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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Non ne POS più

Ilaria Brunelli & Friends lanciano una raccolta firme a sostegno di tre progetti di legge di iniziativa popolare sul diritto alla libertà di pagare in contanti, sul diritto all’autoproduzione del cibo e contro l’indottrinamento gender nelle scuole

Pubblicato il 23-01-2024
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Sì alla libertà di pagare in contanti e no alle coercizioni sui pagamenti elettronici con carta di credito o di debito. Per la serie: non ne POS più.
Ma anche sì alla libertà di autoprodurre il cibo per il consumo familiare. In più, stop all’indottrinamento gender nella scuola pubblica.
Sono gli argomenti dei tre progetti di legge di iniziativa popolare promossi dal Comitato Liberi in Veritate - Alleanza Antiglobalista, depositati in Cassazione lo scorso 22 novembre e concepiti, come affermano i promotori, “contro la società del controllo”.

Da sin.: Nicola Steccanella, Ilaria Brunelli, Davide Lovat, Piero Zancanaro, Ludovico Fulci in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

Come previsto dall’art. 71 della Costituzione, il popolo può esercitare l’iniziativa delle leggi mediante la proposta di un progetto di legge da parte di almeno 50.000 elettori.
Una volta raggiunte le 50.000 adesioni, la proposta viene trasmessa al Parlamento per la discussione e il voto.
La raccolta delle adesioni a sostegno delle tre proposte legislative partirà dal 1 febbraio in tutta Italia, con l’obiettivo obbligato di raggiungere la soglia numerica imposta dalla Costituzione entro sei mesi.
L’operazione raccolta-firme scatta anche nel territorio vicentino, coinvolgendo i Comuni - in ordine alfabetico - di Arzignano, Bassano del Grappa, Santorso, Schio e Thiene, con gazebo in piazza (primo gazebo a Bassano sabato 17 febbraio) e in occasione di varie serate di presentazione.
Ed è l’oggetto di una conferenza stampa che si svolge alla 5essenza in via Matteotti, convocata dalla consigliera comunale bassanese di maggioranza (capogruppo di #PavanSindaco, per la cronaca) Ilaria Brunelli.
Assieme a lei, altri sostenitori della mobilitazione: il primis Davide Lovat, responsabile regionale per il Veneto del Comitato Liberi in Veritate e primo firmatario dell’iniziativa.
E ancora il consigliere comunale di Arzignano Nicola Steccanella, il consigliere comunale di Schio e avvocato Piero Zancanaro e il generale in congedo della Guardia di Finanza Ludovico Fulci, dell’associazione Scire - Accademia delle Sinergie di Bassano del Grappa.
Lovat dichiara che le tre questioni affrontate dai progetti di legge, apparentemente slegate tra loro, sono in realtà unite dal filo conduttore del contrasto “alla deriva autoritaria e tecnocratica del periodo pandemico, che ha tutta l’aria di voler rimanere”.
E aggiunge: “Noi, per non dover rincorrere quando è tardi e quando le norme sono già passate nella legislazione, abbiamo preso queste iniziative che servono a giocare d’anticipo. La logica è quella di contrastare il passaggio dalla società della responsabilità, in cui abbiamo vissuto, alla società del controllo.”

E quindi adesso, egregi lettori, entriamo nel merito dei tre progetti di legge.
Partiamo col denaro contante.
Si propone di aggiungere all’art. 1277 del Codice Civile (Debito di somma di danaro) il seguente comma:
“L’estinzione delle obbligazioni pecuniarie può sempre avvenire mediante pagamento in denaro contante.”
“Sancisce il diritto perpetuo a poter pagare in contanti - spiega Davide Lovat -. È arrivato il momento di dire “fate pure tutti i tipi di pagamento che volete”, senza alcun tipo di atteggiamento conservatore nei confronti della tecnologia, ma non si deve togliere la libertà di pagare in contanti. Perché nessuno ti può impedire di scegliere come fare la spesa, quanto, quando e come spendere.”
“Per dire la verità, non c’è nessuno che si è alzato e ha detto “da domani non ci sarà più il contante” - interviene il referente di Scire Ludovico Fulci -. Però esiste il sospetto che l’orientamento sia verso una progressiva digitalizzazione completa della moneta. Precisiamo: la moneta è essenzialmente già adesso elettronica, sotto forma di riserve bancarie, di moneta bancaria, in futuro lo sarà anche sotto forma di moneta digitale di Banca Centrale e l’idea è proprio quella di creare banconote elettroniche tracciabili. E questo giro servirà progressivamente a far scomparire il contante.”
“Questo per noi è il momento propizio per dire “attenzione” - continua il generale della GdF in congedo -. L’eliminazione del contante è un pericolo e ce ne accorgiamo proprio adesso che viviamo un’era di crisi. Abbiamo visto cosa è successo a tante banche, qui in Veneto specialmente. Purtroppo esiste un monopolista del denaro ed è il sistema bancario. E al sistema bancario ciò che adesso dà fastidio è essenzialmente il contante. Il 5% della moneta circolante, oggi forse anche meno, è contante e tutto il resto è moneta elettronica. Pensate che cosa accade nel momento in cui succede una crisi bancaria e tutti quanti reclamano il proprio cash. Finché i banchieri stanno poco tranquilli, magari possiamo stare più tranquilli noi. Se invece li mettiamo nelle condizioni di muoversi in direzione opposta, quelli meno tranquilli saremo noi.”
“Difendere il contante vuol dire quindi difendere la disponibilità dei propri soldi - conclude Fulci -. Questo provvedimento di legge intende semplicemente dire che io mi posso liberare delle mie obbligazioni pecuniarie spendendo una somma in contanti, che in Europa è stata portata da 1000 a 5000 euro a partire dal 1 gennaio 2023.”

