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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Ricomincio da tre
Il documento di fattibilità progettuale degli esperti: tre ipotesi diverse per il Teatro comunale. Dal 12 gennaio parte un percorso di coinvolgimento con la cittadinanza per la scelta fra le tre alternative
Pubblicato il 13-12-2023
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DOCFAP. Tranquilli: non mi si è guastata la tastiera.
DOCFAP è l’acronimo di Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali. Alternative per che cosa? Per la realizzazione di un Teatro comunale a Bassano.
È questa infatti l’intitolazione della relazione tecnica illustrativa consegnata all’Amministrazione comunale dallo Studio ViTre Srl (con sede legale e operativa a Thiene e altre sedi a Schio, Trento e Vicenza), incaricato dall’amministrazione comunale del servizio, per l’appunto, di “redazione del documento di fattibilità delle alternative progettuali per la realizzazione di un Teatro comunale”.
Foto Alessandro Tich
La notizia dell’incarico non è nuova: ne avevo già ampiamente scritto in un articolo dello scorso 27 settembre.
E ancora lo scorso 10 agosto, in un altro articolo, avevo riferito dell’intenzione dell’amministrazione Pavan di ricorrere all’analisi di esperti esterni dopo che dagli uffici interni, e nella fattispecie dall’Ufficio Operaestate, era stata compiuta una valutazione preliminare sul reale fabbisogno di un Teatro a Bassano da cui è emerso che “la necessità di un nuovo Teatro pubblico, in risposta alla richiesta culturale della città e del territorio, è del tutto imprescindibile”.
La novità è costituita dal fatto che il documento di analisi di ViTre Srl è pronto ed è stato proprio ieri consegnato in Comune. Sviluppato ed elaborato in base alle indicazioni della relazione degli uffici interni sulle esigenze richieste.
Tra queste: una capienza di 7-800 posti a sedere e una torre scenica in grado di supportare un certo tipo di spettacoli.
Detto, fatto: conferenza stampa convocata last minute in municipio dal sindaco Elena Pavan, affiancata dal vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Andrea Zonta, per dare l’annuncio dei risultati dello studio, prima dell’inizio dal mese prossimo di un percorso di condivisione sul tema Teatro con la città.
“Questa amministrazione - esordisce il sindaco - pone in essere degli atti amministrativi per arrivare a una conclusione.”
Dopo la perizia di stima commissionata sull’immobile dell’ex Teatro Astra, ovvero di ciò che si può stimare in base alle condizioni attuali, che ha fatto risultare un valore di stima di 940mila euro, il passaggio successivo è stata la valutazione delle alternative, affidata alla società di Thiene.
Il DOCFAP (ogni tanto devo scriverlo) ha quindi preso in considerazione le seguenti tre ipotesi:
A) Acquisto e sistemazione del Teatro Astra;
B) Costruzione ex novo di un Teatro nell’area del parcheggio “Le Piazze”;
C) Costruzione ex novo di un Teatro nell’area del cantiere dell’ex Polo Museale Santa Chiara.
Per quanto riguarda l’ex Teatro Astra, sono state rilevate delle criticità per la presenza di punti di uscita solo su viale dei Martiri che non ne renderebbero semplice l’utilizzo in base alle regole di sicurezza e di allestimento attuali.
Viene inoltre sconsigliato l’eventuale scavo di un piano interrato, che era già previsto in un precedente progetto di ristrutturazione e ampliamento, per il rischio elevato che secondo la relazione tecnica illustrativa è costituito dalle fondamenta poco profonde.
L’unica alternativa per ricavare i nuovi locali necessari oltre alla sala teatro vera e propria (camerini per gli artisti compresi) e per garantire vie di fuga sarebbe costituita dall’acquisizione di due spazi attigui, entrambi di proprietà privata: l’edificio della “Fabbrica Rosari” e un giardino privato dall’altro lato.
“Questo aprirebbe scenari ulteriormente complessi di rapporti con privati diversi”, osserva il sindaco.”
Una criticità in aggiunta sarebbe rappresentata dalle difficoltà nel gestire il cantiere, con tutti gli scavi e le vibrazioni del caso, per le ripercussioni sugli antichi immobili vicini. In più, la torre scenica in ambiente Astra non avrebbe altezza e profondità sufficienti per l’allestimento delle scenografie.
Si aggiunge il problema dei bilici per lo scarico e carico delle scenografie e attrezzature di scena, che non avrebbero accesso dal retro in prossimità del palcoscenico.
Poi la capienza: nell’Astra che fu e che potrebbe ancora essere si ricaverebbero 650 posti complessivi a sedere, ridotti a 400 se venisse rispettata la distanza di norma di 80 cm tra una fila e l’altra, comunque al di sotto del requisito previsto dal piano di fabbisogno degli uffici interni.
Ma veniamo al punto principale ovvero il money, vale a dire i schei.
La relazione stima l’importo dei lavori di ristrutturazione dell’immobile ex Astra in 12 milioni di euro. Si aggiungono 5,5 milioni di euro per somme a disposizione dell’amministrazione (Iva, progettazione, spese tecniche, imprevisti).
E ancora 600mila euro in oneri di sicurezza, 940mila euro per l’acquisto dell’immobile (secondo la perizia di stima attuale), 760mila euro per l’acquisto dell’edificio e del giardino contermini, 200mila euro per gli accordi bonari con i proprietari privati degli stessi, 1 milione di euro per gli arredi.
