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Alessandro TichAlessandro Tich
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Teatro a due Piazze

Intervista a Loris Parise, fondatore di Operaestate Festival, firmatario nel 2016 di un primo progetto di Teatro nell’area del parcheggio Le Piazze. “Le Piazze collocazione ideale, vicina alla stazione. Bassano ha bisogno del territorio.”

Pubblicato il 16-01-2024
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Un Teatro da costruire ex novo nell’area del parcheggio Le Piazze?
Come noto, è una delle tre opzioni per la realizzazione di un Teatro Comunale a Bassano, presentate venerdì scorso in sala Chilesotti nell’incontro pubblico con i referenti di ViTre Srl, la società incaricata dall’amministrazione comunale di elaborare il Documento di Fattibilità delle alternative progettuali per il Teatro cittadino.
Si tratta di un’idea da valutare con attenzione, come le altre due. Ma non è un’idea originale.

Loris Parise (foto Alessandro Tich)

Esiste già infatti un primo progetto di un Teatro da costruire ex novo nell’area del parcheggio Le Piazze. Risale addirittura al 2016, secondo anno dell’amministrazione Poletto.
Chi lo ha progettato non è un architetto né un ingegnere, ma un uomo di spettacolo: Loris Parise, storico fondatore di Operaestate Festival quando ancora la manifestazione, nata come stagione lirica estiva e poi allargatasi alle altre arti performative, aveva sede a Rossano Veneto.
Parise, a suo modo, è un personaggio unico e la sua vita si è sempre svolta su due binari paralleli.
Il primo è stato quello della sua attività di imprenditore, con varie fabbriche nel settore della metallurgia.
Il secondo, quello della sua grande passione per il teatro e gli spettacoli.
Lo incontro nel suo “regno” di Mottinello di Rossano Veneto, dove negli anni che furono aveva organizzato in piazza e in Villa una serie di eventi di spettacolo, embrione di quello che sarebbe stato il futuro Operaestate.
È qui che Loris Parise abita, anche se, per poche decine di metri, nella parte di Mottinello che ricade sotto il Comune di Galliera Veneta.
Il suo computer conserva ancora tutti i rendering - che ripubblichiamo in parte nella galleria fotografica in calce a questo articolo - del “suo Teatro” al parcheggio Le Piazze che aveva pubblicamente presentato nel marzo del 2016 all’hotel Belvedere, affiancato dall’architetto Antonio Tonietto e dal designer Sergio Bigolin, che avevano collaborato con lui nella redazione del progetto.
A quell’incontro pubblico era presente anche Bassanonet ed è da qui che partiamo.

Quello ideato da Parise è il progetto di una grande struttura, di un Teatro a due Piazze.
Non un “Teatro cittadino”, ma un Teatro di comprensorio allargato.
O, se preferite, un Teatro di Area Vasta, per usare un termine in voga qualche anno fa. Non a caso, sull’intestazione del progetto cartaceo, compare la dicitura “Progetto per un Teatro dell’Area Pedemontana-Esagono”.
L’area di riferimento era cioè quella dello storico progetto di promozione turistica Esagono, compresa fra i sei poli di Bassano del Grappa, Marostica, Castelfranco Veneto, Asolo, Cittadella e Possagno.
Se realizzato, sarebbe stato il teatro più grande del Veneto, in grado di ospitare fino a 1650 spettatori a capienza piena, suddivisi tra platea, due gallerie e due barcacce laterali.
Ma con una struttura “modulabile” a seconda del numero dei biglietti che si vogliono vendere, grazie a un sistema di paratie mobili con cui la capienza può essere ridotta fino a 500 posti a sedere.
Qualche altro dato? Superficie di 81 metri di lunghezza x 55 di larghezza, pari ad oltre 4000 metri quadri; una torre scenica alta 27 metri; una fossa tecnica capace di accogliere fino a 85 orchestrali; un palcoscenico di 22 metri per lato.
E ancora - tra le altre cose - un foyer con ristorante, biglietteria, shop e guardaroba, ingresso per il pubblico da via Chilesotti e ingresso per il carico e scarico dei camion di servizio da via De Blasi.
Vantaggi logistici: la vicinanza alla stazione ferroviaria, la disponibilità di parcheggi (anche se un Teatro di queste dimensioni toglierebbe circa la metà degli attuali posti auto delle Piazze), ubicazione su un’area che è già di proprietà del Comune e non presenta ostacoli per la costruzione della struttura.
Ma perché un Teatro così grande e dotato di così tanti posti, con un quadro economico dell’intervento (ma erano i prezzi di mercato di otto anni fa) che era stato stimato con computo metrico in 11 milioni di euro per la versione più economica con accessori ridotti e in 13 milioni per quella meno economica, con possibilità di costruirlo per gradi, in modo da poter gestire al meglio le spese di realizzazione?
Lo aveva spiegato lo stesso ideatore, presentando al Belvedere quello che doveva essere “un progetto popolare e un Teatro per la collettività, a prezzi accessibili”:
“Più posti ci sono, meno costa il biglietto.”
Così parlò Parise nel 2016. Cosa può dirci adesso, nel 2024?

