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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Attualità

Di tutto un bob

“Il 29 dicembre apriamo la Pedemontana”. Percorrenza totale fino a Montecchio Maggiore, in attesa dello svincolo per la A4. L’annuncio del governatore Luca Zaia all’incontro di fine anno con la stampa del Veneto

Pubblicato il 22-12-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

“Tich, varda de scriver ben dea Pedemontana.”
Il governatore Luca Zaia mi conosce e sa benissimo che su Bassanonet ho scritto diversi articoli sulla SPV dal taglio, per così dire, non propriamente benevolo nei confronti della Regione Veneto e della convenzione col concessionario privato per i costi di gestione dell’infrastruttura.
Ma siamo a Natale e quindi, caro governatore, scriverò ben.

Foto Alessandro Tich

Anche perché la Superstrada Pedemontana Veneta è la vera notizia del giorno alla tradizionale conferenza stampa di fine anno del presidente della Regione, nella sede della giunta regionale a Palazzo Balbi a Venezia, con la partecipazione delle principali testate giornalistiche di tutto il Veneto.
Zaia, affiancato dagli assessori della sua giunta (tra cui le due highlander di casa nostra Elena Donazzan e Manuela Lanzarin), dopo aver ripercorso il bilancio dei fatti del 2023, la dà come ultima notizia.
Una specie di pacco dono natalizio:
“Il 29 dicembre apriamo la Pedemontana.”
Poi si fa anche una domanda e si dà la risposta: “Perché l’apriamo oggi? Perché la Commissione Gallerie ha dato l’ok.”
Verrà così aperto al traffico l’ultimo tratto della SPV di 22 chilometri che era ancora chiuso alla circolazione, quello dalle attuali Colonne d’Ercole del casello di Malo fino a Montecchio Maggiore, snodo di collegamento con la A4 Milano-Venezia.
“Manca solo il casello”, specifica Zaia. Manca ancora cioè lo svincolo diretto di innesto sulla A4. “L’innesto lo volevamo fare noi ma ci è stato vietato perché è di competenza della Società Autostrada Brescia-Padova - continua -. Ci promettono di consegnarcelo a marzo.”
“Abbiamo così completato l’intero percorso di 94,5 chilometri - afferma il governatore -. Un’opera che è inserita nel Corridoio 5, che attraversa 36 Comuni, con 14 caselli. È la strada con il pedaggio più basso tra le nuove strade a pedaggio in Italia. Dobbiamo aggiungere anche i 68 chilometri di viabilità di adduzione e controstrade.”
“È stata progettata nel 2002, è andata in gara nel 2006, inizio cantiere nel 2011 - prosegue -. Oggi viaggiano sulla Pedemontana 45.000 veicoli al giorno. Ci aspettiamo incrementi di traffico, siamo al fianco dei Comuni che avranno il traffico incasinato. Ma la Pedemontana ha profondamente cambiato il nostro modo di pensare la viabilità in quelle zone.”
Zaia ricorda anche di avere ricevuto in eredità al suo insediamento una superstrada che rischiava di rimanere incompiuta.
“Abbiamo fatto la scelta di non lasciare una ferita in mezzo al territorio ma di completarla.”