Totale del quadro economico stimato: 21 milioni di euro.
Insomma: l’alternativa dell’acquisto e ristrutturazione dell’Astra è la più difficile e, come vedremo, anche la più costosa.
“Ma il messaggio che vogliamo far passare è chiaro: l’ipotesi Astra non viene abbandonata - chiarisce Elena Pavan -. Tanti teatri antichi sono stati ristrutturati, ci guardiamo attorno e non ci spaventiamo. Si potrebbe anche fare.”
Comunque sia, già ieri dopo l’incontro svoltosi in Comune con i referenti di ViTre, sono stati informati dei risultati dello studio il comitato degli Amici del Teatro Astra e la proprietà dell’immobile ex Astra Zetafilm Srl.
Riguardo alle altre due alternative non c’è molto da scrivere, perché presentano molti meno problemi.
Per la proposta del Teatro ex novo nell’area del parcheggio “Le Piazze” (dimensioni ipotizzate: 55 x 34 m, ovvero quasi 2000 mq di superficie) il costo stimato complessivo sarebbe di 16 milioni di euro e la capienza attestata in 732 posti a sedere.
Ma i posti potrebbero aumentare fino a 800, basta adeguare le dimensioni dell’edificio. Un terzo dello spazio sarebbe occupato dalla sala teatro, un terzo dal foyer e un terzo dalla torre scenica. Quest’ultima potrebbe raggiungere un’altezza di 20 metri, adeguata alle necessità dei nuovi allestimenti teatrali.
Un Teatro nel parcheggio significherebbe meno posti auto: circa un centinaio sui 400 attualmente disponibili alle “Piazze”. Ma in questo caso, come afferma l’assessore Zonta, potrebbe essere valutata in futuro anche l’ipotesi a sé stante di realizzare in loco un park supplementare interrato. Ma questa, ovviamente, è un’altra storia.
Infine, l’alternativa numero 3 nell’attuale cratere dell’ex Polo Santa Chiara.
ViTre Srl ha valutato la realizzazione ex novo di un Teatro delle stesse dimensioni ipotizzate per l’area delle “Piazze”. Il fabbricato ci sta, nel senso che potrebbe benissimo collocarsi tra le mura dell’ex Monastero, sempre per una capienza di 732 posti, con una torre scenica degna di tale nome e per un costo stimato in 18 milioni di euro. La stima superiore rispetto alle “Piazze” è motivata la necessità di demolire le attuali strutture del cantiere interrotto per realizzare una nuova soletta.
L’unica criticità, considerata risolvibile, è costituita dall’ingresso per i bilici di servizio da viale delle Fosse: questione di dimensioni dei cancelli, da valutare assieme alla Soprintendenza.
La Maga Pavan, nell’occasione, mi legge nel pensiero e anticipa quella che sarebbe stata la risposta a una mia domanda: “L’ipotesi ex Santa Chiara non esclude il progetto del Genius Center.” Cioè: il fatto di valutare anche questa opzione non significa abbandonare automaticamente la prospettiva Genius.
Tutto è ancora possibile, a Pavan City.
Adesso l’iter prevede dei passaggi precisi.
Domani, giovedì 14 dicembre, la giunta comunale approverà una delibera di presa d’atto del DOCFAP. “Non è una scelta sulla soluzione da adottare - precisa ancora il sindaco -. La scelta sarà presa dalla parte politica dopo ulteriori approfondimenti in condivisione con la città.”
Il Big Day è annunciato per il prossimo 12 gennaio. Nella sala Chilesotti del Museo Civico, indicativamente alle 17.30 (orario ancora da confermare) si terrà un incontro aperto con la cittadinanza nel quale i progettisti di ViTre presenteranno e spiegheranno pubblicamente le tre alternative che ho riassunto nelle righe sopra.
“Il nostro interesse è aprire un dibattito cittadino - ribadisce Elena Pavan - perché ciascuna soluzione ha i suoi pro e contro.”
Quella del 12 gennaio sarà la partenza di un percorso di condivisione pubblica che prevederà altri momenti di incontro e di confronto coi cittadini, prima che la questione venga discussa nelle sedi deputate e cioè in commissione e in consiglio comunale.
Preparatevi adesso a un nuovo acronimo perché una volta fatta la “grande scelta” fra le tre alternative, si passerà alla redazione del DIP e cioè del Documento delle Indicazioni Progettuali: una sorta di “Vangelo” per il progettista che verrà, che stabilirà in quale luogo dovrà essere recuperato oppure sorgere ex novo il Teatro comunale, come, quando, quanto e perché.
È pacifico che un’opera del genere è proiettata non solo al progettista, ma anche all’amministrazione che verrà. Ma alla domanda se ci si auspichi che la scelta fra le tre opzioni venga fatta entro la fine di questo mandato amministrativo, il sindaco risponde: “Per me ha senso.”
Il vicesindaco Andrea Zonta, l’uomo che sussurra ai numeri e ai dati tecnici, si concede nell’occasione una dichiarazione politica: “Finalmente con questa amministrazione si hanno delle possibilità progettuali reali su delle scelte, cosa che prima non è stata fatta.”
“La nostra priorità - conferma il sindaco - è ascoltare bene la città e condividere e maturare insieme questo progetto.”
Il tema del Teatro incombe nell’ultimo mezzo miglio della legislatura comunale e l’amministrazione Pavan ricomincia da tre.
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