La seconda proposta di legge introduce all’articolo 44 (Sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali) del Titolo III (Rapporti economici) della Costituzione il seguente comma:
“Tutti i cittadini (…) hanno il diritto assoluto e irrinunciabile di coltivare la terra e di allevare gli animali sul suolo di proprietà, senza scopo di lucro, per il soddisfacimento dei bisogni alimentari propri e della propria famiglia.”
“Questa proposta non veniva capita all’inizio, ma in questi giorni con le proteste degli agricoltori spero che tutti i cittadini si rendano conto che abbiamo un problema - incalza Lovat -. Il problema lo abbiamo individuato nell’andare alla radice nel diritto naturale di prodursi il cibo, a scopo di autosostentamento, per sé e per la propria famiglia.”
“Qualcuno - prosegue - può chiedere: ma chi può mettere sotto minaccia questo diritto? Andate a chiederlo adesso agli agricoltori, che si stanno lamentando per tante cose, ma alcune sono clamorose: la limitazione delle sementi coltivabili, le limitazioni sulla quantità e qualità di quello che si va a produrre.”
“Oggi abbiamo l’Emilia Romagna che offre degli incentivi in denaro pubblico agli agricoltori per non coltivare la terra - aggiunge il primo firmatario -. Questo è andare verso la società del controllo: prima controllo cosa spendi e poi addirittura cosa mangi.”
Concorda con lui il consigliere di Schio Piero Zancanaro:
“La direzione in cui stiamo andando ha tutto l’aspetto di una produzione alimentare che sarà nelle mani di poche multinazionali. Il nostro principio non è solo riaffermare un diritto fondamentale per l’uomo, ma è anche un principio che ci garantisce da future limitazioni.”

E arriviamo al terzo e certamente più spinoso progetto di legge che va a toccare i massimi sistemi delle sensibilità individuali: quello che propone lo stop all’indottrinamento gender nelle scuole.
I promotori spiegano che si tratta delle scuole pubbliche, anche se nel testo non viene specificato.
La proposta introduce all’art. 30 (Doveri e diritti dei genitori) del Titolo II (Rapporti etico-sociali) della Costituzione il seguente comma:
“Le scelte relative all’educazione e all’istruzione dei figli minori in ambito religioso, morale, scientifico, sanitario, politico e affettivo-sessuale spettano in ultima istanza al padre e alla madre, i quali pertanto potranno sempre negare il proprio consenso all’insegnamento della struttura scolastica di teorie contrastanti con i loro principi e convinzioni morali.”
“Chiediamo lo stop all’ideologia di genere e all’indottrinamento di genere dei bambini nella scuola pubblica - asserisce Lovat -. Perché l’ideologia di genere, per chi la conosce e la studia, non ha nulla a che fare con i diritti civili della comunità Lgbt. È un altro il fine dell’ideologia di genere ed è quello di sovvertire l’antropologia che sta alla base della nostra civiltà, rompendo l’alleanza antropologica fondamentale tra maschio e femmina. Con lo scopo finale di controllare e privatizzare anche la riproduzione. Nella società del controllo si vuole arrivare a far sì che le persone siamo sottoposte alla tecnologia dalla nascita: fecondazione artificiale, fecondazione in vitro, in prospettiva addirittura l’ectogenesi e cioè l’utero artificiale.”
“Ecco, contro questa ideologia mostruosa che è il mondialismo noi ci alziamo in piedi e combattiamo - conclude il promotore -. Questo per dare il senso delle tre iniziative di legge, che se troveranno risposta e favore nella cittadinanza, avranno poi un seguito con altre iniziative che sono in fase di incubazione.”

“Non chiamateci complottisti”, precisa subito il consigliere comunale di Arzignano Nicola Steccanella.
Il quale aggiunge: “Il nostro è un ruolo di amministratori locali che hanno l’opportunità di divulgare e rendere consapevoli i nostri cittadini di quello che sta succedendo. I giornali e i telegiornali ci portano le notizie a senso unico. Il nostro ruolo è uscire e dire che possiamo ancora combattere, portare fuori la verità, far capire alle persone che c’è ancora una speranza.”
“Non ci fanno paura le nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, ma le mani che ci sono dietro - rimarca Steccanella -. Possiamo ancora portare al cambiamento.”
Gli fa eco Ilaria Brunelli: “Troppo spesso gli amministratori comunali, che sono la prima forma di rappresentanza dei cittadini, non sono consapevoli di questo ruolo, pensando invece di essere l’ultimo organo del meccanismo delle leggi statali.”
“Non è questo il nostro ruolo, dobbiamo invece stare sempre all’erta per difendere i diritti dei cittadini, anche quando questi vengono messi in dubbio”, prosegue.
La Brunelli sottolinea come la tutela dei diritti considerati dai tre progetti di legge possa essere garantita anche con i semplici atti comunali:
“Se metti delle colonnine per il parcheggio che accettano solo il pagamento elettronico, come ha fatto un’Ulss del Veneto, tu favorisci la digitalizzazione del denaro e l’eliminazione del contante - afferma la consigliera bassanese -. Se nella scuola pubblica ci sono azioni di indottrinamento, puoi agevolare le scuole paritarie per colmare una stortura del servizio pubblico.”
“Parlare di certi temi è difficile ancora oggi, lo so bene da quando hanno chiesto la mia testa per le mie posizioni sul Green Pass - conclude la capogruppo di #PavanSindaco -. È qui che cominci a dimostrare di essere un amministratore coraggioso e che porti avanti cose concrete.”
E tutti vissero felici e contanti.

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