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Alessandro TichAlessandro Tich
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3 Sorelle per 3 Resistere

La rassegna Resistere, i negozi sfitti del centro, i commercianti snobbati dall’amministrazione, Bassano che muore: il clamoroso sfogo delle sorelle Manfrotto, titolari della Libreria Palazzo Roberti

Pubblicato il 07-06-2024
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3 Sorelle per 3 Resistere: non è il titolo di un film classico, tipo Sette Spose per Sette Fratelli.
È il riassunto di un incontro-intervista con le tre sorelle Manfrotto, Lorenza, Lavinia e Veronica, titolari della Libreria Palazzo Roberti in città.
Sta per iniziare una nuova edizione di Resistere, la rassegna letteraria di incontri con autori di chiara fama, organizzata dalla libreria e in programma dal 13 al 16 giugno prossimi. Non è questo il punto centrale dell’articolo, bensì il punto di partenza.

Veronica, Lavinia e Lorenza Manfrotto

Ma questo potrebbe anche essere un articolo a prima vista ingannevole.
Prendiamo infatti spunto da Resistere, una rassegna la cui importanza e rinomanza è ormai consolidata, organizzata da una libreria il cui prestigio è riconosciuto urbi et orbi e che nel 2022 è stata definita dal Financial Times nientemeno che “una delle migliori librerie del mondo”.
Ce ne sarebbe quanto basta, quindi, per scrivere un pezzo glorificante e celebrativo.
E invece non è così.
Con l’occasione della partenza dell’edizione 2024 della rassegna letteraria, che è stata chiamata Resistere dalle sue ideatrici “pensando che sia la risposta necessaria alle difficoltà e ai problemi, piccoli e grandi, che attraversano la nostra vita”, le tre Manfrotto Sisters lanciano un inatteso e clamoroso sfogo sulle difficoltà e i problemi che loro stesse avvertono nell’attuale situazione del centro storico di Bassano e del commercio che ne rappresenta la linfa vitale.
Ne conseguono tre diversi Resistere, ciascuno dei quali affrontato da una delle tre sorelle: la rassegna vera e propria, i negozi sfitti e il centro che si svuota, il rapporto tra i commercianti e l’amministrazione comunale.

Resistere 1: la rassegna.

Il senso dell’edizione 2024 di Resistere, di cui ci occuperemo in maniera più dettagliata nel canale “Cultura” di Bassanonet curato da Laura Vicenzi, ci viene anticipato da Lavinia Manfrotto.
“Siamo arrivati all’ottava edizione e ci siamo rese conto, analizzando le edizioni passate, che la gente aveva voglia di contenuti ed è su questo che ci siamo focalizzate - spiega Lavinia -. Abbiamo bisogno di essere rassicurati, è veramente un periodo di fragilità incredibile. Lo vediamo tra di noi e lo vediamo tra chi entra in libreria. Per cui abbiamo cercato di poter dare delle nuove vie da seguire, poter tracciare il cammino anche analizzando quanto di buono ci ha lasciato il passato.”
“Per cui, attraverso Francesco Costa e Claudia Parzani, analizzeremo qual è la situazione adesso per cercare di capire come siamo arrivati a questo punto - continua -. Ci sarà Mario Monti sul tema della crisi della democrazia mentre Edoardo Lombardi Vallauri ci parlerà di linguistica e cioè di quanto importanti siano le parole al giorno d’oggi e di come vengano interpretate male.”
“Csaba Dalla Zorza ci porterà la sua esperienza di donna di grandissimo successo che si è costruita assolutamente da sola - conclude Lavinia Manfrotto -. Con Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, affronteremo la parte tragica di quello che sta succedendo e che non riusciamo ancora a fermare. Insomma, abbiamo articolato il programma di Resistere per cercare nuove vie e anche un po’ di tranquillità, affinché queste voci di grandi personaggi ci rassicurino in qualche modo.”
A quanto pare però, la questione dell’“essere rassicurati su un periodo di fragilità incredibile” non si esaurisce nelle proposte della rassegna letteraria, ma si allarga anche ai temi della città.

Resistere 2: i negozi sfitti del centro.