Loris Parise, perché un Teatro al parcheggio Le Piazze?
Prima di tutto, non per il fatto di avere un parcheggio ma per il fatto di avere una stazione ferroviaria, un punto di collegamento. Poiché Bassano non è più la Bassano dei tempi floridi, bisognava pensare a un Teatro che avesse la funzione di recuperare pubblico e di dare a Bassano un emblema positivo, da città vera e propria.

Quello del suo progetto è un Teatro importante, perché a capienza piena sono oltre 1600 posti. È una capienza per Bassano?
Sì, perché Bassano ha bisogno del territorio. Quindi ha bisogno di vendere i biglietti a buon mercato per attrarre il pubblico anche da fuori e ricostituirlo. Pensi solo alla ferrovia da Trento a Bassano. Basta fare la pubblicità degli spettacoli in tutti i paesi che ci sono fino ad arrivare a Trento, come abbiamo già fatto a suo tempo con Operafestival. Adesso c’è anche la Pedemontana e se qualcuno vuol venire anche da Treviso, prende l’auto e arriva a Bassano. Cittadella ha la sua stazione, Castelfranco ha la sua stazione: Bassano si trova in punto strategico.

Mi colpisce infatti che sul suo progetto non c’è scritto “Teatro di Bassano” ma c’è scritto “Teatro dell’Area Pedemontana-Esagono”…
Sì, questa è stata la mia logica di progettare un Teatro. Un nuovo Teatro per un territorio allargato. Anche perché l’Astra era ormai in condizioni pessime, come è anche adesso che vogliono anche venderlo.

Ma è vera la storia che le avevano offerto di comprare l’Astra?
Sì. Un giorno mi aveva chiamato Tapparelli, il vecchio proprietario dell’Astra. Era verso la fine della nostra attività all’Astra, perché pioveva dentro e ci toccava mettere dei catini sotto i punti dove cadeva l’acqua. Tapparelli mi fa: “Parise, se io vendessi il mio teatro, lei sarebbe disposto a comprarlo?”. In quel periodo io stavo costruendo la fabbrica di Riese. “Ma quanto costerebbe?”, gli ho chiesto. Lui mi ha detto, e c'erano ancora le lire: “Un miliardo e 100 circa”. Se non li avessi già impegnati da altre parti, francamente io l’avrei comprato. E così lì è finito il discorso. Altro che gli attuali proprietari dell’Astra che lo volevano vendere a 3 milioni e mezzo di euro…!

Il suo progetto per il nuovo Teatro è stato pubblicamente presentato nel 2016. Ma dopo cosa è successo? L’amministrazione comunale ha dimostrato qualche interesse o è rimasto nei cassetti?
No, è rimasto nei cassetti perché dopo averlo presentato all’hotel Belvedere io non l’ho portato da nessuna parte, in sostanza. Quando si è diffusa questa idea che l’Astra non poteva più funzionare, Bassano doveva pur pensare a qualcosa. Io ho presentato il progetto, dopo averlo presentato il Comune non ha reagito e siamo arrivati ai giorni nostri.

All’incontro di venerdì scorso in Museo sulle tre ipotesi per il Teatro c’era anche lei. Che idea si è fatto?
Mi sono fatto un’idea piacevole per quanto riguarda il fatto che hanno previsto di portarlo alle Piazze. Questa opzione anch’io l’ho scelta subito. E anch’io ho fatto il mio progetto del Teatro Area Pedemontana-Esagono sulle Piazze. Non vorrà mica che facciano il Teatro dentro quel “buco” alla Cimberle Ferrari?

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