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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Zen O'Clock
Elezioni amministrative a Bassano: è l’ora di Gianni Zen. Il dirigente scolastico si è dimesso da presidente dell’Istituto Vescovile Graziani “per imminenti impegni in ambito politico”
Pubblicato il 19-02-2024
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Elezioni amministrative a Bassano del Grappa: è l’ora di Gianni Zen. It’s Zen o'clock.
La notizia del giorno arriva da un comunicato stampa che in realtà parla di un’altra notizia.
Il comunicato è stato trasmesso oggi dall’ufficio stampa della Diocesi di Vicenza ed annuncia: “L’Istituto Vescovile Graziani continua l’attività con un nuovo presidente”.

L’ormai ex presidente dell’Istituto Vescovile Graziani Gianni Zen
Ed è così, con un cambio della guardia alla presidenza del CdA dell’istituto paritario bassanese, che apprendiamo l’improvvisa novità di politica cittadina.
Come informa la nota stampa diocesana, venerdì scorso 16 febbraio il vescovo mons. Giuliano Brugnotto ha incontrato il Comitato Genitori, il Consiglio di Istituto e il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Vescovile Graziani “per annunciare la conclusione del servizio, in qualità di presidente, del prof. Gianni Zen”.
Il vescovo “ha espresso la sua gratitudine al prof. Gianni Zen per lo sforzo profuso nell’affrontare una stagione impegnativa dell’Istituto apportando una maggiore razionalizzazione nell’offerta formativa e, insieme al Consiglio di Amministrazione, definendo precisi criteri di sostenibilità”.
Mons. Brugnotto ha ringraziato anche il nuovo presidente dell’Istituto, prof. Diego Peron, “che, mantenendo l’attuale incarico di vicepreside al Quadri di Vicenza, si è reso disponibile ad accompagnare anche il Graziani”.
Ma la notizia vera contenuta nel comunicato è quella della motivazione che ha spronato il già dirigente scolastico a lasciare l’incarico: “il prof. Gianni Zen ha dato le dimissioni per imminenti impegni in ambito politico”. Bingo!
Era da giorni che in città girava la voce di un ritorno di fiamma dello storico preside del Liceo Brocchi nell’agone elettorale per le amministrative dopo che il suo nome, ancora lo scorso dicembre, era uscito sulla stampa quale candidato sindaco del centrosinistra, finendo poi regolarmente “bruciato” come tutti i nomi che escono troppo in anticipo.
Il comunicato della Diocesi ha fatto scoprire gli altarini e per prima cosa ho chiamato Gianni Zen per avere i primi e ulteriori riscontri sulla sua decisione, ma il telefono ha squillato a vuoto fino a perdersi nel nulla della segreteria telefonica.
Rispondendo poi a un mio messaggio WhatsApp, il presidente dimissionario del Graziani mi ha scritto che si trova fuori città e che “per la news sul Graziani il vescovo mi ha chiesto di gestire lui la notizia”. Io gli ho replicato che il comunicato parla di suoi “imminenti impegni in ambito politico” e che io avrei scritto comunque un articolo e lui mi ha risposto di “sentirmi libero” di scrivere. Cosa che, naturalmente, sto facendo.
Ma non una parola di più. Per usare una formula del gergo giornalistico, potremmo dire che in questo momento Zen si sta trincerando dietro un “prudente riserbo”, che però altro non è che la tacita conferma della sua volontà di scendere in campo.
Nella ancora confusa situazione pre-elettorale bassanese, coi candidati sindaci prodotti quasi in serie, col centrodestra che si guarda in cagnesco (vedasi il mio articolo precedente sulla replica del segretario cittadino della Lega Andrea Viero al Circolo di Bassano del Grappa di Fratelli d’Italia), con le fughe più o meno in avanti nel centrodestra medesimo e col centrosinistra già attrezzato da tempo allo scopo, c’è ancora un grande vuoto da colmare.
È quello della cosiddetta area di centro, in mezzo ai due opposti schieramenti - a cui guardano anche l’Italia Viva di Gianni Castellan e altre formazioni in “work in progress” come Azione oppure al momento non meglio definite come la nuova DC di Luigi D’Agrò -, rivolta alla tradizione moderata dell’elettorato bassanese.
Quella di Gianni Zen, uomo di riconosciuto equilibrio e di valori moderati, sarebbe la figura ricucita su misura per catalizzare la confluenza delle proposte centriste in una coalizione trasversale ovvero aliena alla logica politicamente conflittuale degli schieramenti.
Non solo: nel caso di un eventuale ballottaggio, per le sue caratteristiche di mediatore tra le parti Zen avrebbe le carte in regola per aggregare il centro con il centrosinistra di Roberto Campagnolo e di Paolo Retinò e persino, in un possibile impeto di moderatismo estremo, con la Forza Italia di Mariano Scotton.
Gettando così le basi per una non improbabile maggioranza bipartisan alla Cimatti-bis. Sempre che, ovviamente, il risultato del primo turno corrisponda alle attese e cioè che al ballottaggio, se non eletto alla prima tornata di voto, ci arrivi lui.
Ma non anticipiamo troppo i tempi e non voliamo troppo in alto: verrà presto il tempo in cui il già dirigente scolastico uscirà da quello che ho definito il suo “prudente riserbo” e ci dirà quello che vuole effettivamente fare.
Proprio ieri, facendo l’ennesimo punto della situazione elettorale a Bassano all’inizio dell’articolo “A Brunei”, dedicato all’intervento di commento della consigliera di maggioranza Ilaria Brunelli sulle elezioni 2024 in città, avevo scritto:
“Qualche ulteriore aspirante primo cittadino potrebbe scaturire dall’area di centro, magari ripescando qualche illustre escluso della prima ora.”
Pensavo proprio, pur non scrivendone il nome, a Gianni Zen.
Anche in questo caso non per chissà quali capacità di preveggenza, ma per un semplice calcolo delle probabilità.
E allora regolate gli orologi: it’s Zen o’clock.
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