Libreria Palazzo Roberti, come riconosciuto da tutti, è un autentico gioiello di commercio, di cultura e di ambiente architettonico messi assieme.
E in un Paese come il nostro in cui si legge molto poco (oltre il 60% degli italiani non legge neppure un libro all’anno), la libreria nello storico palazzo di via Jacopo Da Ponte continua ad essere premiata da un consistente flusso di clienti e di frequentatori.
Anche qui, come già espresso nel mio preambolo, ce ne sarebbe quanto basta per tracciare un riscontro positivo ed esaltante sul successo dell’impresa di famiglia.
E invece, a fronte dei negozi sfitti in centro storico con le vetrine vuote e contrassegnate dalle “rollate” di bambù verdi di Freak of Nature che compaiono anche nella stessa via della libreria, le sorelle Manfrotto fanno suonare il campanello di allarme sul presente e sul futuro del cuore della città.
“Siamo preoccupatissime e siamo anche angosciate - conferma Veronica Manfrotto -. L’intervento che ha fatto Romano Zanon sui negozi sfitti del centro al confronto tra candidati sindaci organizzato da Bassanonet in Sala Da Ponte ci ha toccato molto. È un problema che conosciamo bene, il centro storico lo vediamo tutti i giorni.”
“Spesso quando vengono ospiti anche da fuori, come gli autori che arrivano in libreria, trovano una città molto vivace dal punto di vista dei giovani, perché magari accompagnandoli a cena qua da Ottone vedono i bar pieni di ragazzi, che è una cosa bellissima che colpisce molto - aggiunge -. Poi però invece ci si accorge che i negozi sono veramente sfitti. E una città senza negozi è una città morta. Se non è morta adesso, lo sarà quando saranno chiusi gli ultimi.”
“Ci sono state delle chiusure importanti negli anni passati che hanno già cambiato un po’ la struttura commerciale di Bassano - dichiara Veronica -. Ci sono quelli che continuano a resistere e noi abbiamo la fortuna di essere ancora qua e di navigare ancora bene, ma senza gli altri non possiamo farcela neanche noi, non ce la può fare nessuno.”
“Al di là dei monumenti di una città e della bellezza del paesaggio, sono i negozi che fanno la differenza - prosegue -. Una città come Bassano attira per le bellezze e per la proposta commerciale che era stata fatta fino adesso, anche i locali che sono belli e vivaci, ma i negozi devono essere di qualità.”
“Nel confronto in Sala Da Ponte i candidati sindaci dicevano che bisognerebbe organizzare eventi per far venire gente a Bassano e farla conoscere. Gli eventi in realtà già si organizzano, noi lo facciamo da otto anni e facciamo una gran fatica a farlo. Fino adesso Resistere è stato in crescita per cui la gente lo apprezza. Sono quattro giorni di rassegna, ci dicono che fa venire gente anche nei ristoranti, nei bar e anche in qualche albergo.”
“Per cui la nostra iniziativa va in questo senso, ma non possiamo farcela da soli - rimarca Veronica Manfrotto -. E siamo preoccupate proprio per tutti gli altri nostri colleghi di Bassano che in modo o nell’altro stanno facendo una fatica terribile.”
È l’assist per l’intervento conclusivo della sorella Lorenza.
Pronti per il gran finale? E allora...via!

Resistere 3: l’amministrazione comunale.

