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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Teatro Verdi
Europa Verde Bassano, col candidato sindaco Paolo Retinò, rilancia l’ipotesi della Sala Da Ponte per il teatro cittadino. “È la scelta più sostenibile e sensata, serve un percorso partecipativo in un’ottica generale e integrata di città”
Pubblicato il 06-04-2024
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A Padova c’è il Teatro Verdi. Ma ce l’abbiamo anche a Bassano del Grappa.
Si tratta della Sala Da Ponte del Centro Giovanile, adibita a cinema e a teatro, di proprietà della Parrocchia di Santa Maria in Colle.
Secondo Europa Verde, che corre alle amministrative bassanesi nella coalizione che sostiene il candidato sindaco Paolo Retinò, si tratta della soluzione “più sostenibile e sensata” per ricavarne il nuovo teatro comunale, come confermato in una conferenza stampa convocata nel parcheggio della Sala Da Ponte medesima a cui intervengono la portavoce di Europa Verde Vicenza Gaia Bollini, il portavoce di Europa Verde Bassano Daniele Cuccarollo e lo stesso Retinò.
Come afferma un comunicato diffuso nell’occasione, Europa Verde Bassano “non condivide il sedicente percorso “partecipativo” avviato maldestramente dall’amministrazione Pavan a pochi mesi dalla fine del mandato elettorale”.
L’osservazione è ovviamente riferita ai due incontri pubblici tenutisi in sala Chilesotti per la presentazione, a cura della società ViTre Srl di Thiene incaricata allo scopo dal Comune, delle tre ipotesi per il Teatro cittadino contenute nel DOCFAP (Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali per la realizzazione di un Teatro comunale a Bassano), elaborato sull’unico riferimento delle indicazioni fornite dagli uffici di Operaestate.
Ricordo le tre ipotesi alternative per l’ennesima volta:
acquisto e sistemazione del Teatro Astra (21 milioni di euro);
costruzione ex novo di un teatro nell’area del parcheggio Le Piazze (16 milioni di euro);
costruzione ex novo di un teatro nell’area dell’ex caserma Cimberle Ferrari ovvero del cantiere dell’ex Polo Museale Santa Chiara (18 milioni di euro).
Bollini & Friends rimarcano al riguardo che “non si è coinvolta, né ascoltata la città e i dati forniti nei due incontri pubblici sono decisamente lacunosi”, con una mancanza di partecipazione “senza alcun passaggio cittadino preliminare o dibattito in merito”, presentando “tre soluzioni progettuali belle e pronte”.
I Verdi avanzano inoltre timori sulle cifre stimate: “È noto che durante il processo di progettazione e realizzazione le spese lievitino, e dallo studio di fattibilità alla progettazione definitiva i costi aumentano almeno del 30%.”
Da qui la preoccupazione su “quanto e come queste ipotesi possano, nel medio e lungo termine, pesare sulla collettività e sul bilancio comunale”.
“Tutto ciò conferma che non c’è e non c’è mai stata in questa amministrazione una visione sul futuro della città e dello sviluppo urbanistico, sociale, economico e culturale del centro storico - incalzano i “green” -. In cinque anni abbiamo visto una serie di proposte fantasiose e irrealizzabili (e irrealizzate per fortuna!) tra cui progettazioni costosissime che vedevano soluzioni improbabili e “a comparti stagni”, senza un ragionamento e una progettazione d’insieme, ma soprattutto senza una consultazione e un ascolto della città come primo passaggio necessario ed essenziale per intraprendere qualunque percorso progettuale.”
Ed ecco che esce fuori l’idea meravigliosa, peraltro già portata avanti a suo tempo dall’amministrazione Poletto:
“Perché non è stata presa in considerazione l’ipotesi di acquisire, ristrutturare e ampliare la Sala Jacopo Da Ponte e trasformare quella struttura in teatro cittadino?
È privata tanto quanto l’Astra. Come Europa Verde Bassano riteniamo che la scelta della Sala Da Ponte sia la più sostenibile e sensata. È già un teatro e può essere ampliato a 800 posti. Una riqualificazione e adeguamento sono già state oggetto di progetto preliminare (risalente alla scorsa amministrazione). Questo però nella rosa dei progetti non è stato minimamente preso in considerazione. Attenzione selettiva?”
“Un’analisi corretta - sostiene Europa Verde - dovrebbe inserire questa opzione nella rosa delle possibilità e fare uno studio serio dei costi di tutte le ipotesi progettuali. Altrimenti stiamo parlando del nulla. L’approccio proposto a un tema così importante, invece, pare proprio fondarsi sul nulla: di visione e di capacità di pensare lo sviluppo e il benessere di un territorio.”
Per EV, l’argomento non può essere limitato al teatro in sé ma va inserito “in un’ottica generale e integrata di città” ponendosi in confronto “con le categorie economiche, le associazioni, ma soprattutto con i cittadini e le cittadine” e avviando un percorso che “deve poggiare su una visione di insieme e sistemica”.
Parcheggi e viabilità:
“Cerchiamo di immaginare un teatro in piena attività come potrebbe appesantire la circolazione in Viale delle Fosse (soprattutto se venisse scelta l’ipotesi delle Piazze). Sfruttando in modo intelligente il parcheggio Cadorna e il parcheggio Gerosa (entrambi sottoutilizzati) non si potrebbe evitare un traffico che già oggi è insostenibile?”
“La partecipazione è un tema importante - dichiara il candidato sindaco Paolo Retinò -. Partecipare non significa comunicare alla città poco prima delle elezioni quali sono le possibilità. Partecipare per noi significa fare questo: inseriamo la quarta possibilità nel novero delle possibilità sul teatro di Bassano, quindi la Sala Da Ponte, e mettiamola insieme in un processo di partecipazione cittadina. Perché il teatro è un’opera che cambierà radicalmente l’assetto della nostra città.”
“Se c’è margine perché la Sala Da Ponte diventi, tramite acquisizione, il teatro cittadino, mettiamola nel campo e ragioniamoci su - rimarca Retinò -. Non fermiamoci a quanto precostituito e preconfezionato dall’amministrazione Pavan.”
I sostenitori del Teatro Verdi parlano già da amministratori in pectore:
“Nei primi sei mesi di amministrazione faremo un percorso “per e con” il territorio per stabilire quale possa essere la soluzione più sostenibile per il futuro teatro comunale della città di Bassano, valutandone tutti gli aspetti (e non solo quelli considerati fino ad ora), incluso il percorso da intraprendere e gli accordi da fare se l’acquisto riguardasse la Sala Da Ponte.”
“Nel percorso partecipativo - continuano - necessariamente prenderemo in considerazione tutti gli elementi determinanti per un rilancio dell’intero Centro Storico e delle aree limitrofe: area della Stazione, Piano Mar, piazzale Cadorna, traffico e viabilità, futuro del parcheggio Le Piazze e dell’ex Ospedale. Ecco di cosa vogliamo discutere con i cittadini e le cittadine: del futuro della nostra bella città.” “Dopo i primi sei mesi - concludono - partiremo con un progetto condiviso per un teatro cittadino veramente sostenibile, ma che sarà al contempo tassello di una visione molto più ampia.”
Chissà cosa ne pensa il nostro Don Andrea Guglielmi, che di Santa Maria in Colle è il parroco e quindi il primo rappresentante della proprietà della struttura.
Intanto sull’opzione Sala Da Ponte per il nuovo teatro cittadino si accende il semaforo Verde.
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