Poi il governatore più amato d’Italia ritorna sull’argomento quando una collega giornalista gli fa una domanda scomoda sui costi di gestione della SPV.
E parte la versione Zaia English: “Abbiamo 9 anni di ramp up per raggiungere il break even.”
Poi si spiega subito: “Abbiamo 9 anni per raggiungere il pareggio tra pedaggi e costi. Lo indicano le tabelle sulle previsioni di traffico.”
Quindi incalza: “La strada qualcuno la deve pagare. Se i nostri antenati avessero ragionato sulla sostenibilità dell’infrastruttura, l’Autostrada del Sole non l’avremmo mai avuta. La Pedemontana era voluta dai veneti o no? I sindaci sono stati d’accordo e ci hanno chiesto di fare la superstrada in trincea, che ha comportato un costo di 700 milioni in più.”
“Vi invito a non continuare questa storia che volevo io questa infrastruttura - sbotta Zaia -. La Pedemontana era un cadavere eccellente che noi abbiamo preso in mano e completato.”
Come ho già scritto, l’argomento SPV viene riservato per il colpo di teatro finale della conferenza stampa, al termine del riassunto dei fatti e dei progetti realizzati dalla Regione nel 2023, affidato ad un video e ad alcune considerazioni successive del presidente.
A tutti i partecipanti viene consegnata una spilla con il fiocco rosso contro la violenza sulle donne e l’incontro inizia col ricordo di Giulia Cecchettin e di Vanessa Ballan.
“Il caso di Giulia - esordisce il presidente - è stato un Big Bang della storia per una presa di coscienza delle nostre comunità sulla volontà di fare ancora di più di quello che già si fa.”
Con le immagini di Giulia e di Vanessa inizia anche il video riassuntivo del 2023 che continua con la tragedia del bus di Mestre e con i danni del maltempo eccezionale che non hanno risparmiato anche quest’anno la nostra Regione.
Poi il filmato vira con inevitabile enfasi sui tanti progetti e sui programmi realizzati.
C’è anche il personaggio dell’anno e cioè il granchio blu.
“È una tragedia - dirà poi Zaia -. C’è una devastazione in laguna, da 800 quintali si è scesi a solo 8 quintali di pesca di vongole.” Con una tirata d’orecchie al governo: “Ancora l’8 agosto ho richiesto lo stato di calamità, per dare un sostegno a 1500 famiglie.”
Dal granchio blu all’autonomia: “Io spero che il 2024 sia l’anno dell’autonomia, e voglio togliere la parola spero.”
E a proposito di progetti, non può mancare il tormentone sulle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026, richiamato dal governatore nel suo intervento al microfono.
Dopo lo stop alla nuova pista di bob a Cortina, il governo si è opposto a far disputare le gare olimpiche all’estero. Zaia riferisce di aver discusso col ministro Salvini di “una soluzione light e low cost” per l’allestimento di una pista olimpica nella perla delle Dolomiti, su cui di più, al momento, non è dato sapere.
“Dicono che il bob lo fanno in pochi. Se per questo, anche la Formula 1. E allora cosa facciamo, eliminiamo i Gran Premi?”.
È solo una delle sue dichiarazioni ad effetto, in puro Zaia style.

Quello che interviene alla conferenza stampa di fine anno è come sempre un Luca Zaia in forma comunicativa smagliante, sempre pronto alla battuta di spirito e ben disposto - come da consolidata tradizione - a farsi attorniare alla fine da una giungla di microfoni, telecamere e telefonini per concedere interviste infinite.
I mass media sono lui.
Rispondendo ancora in conferenza stampa alla domanda di un collega giornalista, anch’egli evidentemente autore di articoli poco ortodossi rispetto allo Zaiesimo imperante, gli dice scherzando, un po’ come ha detto a me:
“Domani scrivi ben, mi raccomando. Tu sei uno di quelli che se vedono che stai camminando sull’acqua, scrivono che non sai nuotare.”
E poi le battute del giorno, sempre all’inizio delle risposte ad altrettante domande.
“Cosa ha da dirci sulle trivellazioni in Adriatico?”
“Sai che la trivella sembra un albero di Natale? Ci hai mai pensato?”
“Cosa la preoccupa di più per il 2024?”
“Se piove.”
“Scommetterebbe un euro sul ricandidarsi nel 2025?”
“Un euro? Uno spritz!”
Et dulcis in fundo:
“Dopo il bob di Cortina, cosa farà Zaia nel 2025?”
“Il bobbista.”
Insomma, di tutto un bob.
Ed è lo Zaia originale, non quello di Crozza.

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