“Le nostre speranze sono di un’amministrazione e di un sindaco che immediatamente dopo le elezioni si senta sindaco di tutti i bassanesi - afferma Lorenza Manfrotto nell’imminenza del voto comunale -. E soprattutto, per quel che riguarda i negozi, che si renda conto che i negozi sono il tessuto sociale.”
“Perché quando le persone vengono in centro, si sentono accolte, fanno le loro confidenze, si sentono riconosciute - specifica -. Mentre spesso da parte delle amministrazioni i commercianti vengono percepiti come una categoria fastidiosa, lamentosa, più un ostacolo che altro.”
Sottolinea Lorenza: “Noi ci auguriamo che il nuovo sindaco o la nuova sindaca si renda conto che deve essere una madre o un padre benevolo e attento, che gioisca dei successi dei suoi cittadini e si preoccupi delle difficoltà dei negozianti che hanno bisogno di essere visti.”
“Come ha detto Veronica, noi per il momento siamo forti e noi sorelle siamo in tre, per cui quando una è stanca o preoccupata ci sono le altre che la consolano, che la supportano. Ma noi ci mettiamo nei panni di quei piccoli negozi in cui c’è magari una sola persona che ha investito le proprie risorse, tempo e speranze in una attività e tutti i giorni apre la porta e spera che le cose vadano bene. Che ci sia un’amministrazione che entra in questi negozi, che li supporti e che non li veda come un ostacolo.”
Parte così il missile terra-terra:
“Nel nostro caso, noi facciamo una rassegna che è il culmine di un’attività di 365 giorni all’anno e succede che invece di godere di una cosa importante nata nel territorio, la si considera un po’ un ostacolo e qualcuno addirittura ti fa concorrenza, magari prendendo soggetti esterni, che si pagano per portare un’offerta. È avvilente.”
“Noi abbiamo dei bravissimi collaboratori che si prendono cura della libreria, perché nei primi mesi dell’anno noi siamo quasi totalmente dedicate a Resistere, che per noi è veramente un’impresa titanica - incalza la Sister terza intervistata -. Una di loro si prende la briga di accogliere gli autori e di portarli ad incontrare i ragazzi nelle scuole, cosa importantissima. Un’altra quella di organizzare il corso di scrittura, perché dicono che è importante. Siamo profondamente grate a tutti loro per questo. Lei si immagini se noi andassimo a chiamare qualcuno da fuori, pagandolo, per dimostrare che può farlo anche lui. I nostri collaboratori direbbero: ma l’anno prossimo perché lo devo fare, chi me lo fa fare?”.
In materia di “soggetti esterni che vengono pagati per portare un’offerta”, e nella fattispecie pagati dall’amministrazione comunale, Lorenza Manfrotto non li nomina.
Ma il riferimento a “La Milanesiana”, la rassegna itinerante con pacchetto tutto compreso di Elisabetta Sgarbi, quella dello show di Al Bano e di Vittorio Sgarbi dello scorso anno in Sala Da Ponte in città, per il modico prezzo di 22.000 euro a carico del Comune di Bassano, extra spesa per i permessi Siae, è evidente.

“Quindi quello che ci auspichiamo è che ci si renda conto che i negozi stanno chiudendo e noi siamo molto spaventate. La Cadore ha chiuso un negozio dopo 70 anni di attività”, si infervora Lorenza.
“Qualcuno dell’amministrazione è andato a sentire come mai Cadore ha chiuso? Sono pugni nello stomaco, sono colpi al cuore - commenta amareggiata -. Sono mai andati a chiedere: “Come mai Stefania, Teresa, avete chiuso? C’è qualcosa che possiamo fare?”. E ringraziarli per questi 70 anni di attività, qualcuno lo ha fatto dell’amministrazione? Non lo so, bisognerebbe chiederlo alle Cadore.”
“Ma io mi domando: se noi non siamo visti, quelli anche più piccoli di noi chi li vede? Chi entra nelle botteghe? Allora io credo che ci si debba domandare veramente che cosa fare, invece che fare catafalchi di ascensori che salgono dal parcheggio del Prato, per portare su chi? Abbiamo un parcheggio enorme qui alle Piazze per cui i disabili possono tranquillamente arrivare direttamente in città senza nemmeno un gradino, e voglio fargli l’ascensore per portare su chi, che trovano una città vuota se andiamo avanti così? Piuttosto quei soldi investili permettendo che il parcheggio sia gratuito per chi acquista un articolo in centro.”
“O la piazza ipogea? Abbiamo le piazze vuote, sono da riempire e da abbellire queste! E non un’altra piazza da pulire, da riempire e da sorvegliare - incalza la Lorenza furiosa -. Io spero che veramente ci si renda conto che se muore il commercio del centro di Bassano, muore la città. Ci vuole una testa, perché ognuno fa il proprio ma se non c’è chi dovrebbe riconoscerti che stai facendo la tua parte, siamo orfani. Noi non vogliamo più sentirci orfani di sindaco, di amministrazione. Vogliamo che ci sia riconosciuto lo sforzo che facciamo tutti giorni.”

“Attenzione però: non per tornare a casa la sera e chiederci “specchio delle mie brame chi è la più bella del reame”- è la parte conclusiva del lungo sfogo a mezzo stampa -. Sono troppi anni che noi facciamo questo mestiere in un ambiente in cui ci hanno insegnato quali sono i veri valori. A noi a questa cosa dello “specchio delle mie brame” non interessa. Quello per cui facciamo quello che facciamo tutti i giorni è aprire il portone, ogni mattina, per fare in modo che le persone possano venire dentro e trovarsi accolte, confortate, comprese.”
“Lei si immagini - affonda il coltello Lorenza Manfrotto - se continuano a chiudersi i negozi. Non resta più nulla, la città muore. Che si rendano conto che i commercianti non sono una categoria di ostacolo, che disturba e che brontola. Sono il tessuto sociale della città, specialmente per una città che invecchia.”
Insomma: Esistere e Resistere per non Desistere.

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