di Renata Bonfanti, la regina bassanese della tessitura d’arte, l’allestimento propone inoltre le creazioni con varie tecniche di artiste del calibro di Marilla Battilana, Matelda Capisani, Bice Lazzari, Miranda Visonà e Fiore Brustolin Zaccarian.
Molte delle ricerche artistiche del secondo Novecento nascono dal dialettico rapporto tra il recupero della tradizione figurativa del passato e la tensione verso una nuova libertà espressiva che esplora i territori dell’astrazione.
È all’interno di questa doppia anima che si collocano i lavori delle artiste esposte, tra le quali spiccano Miranda Visonà, Renata Bonfanti e Bice Lazzari e in cui il “dualismo” tra l’arte figurativa e le sperimentazioni dell’astratto emerge in particolare nelle grafiche e dipinti di Matelda Capisani.
L’esposizione si presenta dunque come un’occasione unica per scoprire o riscoprire opere e artiste che uscendo dai depositi museali si propongono nuovamente alla pubblica ribalta.

Do volentieri notizia di questa nuova mostra al Museo Civico, pregevole nei contenuti, anche se la sua apertura è avvenuta “sottotraccia”, senza che da parte del Comune di Bassano del Grappa le sia stata data particolare importanza.
L’impressione è quella della narrazione, per usare un termine in voga oggi, di un evento non di prima scelta, un po’ da saldi estivi.
È vero: si tratta comunque del riallestimento temporaneo di una sala della Pinacoteca al primo piano che non è paragonabile, ad esempio, alle ben più ampie e articolate mostre temporanee organizzate nei due piani della Galleria Civica del Museo, l’ultima delle quali - “Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494 1615)” - si è conclusa pochi giorni fa con un bilancio complessivo di 34.605 visitatori tra le due sedi espositive di Bassano del Grappa e del Museo del Settecento di Ca’ Rezzonico a Venezia.
Ma in questo periodo estivo e ferragostano di cui è tipica la carenza di notizie di rilievo, una conferenza stampa di presentazione di “Tra figurazione e astrazione. Artiste del ‘900 nelle collezioni del Museo Civico” ci sarebbe stata bene.
Magari anche per sentire il pensiero del nuovo assessore alla Cultura Giada Pontarollo sul Museo Civico e sulle iniziative che la sua agenda amministrativa ritiene di portare avanti per l’attività museale.
E invece all’esposizione delle opere delle artiste del secolo scorso il Comune di Bassano ha dedicato solo un breve comunicato stampa di annuncio trasmesso in redazione, senza nemmeno tre o quattro righe di dichiarazione virgolettata dell’assessore alla Cultura medesimo.
Niente di più.
Peccato, perché la nuova referente politica della cultura comunale aveva già affidato la sua seguente dichiarazione al comunicato stampa sulla chiusura di “Rinascimento in bianco e nero”, dopo avere espresso il proprio orgoglio per “i riscontri positivi ottenuti dalla rassegna, dall’alto valore culturale e scientifico”:
“Per la nostra città è importante continuare a proporre iniziative di qualità, che contribuiscono alla promozione del territorio.”
Ma al di là di queste che suonano come parole di rito, come intende la nuova amministrazione comunale promuovere “iniziative di qualità”, degne del recente palmares di eventi e mostre della nostra istituzione museale?
Mi piacerebbe che l’atteso impegno politico e supporto amministrativo dell’assessore per la conferma degli standard culturali, didattici ed espositivi del Museo Civico di Bassano del Grappa sia figurazione, e non astrazione.

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